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Cuore di Clochard.

Post n°21 pubblicato il 17 Settembre 2013 da Aquiladellanotte058
 

Cuore di Clochard.

Giovanni i era seduto sulle scale di una chiesa, sotto la luce dei lampioni.
Indossava un cappotto rattoppato in più parti, le mani unite all'interno delle maniche.
Gli occhietti piccoli e arrossati.
La barba gli ricopriva tutto il viso.
I rintocchi di un campanile suonavano le venti.
Cominciava a far buio.
Le prime luci della città si accendevano, davano più risalto agli addobbi natalizi delle vetrine.
Tante scarpe e stivali passavano davanti ai suoi occhi.
Solo qualche sguardo di un bambino tenuto per mano riusciva a vedere ma nessuno di quei passanti vedeva lui.
Raccolse qualche spicciolo donatogli nella giornata.
Si alzò lentamente e traballante, le sue ossa si erano intorpidite per il gran freddo e,
si avviò lungo una strada accompagnata soltanto dalla sua ombra e da un bastone che lo reggeva.
Arrivò di fronte ad un cassonetto della spazzatura, vuoto.
Lui sorrise, anche per quella notte aveva avuto fortuna, trovare una casa dove stare.
Con le poche forze rimastegli, rovesciò il cassonetto e lo posizionò a forma di tetto.
Si abbassò e accucciato vi strisciò dentro.
Decise che quella notte sarebbe stata speciale, anche se non sapeva che giorno era.
Ad un tratto sentì un rumore che si avvicinava sempre di più.
Poi si accorse che era un uomo.
Che barcollava e tossiva bruscamente.
Con in mano una bottiglia e dei cartoni.

L'uomo vide Giovanni sotto quel rifugio ma non si fermò e quindi:
"Fermati, dove vai, fa freddo. Qua c'è posto anche per te ci stringiamo e staremo bene"
L'uomo si voltò e lo guardò. Si avvicinò,
s'infilò là sotto con lui, non disse una parola ma gli offrì un sorso della sua bottiglia. Lui gli disse: " Grazie,
avevo bisogno di qualcosa che mi scaldasse la gola"
Giovanni lo fece sedere al suo fianco, prese i suoi cartoni e li unì ai suoi per renderli più spessi.
Li sistemò dalla cintola in su di entrambi. Per la parte inferiore del corpo, ci avrebbe pensato il fuoco di quei pochi ramoscelli a scaldarli, acceso
con l'ultimo fiammifero che aveva in tasca.
Giovanni disse:
"Sono felice questa notte, qualcuno mi ha voluto regalare, tutto questo",
indicando con le sue dita tremanti, la casa creata con quel cassonetto, " poi ho incontrato te e fa piacere avere un po' di compagnia, anche se sei silenzioso."
Giovanni si distese a pancia in su e con le mani dietro la nuca sussurrò all'amico:
"Guarda in alto e chiudi i tuoi occhi, ci sono loro, le stelle che sono lì pronte a donare luce al silenzio, loro sono lì brillano e con loro si riaccendono i ricordi.
I ricordi, quelli che fanno volare in alto i nostri sogni, che li rendono vivi in noi, come se in quel momento tutto tornasse a parlare di passato e tu sei lì, che vorresti stringerli"
Giovanni si voltò e vide che il suo amico si era addormentato. Cercò di coprirlo meglio, con alcuni fogli che si tolse di dosso.

Ristrinse con le mani gli ultimi ramoscelli che bruciavano e la fiamma riprese vigore.
In quell'istante un insieme di campane iniziò a suonare a festa e in continuazione.
"Chissà perché" si chiese, "forse è tardi, meglio se riposi un po'."
I suoi occhi non fecero fatica a chiudersi, mentre i primi fiocchi di neve cadevano dal cielo.
Il mattino seguente, l'amico si svegliò senza far rumore prese da indosso a se i cartoni che aveva e li appoggiò su Giovanni che era rimasto senza.
Voleva restituirgli quel calore che lui gli aveva dato la notte prima.
Uscì dal cassonetto con la sua bottiglia in mano e voltandosi indietro disse "Grazie amico." .
Senza accorgersi che Giovanni non gli avrebbe più risposto e che, il regalo più grande che gli aveva fatto, era stato la sua vita per quella notte.
Le stelle che Giovanni tanto adorava cosa fanno ora?!
Lo guardano e silenziosamente illuminano quella scia che solca il suo viso,
una lacrima, quella lacrima che lo accarezza piano e che silenziosamente come la notte domani sparirà, tutto lascerà spazio ad un nuovo giorno e, quelle notti fatte di ricordi saranno aggiunte come pagine silenziose al libro della vita che nessuno smetterà mai di leggere.

(Se mi permetti di mantenerlo pubblicato grazie, altrimenti  lo elimino)

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