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CARO SINDACO, VADA IN MOSCHEA A PORTARE LA SOLIDARIETA' DELLA CITTA'

Post n°64 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da romanodavide

L’attentato di domenica contro il centro islamico di via Quaranta non merita la “solita” condanna di rito. Dovrebbe certo indignare perchè si è colpito un centro culturale di una minoranza religiosa. Ma c’è di più. Nella nostra città, a partire dall’aprile 2007, si è verificato più di un attentato ogni due mesi ai danni di istituzioni islamiche. Possiamo ormai ragionevolmente sospettare si tratti di una vera e propria strategia del “farsi giustizia da sé”, colpo su colpo, come delirante risposta agli atti odiosi che i fanatici islamici compiono in giro per il mondo.
Quando questi estremisti di destra vogliono ricorrere alla violenza, utilizzano due pretesti per legittimarsi moralmente: sentirsi i veri rappresentanti del “popolo” che non ha il coraggio di reagire come vorrebbe, e pensare di rispondere agli attacchi degli “altri”. Non sono motivazioni così differenti da quelle declinate dalle Brigate Rosse. Idee diverse, per una logica altrettanto farneticante.
La risposta migliore è sempre quella di unirsi per isolare questi gruppi violenti. Farli sentire soli. Subito, prima che qualcuno si faccia male davvero. Ma come?
Prima di tutto facendo sentire la solidarietà delle istituzioni ai centri culturali oggetto di attentati. Il messaggio forte e chiaro deve essere quello della “tolleranza zero contro la violenza”.
Credo che una visita del Sindaco di Milano nei luoghi oggetto degli attentati sarebbe utile a dare un importante segnale. Non farla, rischierebbe di essere interpretato come un (involontario) segno  di accondiscendenza verso gli attentatori. Sappiamo che la Moratti non ha alcuna ambiguità al riguardo, ma proprio per questo deve mostrarlo in maniera più chiara. E’ importante che la condanna morale di quegli atti sia fatta pubblicamente, a nome della città intera.
Lo stesso isolamento va perseguito però anche nei confronti dei fanatici islamici, cui pure certa sinistra massimalista continua a “lisciare il pelo”. Esemplare è il caso della Fiera del libro di Torino, che dovrebbe ospitare autorevoli scrittori israeliani. La proposta di boicottaggio da parte del Pdci torinese ha rappresentato il pretesto e fornito la legittimazione agli estremisti islamici perché potessero cavalcare la propaganda più intollerante. Non bastasse, è giunto poi l’appoggio di personalità come Tariq Ramadan all’appello pro-censura, che ne ha fatto ormai  un caso internazionale.
Tutto per una proposta di boicottaggio tanto politicamente estremista quanto ridicola: basti pensare alla stessa idea applicata da un paese straniero all’Italia dei tempi del governo Berlusconi. Ad essere censurati sarebbero state personalità come Umberto Eco ed Enzo Biagi!
Una pessima iniziativa politica insomma, che ha esasperato gli animi di tutti (probabilmente anche degli attentatori anti-islamici di domenica), con i conseguenti pericoli in termini di sicurezza per Torino come per la nostra città. Il fanatismo purtroppo, come l’incoscienza di certi politici e intellettuali, non ha confini.

Davide Romano

Pubblicato su La Repubblica - Milano il 5 febbraio 2008

 
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