Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Un Drago brunetto, ma anche grillino

Post n°116 pubblicato il 13 Febbraio 2021 da infernox

       Diciamocelo chiaro.   La riuscita del tentativo di Draghi e’ indice della riuscita del tentativo di Renzi di eliminare Conte, ed anche della crisi dei maggiori partiti, che sono stati costretti, per la quasi totalita’, a sconfessare se stessi per riunirsi tutti assieme nella maggioranza nuova che sostiene l’ex presidente della BCE.   A pensar bene gli unici partiti che non sono stati granche’ toccati dalla rivoluzione Draghi sono appunto Italia Viva di Renzi e Forza Italia di Berlusconi, che avevano fin da prima spinto per un cosiddetto “Governo del Presidente” o “Governo dei Migliori”.

            Adesso forse Conte potra’ costituire un trait d’union tra PD e 5stelle, che pero’ si sono fortemente spaccati nella votazione su Rousseau che doveva dare o negare l’assenso all’appoggio da dare a Draghi.    Da definire anche il futuro ruolo di Conte tra i 5stelle, mentre nel frattempo Di Battista lascia il MoVimento per appartarsi in un angolo in attesa dei futuri sviluppi.

            I 5stelle diventano quindi molto piu’ verdi e molto meno movimentisti e anti-europeisti, svolta per altro gia’ definita nel 2019 con il voto sulla Ursula von der Leyen.   Nel contempo la Lega diventa piu’ europeista e meno sovranista, e si adegua alla pioggia di euro che stanno per arrivare da Bruxelles.

            I partiti maggiori sono insieme nella maggioranza, che vede fuori di essa solo il partito della Meloni, che continua nella sua linea di coerenza patriottica anti-sinistra immigrazionista.

            Non vedo grosse difficolta’ nell’immediato, il percorso del nuovo Governo sara’ abbastanza facile nei primi mesi.  Dovra’ solo occuparsi di organizzare in modo piu’ efficiente il piano delle vaccinazioni e di stilare alla meglio il Recovery Plan da rassegnare all’Europa entro il 15 aprile.   Dopo di che comincera’ la campagna elettorale per le amministrative di giugno e in quel frangente inizieranno i primi mal di pancia.

            Infatti i partiti che sono allegramente insieme al Governo nazionale si scontreranno in periferia.   Mentre e’ sicura l’alleanza di centro-destra, sarei piu’ possibilista sulla coalizione PD-5stelle.    Se si verificasse, allora anche la sinistra diventerebbe competitiva e potrebbe rinnovare le sue sindacature.  Si votera’ in 1289 comuni, fra cui 20 capoluoghi di provincia.  I nodi nevralgici sono Torino e Roma, dove ci sono i 5stelle, nonche’ Milano e Napoli, in mano alla sinistra.  

Riusciranno a mettersi d’accordo?

Ecco i nomi dei componenti del nuovo esecutivo.
Luciana Lamorgese - Interni;
Marta Cartabia - Giustizia;
Daniele Franco - Economia;
Luigi Di Maio - Esteri;
Giancarlo Giorgetti - Sviluppo economico;
Stefano Patuanelli - Agricoltura;
Roberto Cingolani - Transizione ecologica;
Federico D'Incà - Rapporti con il Parlamento;
Vittorio Colao - Innovazione tecnologica;
Roberto Speranza - Salute;
Andrea Orlando - Lavoro;
Patrizio Bianchi - Istruzione;
Enrico Giovannini - Infrastrutture;
Dario Franceschini - Cultura;
Renato Brunetta - Pubblica amministrazione;
Maria Stella Gelmini - Affari regionali;
Mara Carfagna - Sud;
Elena Bonetti - Pari opportunità;
Erika Stefani - Disabilità;
Fabiana Dadone - Politiche giovanili;
Massimo Garavaglia - Turismo:
Lorenzo Guerini - Difesa;
Cristina Messa - Università.

 
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Il (Vis)Conte dimezzato

Post n°115 pubblicato il 21 Gennaio 2021 da infernox

    Negli ultimi giorni il panorama politico del paese si e’ un po’ incendiato.   La tensione che covava in sordina da qualche settimana si e’ acuita e la corda infine si e’ spezzata.

            Questo Governo e’ una creazione di Matteo Renzi.   Nel 2019, quando Salvini si e’ sfilato, con l’intenzione di rimuovere Conte ed in sottordine di andare alle elezioni a fare l’en plein, Renzi aveva operato in modo di risuscitare Conte (alla faccia di quelli nel suo partito che non lo volevano), e di creare una maggioranza alternativa che evitasse i “pieni poteri” chiesti da Salvini.

            Per parecchi mesi la nuova maggioranza e’ andata avanti alla meno peggio, poi e’ scoppiata la pandemia e tutto e’ precipitato in un’emergenza continua, cioe’ paradossale, in quanto un’emergenza puo’ essere definita tale solo se eccezionale e di breve durata.

            La seconda ondata, iniziata ad ottobre, ha complicato le cose.   Inoltre la decisione europea di lanciare il grande piano di Recovery, dotato di ben 750 miliardi di fondi europei, ha introdotto un nuovo fattore di discussione all’interno della maggioranza.  

            E’ probabile che Conte si sia un poco montato la testa e si sia creduto insostituibile, punto di equilibrio tra forze diverse.   Ma Renzi ad un certo punto ha cominciato a pensarla in modo diverso.   Il problema per Renzi, che nel frattempo era uscito dal PD per formare un nuovo partito, Italia Viva, era che Conte stava diventando troppo ingombrante.  Piu’ che punto di equilibrio, stava diventando un pericoloso concorrente in area centrista.   L’ipotesi che Conte potesse costituire un partito a sua volta a far concorrenza a Renzi era piu’ che plausibile.

            L’obiettivo di Renzi, a questo punto e’ diventato chiaramente quello di sostituire Conte con un altro premier che gli facesse meno ombra.    In questo tentativo pero’ non ha avuto molto aiuto da parte del PD di Zingaretti, a cui Conte tutto sommato poteva far comodo, in questa fase, anche se all’inizio magari non ne erano tanto convinti.   Nel PD opera anche quella eminenza grigia rappresentata da Franceschini, politicamente molto abile, ed i deputati piddini seguono molto i consigli di Bettini, anch’egli molto navigato nei giochi parlamentari.

            Quindi la manovra a Renzi non e’ riuscita.   Allora il “bullo” (come lo chiamava Pansa) si e’ messo a fare il gioco duro, da buon pokerista qual’e’.  La mossa finale e’ stata quella di ritirarsi dal Governo, mettendo in crisi la maggioranza.   Conte e’ stato costretto a presentarsi alle Camere, per chiedere un voto di fiducia.   Ovvio che non si e’ dimesso, come da copione.  Non l’ha fatto prima, ne’ poteva farlo adesso, in dispetto a Renzi.

            Il voto si e’ concluso ieri.  Alla Camera Conte ha preso 321 voti, maggioranza assoluta (in calo di una ventina di voti).   Al Senato 156 voti, maggioranza relativa (prima ne aveva 169).  Renzi lo puo’ far cadere, ma deve stare attento ai suoi senatori.  Per ora non si e’ sbilanciato, sta aspettando il momento opportuno, da buon gattone col topo.

 
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Virus terza ondata

Post n°114 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da infernox

   Adesso i problemi del paese stanno venendo al pettine.   La gente comincia ad essere sinceramente stanca di tutte le fanfaronate demagogiche di questa maggioranza, soprattutto dei 5stelle, che hanno ormai dimostrato quello che sanno (non) fare, al di la’ di ogni dubbio o incertezza.

            Cosa sanno fare?   Si stanno producendo in una pletora di sovvenzioni e di bonus, senza toccare nel vivo il problema, che e’ correlato al blocco di interi settori produttivi, dalla ristorazione al turismo, all’intrattenimento, allo sport e al fitness, etc.     Blocco che e’ stato messo in atto per diminuire la pressione sul sistema sanitario, che nel frattempo non e’ stato potenziato come avrebbe dovuto, nei mesi trascorsi da inizio pandemia, ne’ sono stati messi in atto quegli accorgimenti che avrebbero dovuto servire a minimizzare il rischio, nei trasporti, nelle scuole, nelle attivita’ sociali.

            A questo punto, dopo la gestione catastrofica dei mesi passati, due nodi sono essenziali.  Il primo e’ connesso al piano vaccini, che deve essere accelerato il piu’ possibile e che serve a diminuire il rischio sanitario.  Il secondo e’ invece collegato con il “Next Generation UE”, che e’ il fondo miliardario che l’Europa sta costruendo per far riprendere l’economia, dopo la batosta del 2020 con un PIL in calo del 10% circa.

            Se tanto mi da tanto, dopo l’esperienza ormai trascorsa, quali sono le garanzie che questo Governo sappia gestire al meglio queste due questioni essenziali?    Secondo me sono vicine allo zero.   Forse per questo Renzi, che e’ un marpione o un bullo (come lo definiva Pansa) , ma che non e’ stupido, sta smuovendo la melma dello stagno della maggioranza per cercare di dare una sterzata al Governo, che puo’ consistere in un nuovo premier, oppure in un rimpasto generalizzato della governance.   Insomma qualcosa deve cambiare in meglio, altrimenti la maggioranza e’ fritta, e purtroppo con lei anche il popolo italiano, in quanto non ci saranno altre occasioni, prima del crollo finale.

            La beffa sarebbe proprio che la situazione del paese tracollasse fino ad una situazione insostenibile, e poi a quel punto la maggioranza si sfaldasse e la patata bollente del disastro finisse tra le mani di una destra tutt’altro che unita, con i soldi della UE ormai irrimediabilmente perduti nei meandri della nostra inefficiente burocrazia.

 
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Stati Generali

Post n°113 pubblicato il 16 Novembre 2020 da infernox

Un po’ in sottordine, vista la grande rilevanza che hanno assunto negli ultimi tempi le problematiche relative alla seconda ondata della pandemia, ed anche, ancora oggi dopo oltre 10 giorni, le elezioni americane, con le tensioni all’interno di quella grande democrazia, si sono svolti i cosiddetti “Stati Generali” del Movimento 5stelle.

            I 5stelle sono al potere da ormai 30 mesi.   Hanno realizzato in questo frangente alcune parti del programma (si fa riferimento al famoso reddito di cittadinanza, nonche’ alla diminuzione del numero dei parlamentari, principalmente).   Ma la cosa importante e’ che si sono consolidati su di un supporto stabile che li vede ancorati alla sinistra, che tutto sommato ha resistito bene all’assalto delle destre, risultate maggioritarie alle elezioni del 2018 e sempre piu’ in crescita nei due anni successivi.

            Tralasciando l’evoluzione delle preferenze all’interno delle destre, che hanno visto un’apoteosi della Lega con Salvini Ministro dell’Interno, e poi uno scivolamento dei voti potenziali da Salvini a Meloni (che ad oggi e’ la politica piu’ amata d’Italia), si puo’ osservare che l’alleanza tra 5stelle e PD e’ solida, tiene bene, si attesta ad oltre il 40% nei sondaggi contando anche i partiti minori, ed ha, soprattutto, una maggioranza stabile in Parlamento, quindi puo’ procedere serenamente ad oltranza pur nella crisi pandemica e relativa crisi economico-sociale annessa.

            In questo contesto i 5stelle cercano di darsi un’organizzazione piu’ adeguata alle esigenze della politica e della gestione del potere.  Dagli Stati Generali e’ emersa la proposta di dare al MoVimento una gestione collegiale, invece di affidarsi ad un capo politico unico.   Si nota che all’interno del MoVimento si e’ creata una sezione governista (Di Maio, Fico) ed una sezione movimentista-massimalista (Di Battista).   Ma anche Di Battista non vede con sfavore l’alleanza a sinistra, anche se non considera utile un’alleanza strutturale, ma solo di tipo programmatico.

            A breve ci sara’ una votazione degli iscritti, su Rousseau.   Da notare che Casaleggio junior non si e’ presentato agli Stati Generali, ne’ c’e’ stato il solito messaggio video di Grillo.   I due si sono tenuti fuori da questa fase delicata che riguarda la gestione futura della leadership. 

 
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Tenuta del PD

Post n°112 pubblicato il 22 Settembre 2020 da infernox

 

Sono avvenute ieri e l’altro ieri le elezioni regionali, in concomitanza con il referendum sul taglio dei parlamentari, che hanno riguardato ben 7 regioni fra cui alcune di importanza primaria come Toscana, Campania e Puglia.

            Si testava, come era gia’ successo ad inizio d’anno in Emilia-Romagna, la tenuta delle sinistre all’assalto della Lega, supportata da FDI, cioe’ due partiti palesemente anti UE e dichiaratamente populisti.   E come in Emilia-Romagna, puntualmente, la sinistra ha tenuto, addirittura in grande spolvero, come in Campania, dove il Governatore in carica, De Luca, ha travolto il candidato delle destre, Caldoro, con un sonoro 65%.

            In concomitanza l’esito del referendum ha dato ragione al SI, non tanto per l’adesione plebiscitaria dei 5stelle, promotori della modifica costituzionale, quanto per la somma dei voti delle destre, che in grande maggioranza (75%) si sono dichiarate favorevoli al SI al taglio dei parlamentari, i quali scendono cosi’ da 945 a 600.

            In sostanza il risultato delle elezioni conferma il crollo dei 5 stelle, ridotti ormai intorno al 10%, e solo al sud, la tenuta del PD, e la conferma che gli italiani sono ancora irritati dei privilegi della casta, ma che questa leva non porta piu’ fieno in cascina ai grillini, ma si disperde in mezzo ai tre partiti di destra, che peraltro, nei loro quartier generali, se ne infischiano alquanto.

            Mi ha dato fastidio l’assillante campagna per il NO al referendum propugnata da esponenti di spicco della destra (es. Brunetta), con la scusa di evitare di rafforzare il M5S, quando quest’ultimo e’ ormai evidentemente un “morto che cammina”.   Nel contempo mi divertiva l’imbarazzo dell’entourage di Zingaretti, a parlare di referendum, quando per ben tre volte al Parlamento il PD aveva detto NO alla riforma, ed adesso si trovava alleato con quel partito che proprio la riforma aveva progettato e sosteneva.   I suoi elettori in maggioranza hanno votato NO, com’era ovvio.  Paradossi della politica italiana.

 

 
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