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Decima Flottiglia...

per l' Onore d' Italia

 

 

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Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da decimacomandante

DIVISIONE Xa

 

Si costituisce la Divisione Xa

Si andava costituendo la grande unita’ destinata a raggruppare i battaglioni di fanteria di marina, i gruppi di artiglieria, i reparti di collegamento  e i servizi: era la Divisione Xa - La data ufficiale per la costituzione dell’ unita’ e’ quella del 1 maggio 1944.

 

Mancano i mezzi e le armi… ma ci si arrangia!

Bardelli – richiamato in aprile da Anzio per assumere il comando del 1° reggimento – s’era messo subito al lavoro, ma non era impresa facile!

La carenza di mezzi si era fatta sentire subito, valga ad esempio il caso del “Lupo” partito per la Toscana armato solo di pugnali e solo piu’ tardi aveva ricevuto i soliti moschetti ’91 e mitragliatori Breda 30, talmente vecchi e logori da sembrare solo simbolicamente armi, al posto dei bastoni che avevano impugnato nei primi giorni al medesimo scopo!

Nel periodo piemontese il problema dei mezzi fu affrontato con migliori prospettive di soluzione. Nelle caserme di Torino c’era tutto quello che serviva per i reparti… ma era tutto sotto controllo dei tedeschi e la burocrazia rendeva penosamente lunghe le richieste per via ufficiale. Anche l’ esercito repubblicano di Graziani, la GNR di Ricci e le Brigate Nere di Pavolini si disputavano il poco che i tedeschi erano disposti a concedere.  Arrangiarsi era d’obbligo!

Ogni reparto provvedeva da se’ per quanto possibile con mezzi leciti… e se necessario con quelli meno leciti.

Saltava fuori di tutto, ma sovente la quantita’ era scarsa e non bastava nemmeno per l’ uso quotidiano.

Alla caserma Monte Grappa esisteva un autoreparto della compagnia di presidio che provvedeva a rifornire i magazzini. Il piccolo reparto era autonomo ed era al comando di un un ufficiale bresciano che era sempre informatissimo su cio’ che movimentavano nei magazzini e nei depositi tedeschi. Materiali di ogni genere in attesa di essere destinati in Germania o alle truppe. L’ ufficiale conosceva le localita’, i punti d’accesso, i dispositivi di guardia e , quasi sempre, la parola d’ordine… Disponendo di un gruppetto di uomini svegli e di un paio di camion con targhe intercambiabili, magari facendo indossare abiti civili sopra la divisa… organizzava – tal volta con l’ accordo dei “rapinati” – autentici colpi che fruttavano parecchio.

In una intervista di molti anni fa uno degli autisti ricordava “Generalmente non era difficile entrare, ma poi era una fatica del diavolo per caricare il massimo nel piu’ breve tempo possibile”

Il comando tedesco della piazza spesso protesto’ vivacemente cheidendo anche di poter perquisire la caserma, ma il magg. Lisi nego’ ogni addebito e minaccio’ di ricorerre alle armi se truppe tedesche fossero entrate nella caserma.

Vennero allora incolpati i partigiani, che come si sapeva, spesso si travestivano da maro’ della Xa.

Le merci piu’ rare ed ambite erano le armi e la benzina. Ci fu modo di recuperare materiale persino nei conventi… e presso civili che avevano fatto man bassa nei giorni dell’ armistizio.

Anche semplici maro’ senza camion e senza informazioni potevano contribuire. C’erano a Torino ragazzotti di buona famiglia che si erano arruolati nella polizia ausiliaria e facevano la ronda sotto i portici del centro armati di mitra nuovi di zecca… Bastava far scoppiare una bomba a amano da esercitazione  che per il rumore se la davano a gambe finendo in braccio ai maro’ che li disarmavano. La frase di rito era “Siete indegni di portare un’ arma… venite a riprenderle nella nostra caserma” – Non risulta che mai ci sia stato qualcuno che abbia osato reclamare!

 
 
 
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Junio Valerio BORGHESE

Capitano di Corvetta

Nacque a Roma il 6 giugno 1906. Allievo all'Accademia Navale di Livorno dal 1923, nel luglio 1928 conseguì la nomina a Guardiamarina ed imbarcò sull'incrociatore Trento.

Promosso Sottotenente di Vascello nel 1929, prese imbarco sul cacciatorpediniere Fabrizi e nel 1933, nel grado di Tenente di Vascello, imbarcò sui sommergibili Tricheco ed Iride; con quest'ultimo partecipò a missioni operative durante il conflitto italo-etiopico e nella guerra di Spagna.

Allo scoppio del secondo conflitto mondiale ebbe il comando del sommergibile Vettor Pisani e nell'agosto 1940, promosso Capitano di Corvetta, ebbe il comando del sommergibile Sciré con il quale trasportò mezzi ed operatori nelle missioni di Gibilterra e di Alessandria.

Costituitasi il 15 maggio 1940 la X Flottiglia MAS per Mezzi d'Assalto, assunse il comando del Reparto Operatori Subacquei e con la promozione a Capitano di Fregata, anche quello della Flottiglia. Al comando dello Sciré trasportò ad Alessandria gli operatori subacquei che nella notte fra il 18 ed il 19 dicembre 1941 violarono la munitissima base navale inglese di Alessandria ed affondarono le due corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth.

Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e comandò, fino al termine del conflitto, la ricostituita X Flottiglia MAS. Posto in congedo mori a Cadice (Spagna) il 26-8-1974. E' sepolto nella Cappella Borghese di Santa Maria Maggiore in Roma.

 

C.C. J. V. Borghese

Motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare

Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoriuscita del personale. Durante la navigazione di ritorno, sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le difficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio.

Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento.

Mediterraneo Occidentale, 21 ottobre - 3 novembre 1940 

Altre decorazioni a riconoscimenti per merito di guerra:

  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Mediterraneo occidentale, febbraio 1938)
  • Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia (Mediterraneo orientale, dicembre 1941)
  • Promozione al grado di Capitano di Fregata (1941).

 
 

L' idea dello "scudetto" con il teschio e la rosa rossa ci venne ricordando il comandante Todaro, Medaglia d' oro, una delle figure leggendarie della Decima ante 8 settembre.

Todaro, come Teseo Tesei, un altro dei nostri eroi, aveva lasciato a noi della Decima una traccia profonda ed indelebile. Todaro era il mistico di un determinato tipo di vita, che cercava piu' che la vittoria... una bella morte. "Non importa" ci diceva "affondare la nave nemica. Una nave viene ricostruita. Quello che importa e' dimostrare al nemico che ci sono degli italiani capaci di morire gettandosi con un carico di esplosivo contro le fiancate del naviglio avversario". Tra l' altro, prima di cadere, ci aveva parlato del suo desiderio di coniare un distintivo dove apparisse l' emblema di una rosa rossa in bocca ad un teschio: "Perche' per noi" aveva detto " la morte in combattimento e' una cosa bella, profumata"

Nel suo ricordo, disegnammo cosi' lo "scudetto": E mai, forse, un distintivo fu "capito" e portato con tanta passione. Perche' sintetizzo' veramente lo spirito rivoluzionario, beffardo, coraggioso, leale che animo' in terra ed in mare, gli uomini della Decima repubblicana"

(J. V. Borghese)

 

Quando mi accorsi che attorno a noi si era creato il vuoto, che istituzioni, enti, comandi e cosi' via non esistevano piu'... capii che era necessario interpretare in senso rivoluzionario la nuova realta' e fornire agli uomini che stavano radunandosi attorno a me delle direttive atte a rompere decisamente con gli schemi di un passato e di una tradizione che non avevano retto alla prova dei fatti. Emanai cosi' alcune disposizioni fondamentali:                            

  1. Rancio unico per ufficiali, sottufficiali e marinai
  2. Panno della divisa uguale per tutti
  3. Sospensione di ogni promozione sino alla fine della guerra, fatta eccezione per le promozioni per merito di guerra sul campo
  4. Reclutamento esclusivamente volontario
  5. Pena di morte per i militari della Decima che vengano riconosciuti colpevoli di furto o saccheggio, diserzione, codardia di fronte al nemico

Il profondo significato morale e spirituale di queste disposizioni fu pienamente inteso dai volontari della Decima...!

J.V. Borghese

 
BIBLIOGRAFIA:
 
DECIMA MARINAI! DECIMA COMANDANTE!, di Guido Bonvicini, ed. Mursia
GLI ULTIMI IN GRIGIOVERDE - vol. II, di Giorgio Pisanò, ed. CEN,
BATTAGLIONE FULMINE - Xa FLOTTIGLIA MAS, a cura di Maurizio Gamberini e Riccardo Maculan, Editrice lo Scarabeo
BERSAGLIERI IN VENEZIA GIULIA 1943 - 1945, di Teodoro Francesconi, Ed. Del Baccia
GORIZIA 1940 - 1947, di Teodoro Francesconi, Ed. dell'Uomo Libero
NEL RICORDO DEL BATTAGLIONE FULMINE, a cura di Carlo A. Panzarasa ed Emilio Maluta
SOLI CONTRO TUTTI, di Nino Arena, ed. Ultima Crociata
Notiziario dell'Associazione ex Combattenti Decima Flottiglia MAS n°8
 
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