Diario Infernale

Domenica scorsa si sono svolte le regionali per Calabria ed Emilia-Romagna.  Il voto era particolarmente importante per l’Emilia-Romagna, in quanto questo “feudo” del PD da tempi immemorabili era diventato contendibile dalle destre, in base agli ultimi risultati elettorali conseguiti nelle elezioni europee del 2019.

            Purtroppo la contendibilita’ poteva verificarsi in condizioni di tripolarismo, e cioe’ con i 5stelle ancora adeguatamente forti, come nei momenti successivi alle elezioni politiche del 2018, quando avevano preso il 33%.    E la contendibilita’ diventava probabile specie dopo gli eventi del 2019, quando la politica di Salvini aveva provocato un prosciugamento a destra dei 5stelle, con conseguente deflusso dei voti dai 5stelle alla Lega.

            Forse se Salvini non avesse fatto cadere il Governo giallo-verde l’Emilia-Romagna sarebbe caduta in mano alla destra.   In quel caso i 5stelle avrebbero con tutta probabilita’ conservato parte dei loro voti e il PD non sarebbe riuscito ad ottenere lo strabiliante 34% che ha ottenuto domenica.

            Purtroppo invece Salvini ha strappato, ed i 5stelle si sono alleati al PD, e a loro volta sono stati “prosciugati” a sinistra.   Come un vampiro, il PD li ha risucchiati nella sua sfera politica, e nonostante poco prima delle regionali abbiano deciso di correre da soli (in Umbria avevano fatto alleanza con il PD e ne era risultata una debacle) l’espediente non e’ servito a molto.  

            Catastrofico inoltre l’abbandono della posizione di capo politico di Di Maio 4 giorni prima delle elezioni.    Il poverino si e’ dimesso con un discorso molto proiettato sull’utopia.  Utopia del primo programma politico dei 5stelle, che pure e’ stato realizzato in parte, per esempio nel reddito di cittadinanza, oppure nel taglio dei parlamentari.

.           Ma la realizzazione del programma non e’ bastato.  Basta osservare i dati in Calabria, quando su oltre 170.000 beneficiari del reddito di cittadinanza i voti per i 5stelle sono stati all’incirca 50.000, meno di un terzo.   D'altronde gli italiani, una volta incassato il bonus, lo dimenticano alla velocita’ della luce, come e’ gia’ successo con Renzi quando concesse i famosi 80 euro (che adesso sono diventati 100 grazie a Zingaretti e Gualtieri).

            La brutta cosa e’ che i Governi successivi non rivedono le scelte sbagliate precedenti, ma tendono a rafforzarle.