Diario di una grassa

Della ricerca di sé tra le pieghe delle emozioni, dei sentimenti, dei pensieri e... dell'adipe!

Creato da DiarioDiUnaGrassa il 07/02/2009

 

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E PUNTUALMENTE...

Post n°23 pubblicato il 10 Marzo 2009 da DiarioDiUnaGrassa

Il mio senso di colpa è Svizzero. Lo è sempre stato e non sono mai riuscita a fargli cambiare nazionalità.

Per questo motivo ieri si è presentato alla mia porta ed ha bussato e bussato fintanto che io non ho aperto. Aveva ragione, sono stata scomposta. E a me di essere scomposta proprio non va giù.

In realtà avrei preferito non mettere i fatti miei in piazza, ma visto che mi è stata negata la possibilità di un confronto onesto e leale, ho dovuto sputare il dolore nel posto più anonimo che avevo. Anonimo sì, ma non sconosciuto. E quindi il protagonista di tutta questa storia si è giusto un po’ risentito.

Allora io avrei un paio di cose da dire e poi passo ad altro:

intanto se si chiede pulizia nell’affrontare i conflitti, si deve essere pronti a concederla e anche ad affrontare ogni possibile conseguenza delle proprie azioni;

in secondo luogo, sarebbe opportuno imparare a chiedere scusa per il dolore causato ad altri, soprattutto se si è gridato il proprio amore imperituro in ogni dove (anche recentemente);

terzo, io ho il diritto di sfogare e urlare il mio dolore come meglio credo, fintanto che questo non causa danni a nessuno.

Questo, ovviamente, non mi ha impedito di sentirmi in colpa.

Per il modo in cui ho reagito, per il fatto che non sono riuscita a sistemare la frattura (come se fosse una cosa che potevo fare da sola!), e (orrore!) per i pensieri di vendetta che ho maturato.

Io non sono così. O almeno non sono normalmente così. E questo mi ha fatto paura.

Io non mi vendico, non lancio anatemi, mi arrabbio senza insultare, non incolpo mai nessuno. Semmai incolpo me.

Qualcuno potrebbe vedere questa cosa come un’evoluzione. Probabilmente sto imparando a veicolare la rabbia, elaborare le perdite e a lasciar andare le persone. Ma io mi sono spaventata lo stesso.

Ieri ho pianto tutte le lacrime che avevo.

Le ho piante da sola, con il mio immunologo, all’università, con la mia migliore amica.

E poi ho deciso di non parlare più di questa storia…

L’ho deciso ieri, così come ho deciso ieri di scrivere questo post…

E ora cala il sipario su una faccenda privata che è trascesa in dramma e temo (o forse spero) non sia ancora finita.

Ma questa forse è solo una mia illusione… ché non smetterò mai di credere nella bontà delle persone.

 
 
 
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