Un blog creato da Eugenio1973 il 12/06/2009

Disoccupato

Le giornata dopo la perdita del lavoro nella "Crisi"

 
 
 
 
 
 

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Nero nel cuore »

Considerazioni di un relax forzato

Post n°1 pubblicato il 12 Giugno 2009 da Eugenio1973
 

Apro questo Blog per condividere la mia esperienza con tutti quelli che si trovano a fronteggiare la mia stessa condizione (quella di disoccupato appunto) o che semplicemente sono interessati all'argomento e vogliono esprimere la loro solidarietà.

Quando, poco più di un anno fa, sentivo sui media con sempre maggiore insistenza la parola "Crisi", la cosa mi lasciò quasi indifferente; assistere in televisione alla crisi che coinvolgeva le famiglie e le imprese americane mi sembrò qualcosa di lontano, qualcosa che non mi riguardava direttamente, mi sembrava quasi di assistere a quei film in cui si ipotizzano le conseguenze apocalittiche dei nostri comportamenti quotidiani (come terremoti catastrofici o inondazioni terrificanti) che distruggono paesi o addirittura il mondo intero, che sembrano però non coinvolgerci direttamente, confinati in un futuro non precisato o con probabilità infnitesimali di verificarsi nel concreto con simili caratteristiche.

Ero convinto, insomma, che la "Crisi" non mi avrebbe coinvolto più di tanto; dopo tutto avevo un lavoro fisso (e per noi gente del sud è già un miraggio), ero assunto con un contratto a tempo indeterminato e, mensilmente, ricevevo regolarmente il corrispettivo indicato inbusta paga (questo, più che un miraggio una vera e propria utopia almeno per quelli che non hanno la fortuna di avere un impiego pubblico o lavorare per qualche grande azienda o istituto di cedito)

Ero abbastanza soddisfatto. Certo il lavoro non era quello che mi aspettavo quando ho conseguito la laurea con buoni voti, ma era comunque sufficiente a permettermi di fare progetti per il futuro assieme a mia moglie. Abbiamo ristrutturato casa, comprato i mobili e cambiato l'auto (quella che avevamo prima ci aveva lasciato per strada). Stavamo perfino cercando di avere un figlio: superati i trentacinque anni si comincia ad avvertire il bisogno di una famiglia tutta tua. Eravamo sposati da un po ma avere un figlio era un desiderio che entrambi avvertivamo, volevamo trasformare in famiglia quel legame che ci univa.

Dopo tutto, anche se i soldi non erano molti, entambi (provenienti da famiglie di operai) siamo stati abituati ad accontentarci ed a fare sacrifici, a rinunciare spesso al superfluo. Potevamo avere dei figli che avremmo cresciuto con sani principi.

Dopo mesi di ansia nell'attesa di un figlio finalmente il 5 Marzo mia moglie va ritirare il test del BHCG e scopriamo con immensa gioia di essere in attesa addirittura di due gemelli; una gioia che ho voluto condividere con colleghi e datori di lavoro (ho portato in ufficio dolci e spumante) visto che anche con loro avevo condiviso ansie e delusioni, considerandoli quasi come una famiglia.

Sembrava che tutto volgesse per il meglio, ignaro di quello che mi aspettava dietro l'angolo.

A distanza di una sola settimana, infatti, sono stato convocato dal datore di lavoro il quale mi ha consegnato la lettera di preavviso di licenziamento.

E' stato un colpo tremendo.

Il primo pensiero che ho avuto è stato "...e adesso come lo dico a mia moglia?"

La sera, tornato a casa, lei si è accorta subito che qualcosa non andava e, non so come, ha capito, guardandomi negli occhi, che si tratava proprio del lavoro, che ero stato licenziato. E' stata lei che mi ha confortato, mi ha calmato, mi ha detto che andava tutto bene, che insieme avremmo superato anche questo.

Mi sono subito sentito meglio; è proprio vero che nei momenti di difficoltà il sostegno di una persona cara può esserti di aiuto.

Nei giorni successivi ho continuato a lavorare con il massimo impegno, volendo lasciare bene quel posto di lavoro. Mi sono convinto che quella poteva essere per me una possibilita, una nuova opportunità.

Sicuramente il lavoro che favevo non era quello che avrei desiderato fare ma, in assenza di altre opportunità concrete, mai mi sarebbe venuto in mente di lasciare. Ora, invece, qualcun'altro aveva deciso per me e mi si aprivano davanti nuove possibilità.

Mi ripetevo "per ogni porta che si chiude si apre sempre un portone".

Quella, però non fu l'unica porta a chiudersi. In questi due mesi se ne sono chiuse molte altre, tutte quelle delle aziende in cu sono andato proporre il mio curriculum. Alcune mi hanno risposto che è un periodo di crisi per tutti e che anche loro stavano pensando a ridurre il personale, altre che hano intenzione di assumere ma erano più orientate verso una donna, altri, invece, che avrebbero preso in considerazione il mio curriculum per future selzioni.

Tutti, insomma, sono al momento restii ad assumere nuovi dipendenti.

Mi trovo, pertanto, a condividere con mia moglie giornte di relax forzato, nell'attesa di un lavoro che possa in qualche modo permetterci di andare avanti.

Nel frattempo ringrazio iddio di avere dei suoceri che ci stanno dando una grande mano.

Non so cosa farò, sicuramente riuscirò ad arrangiarmi (come ho sempre fatto).

A distanza di poco più di un anno una parola (CRISI) che pensavo non mi avrebbe toccato ha drasticamente cambiato i miei orizzonti, i miei progetti, in poche parole ha stravolto la mia esistenza!!!!

 

 

 

 
 
 
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