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L'informazione TV sulla miniera del Sulcis

Post n°24 pubblicato il 31 Agosto 2012 da infernox

Da un po’ guardo i telegiornali nazionali con occhi disincantati.   Vedo dei bellissimi e lacrimevoli servizi sui “poveri” minatori del Sulcis impegnati in un duro confronto con le autorita’ sul futuro della loro miniera.  Perche’ dico che sono disincantato?

 

Ma perche’, avendo un computer e disponendo di collegamento internet, a costo zero ho potuto informarmi meglio della situazione effettiva della miniera sarda.  Allora, la prima cosa che salta all’occhio, basta leggere Wikipedia, e’ che queste miniere gia dal lontano 1962, con il passaggio alla gestione Enel, sono state considerate antieconomiche e quindi chiuse.

 

Gia’, ma che fare con i lavoratori?   All’epoca c’erano i carrozzoni di stato, e fu facile costituire una societa’, chiamata Carbosulcis, e farla gestire dal primo carrozzone disponibile, l’Egam.    Cosi’ per 26 lunghi anni le miniere rimasero chiuse, ma la societa’ continuava ad operare, ed a pagare i salari agli operai, grazie alle sovvenzioni statali (poi uno si chiede da dove proviene l’enorme debito pubblico italiano).

 

Nel 1988, sempre secondo Wikipedia, la produzione riprese, ma fu un fuoco di paglia.   Ulteriori difficolta’ provocarono il passaggio della proprieta’ di Carbosulcis alla Regione Sardegna, che avrebbe dovuto portare alla privatizzazione, nell’ottica dell’ondata di liberalizzazioni in corso in tutto l’Occidente.    

 

Un altro documento, che parla del carbone e della sua storia, reperibile sul sito Eni, dice testualmente che l’attuale produzione di carbone in Europa e’ del tutto non competitiva e viene tenuta in vita grazie a sussidi pubblici, principalmente per motivi di sicurezza di approvvigionamento energetico.   Anche in Italia si verifica l’esattezza dell’assunto, in quanto il carbone del Sulcis viene utilizzato dalla vicina centrale termoelettrica dell’Enel di PortoVesme, che ne deriva una quantita’ consistente di incentivi statali.

 

Un’altra notizia reperibile su internet e’ quella connessa al piano di ristrutturazione della miniera, in connessione con la centrale, per il quale era stato predisposta una gara alla quale avrebbero dovuto partecipare aziende private, ma che a quanto pare e’ andata deserta.   Le motivazione sembrano essere connesse con l’assoluta antieconomicita’ della soluzione prevista, che avrebbe dovuto permettere alla futura centrale integrata di poter vendere l’energia ad un prezzo almeno tre volte quello di mercato, per tenere i conti in attivo.

 

Di tutto quanto sopra, nei servizi televisivi, neanche una parola.   Quella miniera e’ un cadavere che sopravvive (altrimenti detto “zombie”) da almeno 15 anni, se non di piu’.   Lo stato attraverso le sue istituzioni ha profuso gia’ centinaia di milioni di euro (delle nostre tasse).   Per quanto dovra’ continuare questa situazione?    E per quanto dovremo sopportare questi lacrimevoli e deleteri servizi anti-informativi?

 

p.s. non e’ che non me frega dei poveri minatori del Sulcis, ma in Italia ci sono centinaia di migliaia di lavoratori messi sulla strada dall’oggi al domani (e ne conosco personalmente qualcuno) e nessuno si mette a piangere ne’ a fare lacrimevoli e pessimi servizi televisivi in merito.

 

 

  

 
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