ACIDE FAVOLE
La luna fatiscente decompone acide favole sopra di noi.
È contro al vetro che scagliamo vernice.
Pitturiamo la nostra notte. Il nostro desiderio.
Colla dentro i polmoni.
Volontà di respirare ciò che è più puro noi la annulliamo.
Cancellando la fame chimica ci scambiamo l’anima
di mano in mano.
Perché non siamo puri. Non siamo perfetti.
Così violenti di passione da sbattere la testa contro cristalli.
Siamo a noi stretti. Siamo notte che avvolge corpi usati.
Dannati in vendita. Siamo nuovi nomi scritti sullo specchio.
Vernice affilata a liberare i sensi saturi.
Dita imbrattate sul petto.
Onnipotenti esseri. Dentro di noi favolosi.
Scavati ed incisi con chiarezza devastante.
Alcol tra le labbra a baciarci forte il cuore.
I battiti gonfiano la gola. Siamo nudi. Celestiali.
Vittime e carnefici. Giusti e sbagliati. Voragini aperte.
Ci beviamo e ingozziamo di percezioni.
Abbiamo bisogno di noi. Solo di noi.
Di sentirci scorrere il fuoco dentro.
Di annusare le nostre emozioni. Nutrirci l’anima.
I muri stessi di questa stanza si dilatano. Si piegano.
Lei, primadonna meravigliosa addosso a noi due
creature splendide.
Esposte carni di madreperla volgare.
Ci infiliamo in gola dita fameliche.
Ci stupriamo la bocca di chimica.
Lingue acide annodate dentro. E fuori.
Scorrono sopra i nostri occhi. Emostatiche bende.
Sintetici pensieri disperdono parole dentro le nostre bocche
e sopra i corpi aggraziati. Delizia e possessione.
Siamo gelosi. Drogati di noi. Dell’unicità che siamo.
La paura di perderci. Siamo i nostri stessi arti.
Siamo sostegni. Padri, madri e figli.
Spiriti santi sessuali che vibrano puttane,
sbattono e inarcano schiene contro al muro.
Divini si lasciano, e si riprendono incestuosi.
Siamo eco delle nostre stesse urla.
Ci spacchiamo gli occhi di profondità remote.
Siamo liquido che entra nelle pareti vuote dello stomaco.
Immersi tra mani fragili smaltate.
Ci raccontiamo nella penetrazione.
Organi imbrattati
di emozioni e colpe in un unico viaggio allucinante solo andata.
Riversiamo fuori veleno.
Esplodiamo di verità violente. Orgasmi.
La quiete è solo merda in questa stanza.
Ci disintossichiamo dalla pace dei sensi.
Ci violentiamo il cuore per saziarlo di grazia
attraverso morsi e baci che bramano.
Bramano luce attraverso il nostro respiro dentro.
Ci gonfia i polmoni. Respirazione bocca a bocca.
Sperma e sangue. Liquidi. Imbrattati occhi che brillano di vita.
Si innalzano in cielo a bruciare intensi.
Stelle che esplodono in terra.
E vogliamo di più. Di più.
Siamo l’amore che ci spetta.
Pezzi di cuori vergini sputati fuori da madri
sedotte e abbandonate
in strade in corsa.
Padri dai piedi metallici.
Costole infrante.
Cicatrici di porte sbattute in faccia sul volto.
Facce nel cemento.
Figure che odiamo e amiamo.
Odiamo e amiamo.
Che uccidiamo e stringiamo.
Bruciamo nell’anima.
Farfalle fuoriescono da ventri materni.
Mentre la luna fatiscente decompone acide favole sopra di noi.
Siamo marci custodi.
Custodi di un amore putrefatto sottoterra.
Proiettili contro cartelli stradali.
Scagliate grida contro la notte veloce.
Sangue dentro il nostro stesso sangue.
E poesie alcoliche scritte e recitate
. Divine parole bagnate di benzina.
Poi fuoco e cenere scalciata via. Raccolta dal vento.
Dentro cui abbiamo danzato in estasi.
Avevamo bisogno di noi. Di noi stessi impressi con vigore.
Cucire le nostre verità con ago e filo dentro al cuore.
Farle divenire parte di noi indissolubile. E bisogno di braccia.
Pance e petti e seni irrigati di lacrime a stringere occhi.
Corpi tremanti. Fragili e forti in mezzo alla strada.
Niente sarebbe stato per sempre.
Il coraggio di lasciare entrare dentro la verità.
Mentre la luna fatiscente decompone acide favole sopra di noi.
Un sorriso, a presto...