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Il dramma del portafoglio vuoto nella quarta settimana del mese non riguarda solo gli anziani. Tocca sempre di più tutte le categorie: lavoratori, studenti fuori sede, famiglie, disoccupati, senza distinzione di età. Abbiamo tutti meno soldi in tasca. Se proprio c’è da individuare una categoria in Italia particolarmente in sofferenza, direi che è quella di chi abita a Milano. Con i prezzi delle case alle stelle infatti, qualunque milanese abbia da pagare un mutuo o un affitto si trova in una situazione peggiore del resto degli italiani. Ben venga quindi l’iniziativa del Comune volta ad offrire prezzi scontati su alcuni prodotti ortofrutticoli nell’ultima settimana del mese. Così come sono positive le proposte di un osservatorio dei prezzi, oltre che quella di accompagnare gli anziani a far la spesa nelle cascine milanesi. Ma tutto questo non è sufficiente.
Quale risposta offrono le istituzioni ai cittadini non anziani, così come a quelli che devono risparmiare anche nelle prime tre settimane del mese?
Una soluzione efficace potrebbe essere quella di una maggiore liberalizzazione del mercato, con l’introduzione anche a Milano dei Farmer’s Market. Nati in California all’inizio degli anni ’90, il grande favore con cui sono stati accolti dai consumatori ha fatto sì che arrivassero presto anche in Francia, Germania ed Inghilterra. Qual è il segreto del loro successo? Innanzitutto i prezzi. Non dovendo passare da tanti intermediari, il costo del prodotto risulta dal 30 al 60% inferiore rispetto a quello dei negozi, supermarket inclusi. Il beneficio non è però solo per il portafoglio, ma anche per l’ambiente. I prodotti che vengono venduti in questi mercati infatti, devono essere legati al territorio. Non troverete quindi prugne del Sudafrica o ciliegie argentine, ma solo alimenti di produzione locale. Tali prodotti viaggiando poco inquinano molto meno: basti pensare al tragitto risparmiato per portare sulla nostra tavola ciliegie lombarde invece che argentine. Per non parlare del del piacere di avere prodotti freschi sulla nostra tavola.
Fino all’anno scorso purtroppo, questa modalità di vendita diretta dei prodotti ortofrutticoli non era possibile. Dal primo gennaio 2008 invece, con l’emanazione del decreto da parte del Ministero delle Politiche Agricole, i Farmer’s Market possono diventare realtà anche in Italia.
Altre regioni come Toscana, Puglia e Sicilia si sono già mosse. La Toscana per esempio ha già stanziato fondi per un progetto che avvierà 14 spacci con apertura quotidiana, 16 nuovi mercati, e perfino 3 negozi all’interno di musei. Per non parlare degli accordi per aprire “corner shop” di prodotti del territorio all’interno di ristoranti, alberghi e negozi della regione.
La politica può fare molto per aiutare i consumatori, e spesso non serve neppure particolare fantasia. Basterebbe copiare quello che già si fa da altre parti. Ne guadagnerebbero i nostri sempre più vuoti portafogli oltre che - come abbiamo visto - perfino i nostri polmoni.
Davide Romano
Pubblicato su La Repubblica - Milano il 7 marzo 2008
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