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ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Decrescita felice?

Post n°38 pubblicato il 12 Marzo 2013 da infernox

Semplificare le cose complesse.   Usare l’esperienza per riparare i guasti.  Una cosa del genere puo’ essere appropriata anche per la situazione politico-economica italiana?

 

L’Italia non va bene per niente.   L’economia si e’ avvitata in una spirale depressiva senza sbocco.   L’anno appena concluso ha portato ad un calo del PIL del 2,8%.     Il 2013 sembra che portera’ ad un ulteriore calo sopra l’1%.

 

Cosa si puo’ fare per rimediare a questo stato di cose?   Leggo varie opinioni sui media, compreso internet.    Adesso quella che va per la maggiore sembra quella che porterebbe ad uno sblocco immediato dei vari pagamenti che lo Stato deve alle imprese, per un importo di circa 48 miliardi di euro.     Ma questa non e’ forse ulteriore spesa pubblica?   Se lo Stato deve dei soldi alle imprese e’ sicuramente cosi’.

 

Altri infatti dicono che il motivo principale dei problemi e’ l’eccesso di spesa pubblica.   Poiche’ la spesa pubblica e’ altamente improduttiva l’eccesso di questa spesa porta ad un calo della produttivita’ del sistema, e di conseguenza ad una perdita di competitivita’ dello stesso, con connesso un calo del fatturato complessivo a favore di altri stati piu’ competitivi (es. Germania).

 

La proposta del centro-destra e’ quella di una diminuzione delle tasse sulla casa.   Restituire circa 8  miliardi di euro in un anno relativi all’IMU prima casa dovrebbe portare ad un aumento dei consumi e far ripartire l’economia.   Teniamo conto che 8 miliardi sono lo 0,5% del PIL.   Potrebbe bastare?  Mi sembra poco.

 

Resta in ogni caso il fatto che i soldi in cassa non ci sono e che reperire da una parte 48 miliardi e dall’altra 8 miliardi penso voglia dire fare altri debiti (altrimenti dove sono i soldi?  Sotto il materasso?   Raccolti nei giardini?).    Il debito sul PIL quindi aumenterebbe in entrambi i casi.

 

Un’altra ipotesi e’ quella del M5S, e cioe’ il reddito di cittadinanza, che coprirebbe coloro che hanno perso il lavoro (o non l’hanno ancora trovato, es. i neo-laureati).  Qui le cifre oscillano dagli 8-10 ai 38-40 miliardi, quindi siamo nel range di cui sopra.   Stesso discorso sul reperimento delle risorse necessarie.

 

Il lato innovativo del M5S e’ quello che teorizza la “decrescita felice”.   In pratica i soldi si dovrebbero trovare limitando gli investimenti in grandi opere (come la TAV) ritenute inutili e/o addirittura dannose.   Secondo questa teoria non e’ piu’ il PIL l’indicatore del benessere, ma occorre produrre di meno e contemporaneamente riciclare di piu’  In pratica: meno discariche ed inceneritori e piu’ raccolta differenziata, meno acciaierie e raffinerie e piu’ pannelli fotovoltaici ed eolici, ogni famiglia deve diventare produttrice della sua energia consumata (ovvio sempre meno possibile, quindi lampadine a basso consumo, ristrutturazioni energetiche degli edifici, basso impatto ambientale per i nuovi edifici).

 

Non nego che in un’ottica di un mondo “finito” e quindi di risorse “finite” la teoria della decrescita felice, o quantomeno di una stabilizzazione della crescita potrebbe essere indispensabile a medio-lungo termine.   Resta da stabilire se a breve termine questa soluzione puo’ portare ad un miglioramento delle gestioni famigliari in crisi.   Puo’ bastare il reddito di cittadinanza?  

 

 

 
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