Sua Eccellenza Hassan Najem
Siamo qui a portarLe la nostra solidarietà. Il dolore che state vivendo è anche il nostro. I libanesi non meritano quanto stanno passando. E pensare che tutto è cominciato per iniziativa di un singolo gruppo armato, fa ancora più rabbia. Ma non dobbiamo perdere la forza del dialogo, e dobbiamo anzi sforzarci di riflettere sulle conseguenze delle iniziative belliche di singoli gruppi. Crediamo fortemente nella pace, e per questo crediamo che essa si avvicinerà quanto più il governo libanese riuscirà ad emanciparsi dalla presenza di Hezbollah. Come del resto ha auspicato recentemente anche il nostro Presidente del Consiglio, e come richiesto dalla risoluzione Onu 1559 del 2004, Non esiste infatti stato pacifico che possa convivere con una forza militare alternativa all’esercito dispiegata sul proprio territorio. Non esiste stato di diritto dove un gruppo di miliziani possa decidere di fare la guerra a un paese limitrofo senza neppure sentire il parere del legittimo governo. Non esiste una simile situazione neppure nei paesi tanto amici di Hezbollah. Sia l’Iran che la Siria si guardano bene infatti dal lasciare milizie armate autonome sul proprio territorio. Da qui bisogna partire se si vogliono evitare nuovi scontri e nuove sofferenze. Un cessate il fuoco senza il disarmo di Hezbollah rischierebbe di essere solo un intervallo fino ai prossimi scontri. Siamo con voi, perché sia il popolo libanese a decidere del proprio futuro, sia esso di pace o di guerra, fiduciosi come siamo che, laddove sono le persone a scegliere, la pace possa avere la meglio. Abbiamo sofferto con voi per l’uccisione del premier Hariri, così come abbiamo gioito con voi per il ritiro delle truppe siriane. In nome della pace siamo qui a chiedere sostegno al vostro governo per le ricerche dei soldati israeliani rapiti, innocenti burattini di un gioco i cui fili vengono mossi a Teheran e a Damasco, ma le cui conseguenza pagano i libanesi tanto quanto gli israeliani.
Nella speranza che vogliate accogliere queste nostre parole di dialogo e di amicizia, sappiate che per noi è motivo di dispiacere il solo pensare che tra Libano e Israele non possano esserci normali relazioni diplomatiche. Sono troppe le cose belle che possiamo costruire con gli altri, per sprecarle in quell’orribile gioco chiamato guerra. Nella speranza che presto giunga una pace definitiva e nella speranza che da essa possa presto nascere un mutuo riconoscimento, Le porgiamo i nostri migliori auguri. A Lei e al suo Paese. Che la pace sia con voi.
Shalom.
Leone Sued (presidente della Comunità Ebraica di Milano)
Davide Romano (segretario ass. Amici Di Israele)
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starman2006 il 20/07/06 alle 08:58 via WEB
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LA FOLLIA DELLA GUERRA
Una delle piu' belle canzoni in assoluto ed in particolare contro la guerra è Us and Them dei Pink Floyd. Il bello che ,pur essendo una canzone contro la guerra,è estremamente rilassante , un contrasto che le dà ancora piu' fascino. Il testo vuole significare quanto sia senza senso questo agitarsi,combattere,uccidere,gli ordini di generali senza scrupoli, incapaci di pensare. Il padre di Roger Waters dei P.F. mori' ad Anzio in guerra nel 1944.
allego una foto(Associated Press) terribile su una bambina libanese uccisa dai bombardamenti israeliani contro i "cattivi" terroristi fondamentalisti che piu' spiega di ogni parola la follia della guerra.
US AND THEM
Us and them
And after all we're only ordinary men
Me,and you
God only knows it's not what we would choose to do
Forward he cried from the rear
And the front rank died
And the general sat,and the lines on the map
Moved from side to side
Black and blue
And who knows which is which and who is who
Up and down
And in the end it's only round and round and round
Haven't you heard it's a battle of words
The poster bearer cried
Listen son,said the man with the gun
there's room for you inside
Down and out
It can't be helped but there's a lot of it about
With,without
And who'll deny it's what the fighting's all about
Out of the way, it's a busy day
I've got things on my mind
For wants of the price of a tea and a slice
The old man died.
NOI E LORO
Noi e loro
E dopo tutto siamo solo uomini comuni
Io e tu
Dio solo sa che non è ciò che avremmo scelto di fare
Avanti, gridò, da là dietro
E la prima fila morì
E il generale sedeva, e le linee sulla mappa
Si muovevano da una parte all'altra
Nero e blu
E chi sa quale è quale e chi è chi
Su e giù
E alla fine è solo girare e girare e girare
Non hai sentito che è solo una battaglia di parole
Urlò l'uomo con il manifesto
Ascolta figliolo, disse l'uomo con la pistola
c'è posto per te qui dentro
Sotto e fuori
Non ci si può fare niente, ma ce n'é molto in giro
Con , senza
E chi negherà che è qui che sta il senso della battaglia
Fuori dai piedi, ho un sacco di cose da fare
Ho tante cose in testa
Per voglia di un thé e di una fetta di torta
Il vecchio morì
(Rispondi)
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