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Mi permetto di postare la replica di Carlo Mattogno... io non aggiungo altro...
sarebbe interessante leggere la risposta del microscopico Romano al gigante Mattogno.
Distinti saluti
Mirko Viola
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Di Carlo Mattogno
L’argomento è davvero impressionante: la fulgida vittoria sul revisionismo è dimostrata dal fatto che tutti gli antirevisionisti ne parlano male!
E non perché sappiano qualcosa di esso, ma perché questa è la parola d’ordine che hanno ricevuto.
Ma crearsi un "nemico" e dipingerlo secondo i propri insani vagheggiamenti, a spregio della realtà, non è una "vittoria", è delirio.
E, di grazia, in Italia chi avrebbe conseguito questa gloriosa "vittoria"?
Valentina Pisanty?
Francesco Rotondi?
O altri polemisti usa-e-getta di tal fatta che, assolto il loro compito, sono scomparsi immediatamente dalla scena, ma non prima di aver ricevuto il giusto carico di legnate storico-critiche?(2).
Oppure Marcello Pezzetti, l’uomo che è stato "più di cento volte ad Auschwitz"?
(Ma che c’è andato a fare? A cercare asparagi nel bosco di Birkenau?).
È veramente grottesco che, nel Paese in cui si sproloquia di più di Olocausto e di revisionismo, non esista un solo specialista degno di questo nome, che regga il confronto con i pur mediocri colleghi europei. Vuoto assoluto. Superficialità e ignoranza dilaganti. Unica eccezione: Valentina Pisanty, che, essendo esperta in favole (con specializzazione in Cappuccetto Rosso), di Olocausto se ne intende davvero!
Ciò che questi shammashim (chiedano il significato del termine ai loro padroni) stanno vincendo, non è la «battaglia culturale», ma quella giudiziaria, imprigionando e multando a destra e a manca per delitto di "leso Olocausto".
Questa vittoria giudiziaria si traduce però in una piena sconfitta culturale: essendo impotenti su questo piano, i ringhiosi apostoli dell’olocaustismo reclamano con tanta più foga l’intervento di leggi liberticide: bisogna proibire legalmente ciò che non si riesce a confutare storicamente.
Davvero una bella vittoria.
In tema di “Giornata della Memoria”, ricordo a tutti gli smemorati i miei studi principali su Auschwitz:
Auschwitz: la prima gasazione. Edizioni di Ar, Padova, 1992, 190 pp.
Auschwitz: Crematorium I and the Alleged Homicidal Gassing. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005. 138 pp.
The Bunkers of Auschwitz. Black Propaganda versus History. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2004. 264 pp.
“Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato. Edizioni di Ar, Padova, 2001. 188 pp.
Auschwitz: Open Air Incinerations. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005. 131 pp.
Auschwitz: 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2005: sessant'anni di propaganda. I Quaderni di Auschwitz, 5. Effepi, Genova, 2005. 60 pp.
La “Zentralbauleitung der Waffen-SS und Polizei Auschwitz”. Edizioni di Ar, Padova, 1998. 221 pp.
Sono oltre 1.900 pagine, che superano le 2.600 con quelle dell’opera menzionata sotto.
E un’altra, non meno solida, è in arrivo.
Che cosa possono confutare questi poveri derelitti?
Nelle prime tre opere elencate sopra ho trattato in 750 pagine olo-argomenti che il massimo esperto mondiale, lo storico del Museo di Auschwitz Franciszk Piper, nello studio più approfondito che esista su di essi, ha sviscerato in 33 pagine!(3)
La quarta analizza in 188 pagine ciò che gli storici olocaustici più competenti liquidano in un paio di righe (ma F. Piper in ben tre)(4).
La quinta espone in 131 pagine il tema che F. Piper, superandosi, ha vagliato in ben 12 righe!(5)
E se questi sono i loro esperti, a chi si rivolgeranno per confutare i libri sopra elencati? A Babbo Natale?
Meglio introdurre il delitto di “leso Olocausto”!
Agli olo-sproloquiatori di casa nostra, che non sanno neppure com’è fatto un archivio e non hanno mai visto un documento tedesco originale, rinnovo l’ invito:
Il mio studio di oltre 700 pagine Le camere a gas di Auschwitz.
Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali” di Jean-Claude Pressac e sulla “convergenza di prove” di Robert Jan van Pelt. (Effepi, Genova, 2009), fresco frutto della mia “sconfitta” culturale, è a disposizione di tutti.
Se è pseudostorico, se imbroglia le carte, se contiene deliranti bugie, se è insensato, DIMOSTRATELO.
Se avete ragione, sarà semplicissimo sbugiardarmi pubblicamente, in più otterrete anche la vostra “vittoria” definitiva.
Ma se non lo fate, dimostrerete, altrettanto pubblicamente, di essere soltanto degli EMERITI BUFFONI.
Dopo
La “Repubblica” della disinformazione,
http://civiumlibertas.blogspot.com/2009/02/carlo-mattogno...
dopo
La “Repubblica” del linciaggio
http://andreacarancini.blogspot.com/2009/10/la-repubblica...
ci mancava La “Repubblica” del delirio.
Carlo Mattogno
4 febbraio 2010
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Inviato da: maxime50
il 11/04/2010 alle 02:30
Inviato da: franziska_2
il 24/02/2010 alle 22:11
Inviato da: romanodavide
il 24/02/2010 alle 10:20
Inviato da: biomirko
il 06/02/2010 alle 11:21
Inviato da: biomirko
il 06/02/2010 alle 11:19