Fatti e opinioni

"Questo viso non mi è nuovo!"

Vi ricorda qualcuno? No, non la battuta di Totò, dico il culo.

Be', questa faccenda di Brancher dovrebbe aprire gli occhi a chi ancora crede che Berlusconi sia un grande uomo politico liberale.

(A proposito, andatevi a leggere la voce "Liberalismo" sul Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano. La mia sorpresa è aumentata riga dopo riga e, alla fine, non mi è parsa strana la conclusione: "Il ricorso casuale o surrettizio all'uno o all'altro dei concetti di libertà che sono stati elaborati nella storia del pensiero filosofico ha reso l'idea liberale in politica confusa e oscillante e l'ha talora condotta alla difesa o all'accettazione della non libertà".)

Torniamo al Nostro: dopo aver sistemato i suoi affari urgenti (un'azienda soffocata dai debiti, qualche problemino giudiziario di natura penale e civile), si è dedicato ai suoi hobbies: giocare al capo di governo, allo statista internazionale, alla guida morale (senza offesa per l'etica, da Aristotele in poi) degli industriali, ma che dico, di un popolo, se non del mondo intero, alla salvezza del quale concorre in misura determinante con i consigli che elargisce ad Obama e a Putin.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: uno scadimento generalizzato dei valori e delle regole che fanno grande una nazione. Rispetto, onestà, solidarietà sono ormai retaggio di una minoranza di irriducibili (associazioni, gruppi, comunità di vario orientamento). Le regole ovviamente sono inutili (a cominciare dall'infernale Costituzione) e spesso si cambiano anche durante il gioco, a vantaggio del giocatore più forte. Ma già, su questo "honni soit qui mal y pense"...

Sia chiaro, non sto affermando che è tutta colpa del nostro caro leader; solo che dopo il terremoto di Tangentopoli, che ha mostrato in quale fogna stavamo sguazzando, il nostro furbo n. 1 ha approfittato dell'occasione per presentarsi come l'uomo nuovo, il soggetto impolitico, uno di noi, che avrebbe sistemato tutto. E gli Italiani in fila a votarlo, dimenticando che in quella fogna si era affermato, che con politici tangentisti era legato a doppio filo e che per essere uno di noi era un po' troppo ricco.

Bisogna convenire che ha fiuto ed è un uomo d'azione, certamente non è uno stupido. E' un grande venditore ed ha saputo vendersi molto bene. D'altra parte il comportamento degli Italiani non mi meraviglia: per ragioni storiche manchiamo di una forte identità e di una cultura della responsabilità (questo grazie alla Chiesa cattolica, il cui Dio è misericordioso: mafiosi eccetera non sono tutti devoti?) e siamo abituati ad arrangiarci, chiunque sia il padrone.

Mi si dirà che l'alternativa a Berlusconi non era migliore. Ed è qui che si manifesta il grave deficit di democrazia in cui siamo precipitati nel tempo: l'idea che tanto i politici sono tutti uguali. Non è così, come sappiamo bene quando votiamo alle elezioni comunali ed abbiamo la possibilità di scegliere persone che conosciamo. Possiamo anche votare per un disonesto, ma ne siamo consapevoli; e se viene eletto la responsabilità è nostra. Ma alla responsabilità ho già accennato.

Il fatto è che l'impegno politico è faticoso (è un impegno, appunto) e preferiamo affidare una delega in bianco all'imbonitore di turno, purché sia affascinante, parli bene, sia ricco di suo ("così non ruba") e ci prometta che penserà lui a tutto e saremo per sempre anche noi ricchi e felici.

Per rimediare a questo sfacelo (mi riferisco al crollo dei valori, al qualunquismo, al gretto egoismo) dovranno passare almeno due generazioni (dopo la fine dell'era berlusconiana, chiaro): tale è la portata del danno.

Manifestavo almeno la speranza che qualche "verginella" - non  tutte, per carità! - si accorga ora che il re è nudo. Ma chissà... Tra Berlusconi e le "verginelle" c'è un rapporto speciale: lui le adora, loro lo votano.