Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITÀ

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FËDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

 

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Dominique Lapierre - La città della gioia

Post n°181 pubblicato il 01 Marzo 2019 da ixtlann
 

"Come si fa a credere di poter condividere la condizione degli abitanti di una bidonville, in senso fisico come in senso morale, quando si gode di una salute di ferro, quando non si ha una famiglia da sfamare, curare; quando non si deve cercare un lavoro e non si ha l'ossessione di doverselo conservare; quando si sa che in ogni momento si ha la possibilità di andarsene?"

 

Il libro di cui mi accingo a parlare è molto diverso da quelli finora trattati.

Si tratta di un libro che benché abbia la struttura del romanzo, non è esattamente un romanzo, bensì il l'insieme di fatti più  o meno avvenuti messi in forma di racconto.

 

"Per entrare nella mentalità di un popolo, bisogna servirsi delle sue immagini, dei suoi miti, delle sue credenze."

 

Nel 1981 Dominque Lapierre conosce Madre Teresa di Calcutta ( a cui nel romanzo è dedicato un capitolo) e da allora niente sarà più come prima. Fonda insieme alla moglie "Action pour les enfants des lépreux de Calcutta". Lapierre tornò a Calcutta, dove rimase oltre due anni, per visitare i suoi "figli" e qui ha raccolto testimonianze condividendo la vita degli abitanti e del luogo e conoscendo alcuni dei protagonisti delle vicende narrate e racconta quest'esperienza in questo libro Nella prefazione del romanzo, Dominque Lapierre dichiara di aver cambiato il nome dei personaggi e la professione, ma che in sostanza i fatti narrati corrispondono alla realtà.

 

"Tutto ciò che non viene donato va perduto"

 

La struttura del romanzo, ambientato nei primi anni '70 segue le vicende si tre personaggi principali, Hasari Pal, un contadino del Bengala, che per la troppa povertà è costretto a lasciare il suo paesino e i parenti, e con moglie e figli si trasferisce a Calcutta, un sacerdote francese, Paul Lambert, convinto che la sua missione sia quella di condividere le sofferenze dei poveri, e che quindi va a vivere in uno "slum", ed è forse il personaggio intorno a cui più ruota il romanzo e un giovane medico americano, Max Loeb, che rispondendo a una richiesta di Paul decide di dedicare una un anno della sua vita a soccorre e curare i poveri dello slum.

 

" i nostri gesti di assistenza rendono gli uomini ancora più assistiti, a meno che non siano accompagnati da atti destinati a estirpare la radice della loro povertà."

 

La scrittura avvincente e coinvolgente fa si che si proceda facilmente nella lettura anche se a tratti può risultare lento e forse un po' noioso, e a volte l'ho trovato troppo idilliaco rispetto a quanto andava raccontando.

Per contro spesso ci si sente imbarazzati, irritati, commossi per quanto si legge, vien voglia di mollare tutto e andare li per dare una mano, per non parlare di tanti altri sensi di colpa che subito ci assalgono.

 

"Più grande era la miseria, più calorosa l'ospitalità."


 

 

 
 
 
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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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