Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITÀ

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FËDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Luglio 2018

Yu Hua - Cronache di un venditore di sangue

Post n°123 pubblicato il 24 Luglio 2018 da ixtlann
 

 

 

"Figlio mio... non hai mai venduto il sangue e sostieni di avere una buona salute? Mi stai prendendo in giro."

 

Avevo già letto Brothers di Yu hua, e come in quel caso anche questo libro si sviluppa in un ampio arco di tempo e le vicende dei protagonisti vedono come sottofondo la storia della Cina, dalla comune popolare al Grande balzo in avanti, dal triennio della grande carestia alla Rivoluzione culturale, fino ai giorni nostri.

 

"Nell'arco di cinque anni Xu Yulan partorì tre figli; Xu Sanguan li chiamò Felice Uno, Felice Due, Felice Tre."

 

Storia che chiaramente influisce e determina la vita del nostro protagonista, operaio in una fabbrica di seta, ma che viene da un paese rurale dove è tradizione vendere il proprio sangue (perché vendere il sangue è il modo più facile per guadagnare e avere soldi per vivere) Solo che il sangue a differenza del sudore è qualcosa di più profondo, legato alla famiglia e agli avi, per cui lo si può vendere solo per ragioni vitale, e così il nostro protagonista ricorrerà a questa pratica ogni qual volta nella sua vita occorreranno fatti peculiari.

"Sai, è la forza che vendiamo. Voi gente di città lo chiamate sangue, ma noi contadini la chiamiamo forza. Ci sono due tipi di forza, una viene dal sangue, l'altra dalla carne, e quella del sangue vale più soldi di quella della carne."

 

È difficile parlare di un libro che ci racconta di una cultura così lontana dalla nostra e pure mentre lo leggi pensi che in fondo forse non siamo così diversi, che forse e solo una questione di tempi più che di luoghi. Sembra impossibile che la gente potesse credere a cosa come il fatto che bere acqua aumenti il sangue anche se lo diluisce o cio che raccontano sulla frattura del cranio, ma se ci fermiamo un attimo forse dovremmo ricrederci pensando all'ingenuità e alla credulità che poteva esserci nelle nostre campagne 100-150 anni fa.

 

"Le situazioni si risolvono quando uno è sotto pressione. Solo quando uno si sente senza via d'uscita, trova la soluzione. Prima, o non la vedi, o se la vedi non sai se metterla in atto."

 

Certo il nostre autore forse su alcuni aspetti calca la mano, e la ripetitività delle storie a volte sembra esagerata, ma anche in questo caso forse se si ripensa alla vita dei piccoli paesi rurali ci si accorge che certe cose succedono dappertutto!

Il nostro protagonista vuol sembrare un duro, ma in realtà è davvero buono e tenero, e la sorte glie ne renderà merito.

 

"Da quando è scoppiata, oggi ho finalmente incominciato un pò a capire cos'è la Rivoluzione culturale. In sostanza, si tratta di un periodo di vendette private."

 

Incontriamo molti personaggi marginali che ci raccontano di gente semplice, forse un po' impicciona, ancora non era stata inventata la parola privacy, ma umana, si, una caratteristica che al giorno d'oggi si trova solo nei libri, e che ci fa rimpiangere tempi che probabilmente non abbiamo conosciuto ma che immaginiamo improntati alla fratellanza al reciproco soccorso, al riconoscersi l'uno nell'altro, anche se spesso percorsa da facili liti e bisticci, sicuramente più pregnanti di umanità di quanta se ne trovi ai giorni nostri!

 

 "Cosa teme di più una donna al mondo? Di restare vedova, di non riuscire ad andare avanti una volta rimasta sola. Non solo i soldi diminuiscono, ma la gente tratta male i figli rimasti orfani di padre. E nei periodi di tempesta non si ha una spalla su cui appoggiarsi."

 

 

 
 
 

Non innamorarti di una donna che legge - di Martha Rivera Garrido

Post n°122 pubblicato il 19 Luglio 2018 da ixtlann
 

 

 

Non innamorarti di una donna che legge,

di una donna che sente troppo,

di una donna che scrive...

Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza.

Non innamorarti di una donna che pensa,

che sa di sapere e che inoltre è capace di volare,

di una donna che ha fede in se stessa.

Non innamorarti di una donna che ride 

o piange mentre fa l'amore, 

che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più,

di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose),

o di una donna capace di restare mezz'ora davanti a un quadro o che non sa vivere senza la musica.

Non innamorarti di una donna intensa, ludica, 

lucida, ribelle, irriverente.

Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così.

Perché quando ti innamori di una donna del genere,

che rimanga con te oppure no, che ti ami o no,

da una donna così, non si torna indietro.

Mai.

 

 

 
 
 

Magda Szabó - La ballata di Iza

Post n°121 pubblicato il 16 Luglio 2018 da ixtlann
 

 

"Possibile che fosse morta anche lei e semplicemente non se ne fosse accorta? Possibile che una persona morisse prima di rendersene conto?"

 

Comincia con un funerale termina con un funerale, più o meno, quindi sicuramente non si tratta di un libro facile, veloce, rilassante.

È un libro impegnativo, che tratta argomenti impegnativi, ma che si fa leggere facilmente, con una scrittura scorrevole, anche se a me personalmente non ha entusiasmato anzi all'inizio la sua scrittura mi lasciava perplesso, ma potrebbe anche essere solo una questione di traduzione.

 

"Vedeva ogni stagione come un genere pittorico; l'inverno era un disegno a gessetto, la primavera un acquerello, l'estate un dipinto a olio, l'autunno un'acquaforte o un'incisione. Ma non aveva mai visto una campagna d'autunno come quella, quello era un autunno a olio, sembrava un paesaggio estivo, il cielo blu intenso, le foglie sparse qua e là sui rami degli alberi non erano gialle, mantenevano un verde ostinato, la terra era d'un marrone allegro, non c'era un filo di vento, il sole bruciava attraverso il finestrino dell'auto, nei campi splendeva l'oro delle zucche mature, pronte per il raccolto."

 

Una vena di malinconia e di nostalgia pervadono il libro che ci racconta del ricambio generazionale, e del diverso modo di percepire le cose, della loro importanza e del significato che possono avere per noi che sicuramente va oltre il loro fine, gli oggetti intorno a noi si impregnano della nostra esistenza è a volte diventano come fotografie, forse anche più significative e portatrici di valori invisibili, di vita e di ricordi.

Come si fa a dare un valore a cose non nostre?

Quale significato può avere per gli altri un vecchio oggetto rovinato che noi butteremmo?

Per saperlo ci vorrebbe tanta empatia, ma siamo troppo spesso troppo concentrati su di noi, sui nostri desideri, sui nostri obbiettivi per poter davvero empatizzare con chi ci sta intorno e magari a cuore, per poter andare oltre il primo sguardo superficiale e riportare tutto a noi stessi.

 

"Com'è animalesco il suo amore! - pensò spaventata Iza. - Assolutamente privo di misericordia! Chissà se tutte le persone che amano, provano un amore così possessivo in ogni istante?"

 

Il libro parla di valori una volta veri ora solo esposti, messi la per essere ammirati forse anche inconsciamente, sembra che stia parlando del nostro mondo "visuale", invece il libro è del 1963, molto prima dell'avvento dei mezzi di comunicazione che hanno cambiato il nostro universo e il nostro sistema di valori.

Un libro che parla di tante cose, dei nostri legami, dell'essere e dell'apparire, della capacità di vedersi, di percepirsi al di là di come ci immaginiamo di essere.

Non siamo capaci di empatizzare ne di vedere la realtà, vediamo ciò che vogliamo vedere! Una durissima lezione!

 

"Ora a settantasei anni, davanti a quella lapide, sapeva invece che i morti muoiono completamente e che non si può donar loro qualcosa, né con i rimorsi, né con il dolore, né con l'amore."

 

Bisognerebbe farlo leggere tutti quelli che tracciano un proprio profilo e si descrivono magnificamente, una vera lezione, un libro che lascia il segno.

 

"Anche noi un giorno o l'altro diventeremo vecchi"

 

La protagonista principale del libro è Iza, una dottoressa, la coprotagonista è la madre, Etelka, la cameriera/governante di Iza mi pare una figura estremamente marginale, sicuramente meno di Antal, l'ex marito di Iza, che per primo riesce a vedere chi è Iza oltre le apparenze, e che poi intuisce cosa sta succedendo a Etelka, e sicuramente meno dell'infermiera Lidia, che passa dalla cieca ammirazione alla visione della realtà come succede a Domokos che avrebbe voluto sposare Iza ma che alla fine fugge, quindi mi sfugge quindi si c'è anche uno"scontro" generazionale, ma tra Iza e la madre, e il tema principale mi sembra piuttosto la differenza tra ciò che appare e ciò che è, che coinvolge tutti i personaggi. In ogni caso è vero che ognuno di noi trova in un libro cose diverse!

 

 

 
 
 

José Saramago - La caverna

Post n°120 pubblicato il 12 Luglio 2018 da ixtlann
 

 

 

 

"L'espressione verbale umana non sa, e probabilmente non lo saprà mai, conoscere, riconoscere e comunicare tutto quanto è umanamente sperimentabile e sensibile."

 

"Il male non è avere un'illusione, il male è illudersi,"

 

Forse uno dei miei preferiti, placido tranquillo che sembra un lago immoto, lento, ma avvincente come pochi e forse come pochi sempre attuale, o forse sarà che ho la stessa età del protagonista e benché ami questo grandissimo autore per il suo modo di usare le parole, in questo caso, oltre l'uso della parola, mi hanno colpito i temi toccati e come sono stati affrontati, la consistenza della verità, la difficolta di parlare ed esternare, seppur alle persone care, cosa ci sconquassa il cuore, la vita in quanto illusione, la bellezza di avere qualcuno vicino e la forza che se ne riceve.

 

"Ciò che non voglio è ciò che non posso, ciò che non posso è ciò che non voglio."

 

Saramago rilegge il mito di Platone mai attuale come nell'era moderna e contemporanea.

La storia vede il nostro protagonista, un vasaio, artigiano che deve misurarsi con il "progresso", con la società che avanza e decide quale che sia la realtà. Antieroe per eccellenza nella sua qualità di persona al margine della società e che rischia di essere fagocitato dalla modernità e al tempo stesso eroe che si ribella contra la verità imposta, il nostro vasaio con la figlia e il genero sono risucchiati nel gorgo del "centro" gigantesca costruzione che domina la città e che nella sua continua crescita modifica la fisionomia della città stessa, simbolo della caverna che definisce cosa è reale e cosa no, non dando assolutamente peso e importanza alle persone in quanto esseri pensanti ma determinandone le scelte il concetto di realtà.

 

"Com'è difficile separarsi da quello che abbiamo fatto, sia esso cosa o sogno, anche quando lo abbiamo già distrutto con le nostre stesse mani. "

 

Quando il libro è stato scritto, forse "il grande fratello"  che stabiliva cosa fosse vero e cosa no, era sicuramente la televisione, infatti per affermare quanto una cosa fosse vera si diceva "l'ha detto la televisione", internet che avrebbe dovuto invece premiare la  pluralità ci ha portato ancora più giù, e la verità non esiste se non quella globalizzata, imposta dal mercato e dai pochi detentori dei mezzi di comunicazione di massa. Siamo in un epoca in cui le ombre sono davvero la realtà e nessun vasaio apre gli occhi e abbandona il centro, per una vita nuova.

 

"le aspettative fanno più che annullare semplicemente le sorprese, attenuano le emozioni, le banalizzano, tutto ciò che si desiderava o si temeva era già stato vissuto mentre lo si è desiderato o temuto."

 

Libro davvero e sempre più attuale, lento ma mai noioso, pieno di speculazioni che lo rendono profondo come tutte le opere di questo grande scrittore, che riesce ad essere fluido ed avvincente anche quando sembra che non succeda niente, mentre tutto è sempre in movimento, tutto cresce tutto si trasforma.

Saramago ha la capacità di dare animo e pensieri anche alle cose inanimate e non solo a persone e animali, e ci lascia con un visione di speranza per un futuro incerto, da cercare, ma sicuramente migliore in quanto scelto liberamente.

 

"non meritiamo il pane che mangiamo,"

 

"Fortunatamente ci sono i libri. Possiamo dimenticarli su uno scaffale o in un baule, lasciarli in preda alla polvere e ai tarli, abbandonarli nel buio delle cantine, possiamo non posarvi lo sguardo per anni e anni, ma a loro non importa, aspettano tranquillamente, chiusi su se stessi perché nulla di ciò che contengono si perda, il momento che arriva sempre, quel giorno in cui ci domandiamo, Dove sarà quel libro che insegnava a cuocere la creta, e il libro, finalmente convocato, compare."

 


 

 

 
 
 

Kurt Vonnegut - Galapagos

Post n°119 pubblicato il 03 Luglio 2018 da ixtlann
 

 

"La paurosa diffusione del mendacio aveva fatto sì che nessuno fosse più disposto a credere a chicchessia."

Un libro di fatascienza incredibile, teoricamente scritto tra un milione di anni da un fantasma che non vuole lasciare la terra per la curiosità di vedere come andrà a finire, e che racconta come dal 1984 la stirpe umana comici il suo declino, a causa del cervello troppo grande  responsabile di micidiali catastrofi, fino a trasformarsi in un animale anfibio dal cervello più piccolo che non crea più problemi. il libro scritto con ironia si rivela un po' per volta alternando flashback ed anticipazioni, senza grandi sorprese, ma mentendo alta la presa sul lettore e vivo  l'interesse. Molto bello, con spunti e riflessioni davvero inattesi.

 

"Diceva il Mandarax: I giuramenti altro non sono che parole, e le parole altro non sono che vento. Samuel Butler (1612 - 1680)"

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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