Un blog creato da Eugenio1973 il 12/06/2009

Disoccupato

Le giornata dopo la perdita del lavoro nella "Crisi"

 
 
 
 
 
 

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« Considerazioni di un rel...Non vergognamoci, non è ... »

Nero nel cuore

Post n°2 pubblicato il 04 Luglio 2009 da Eugenio1973
 

Oggi è una pessima giornata.

E' già da qualche giorno che avverto dei sintomi, ma oggi è proprio una giornata nera.

Ogni piccola cosa mi irrita. Senza un motivo reale, sono scontroso verso chi mi sta vicino.

Trascorrere le giornate senza avere un granchè da fare non è semplice. Cerco di dare una mano in casa, di fare quei piccoli lavoretti che rimandavo da tempo ma non basta.

In questi giorni sto avendo a disposizione un sacco di tempo per pensare, forse è proprio questo il problema. Penso al fututo che posso garantire ai miei figli, a quello che posso insegnargli, all'esempio che posso dare e vedo nero.

Sono un disoccupato in una terra in cui anche quando le cose vanno bene ci si deve accontentare di quelo che si trova, subire i soprusi del datore di lavore e anzi essergli grato di permetterti di essere sfuttato; figuriamoci che cosa ci si può aspettare in una situazione in cui le cose non vanno bene.

Da noi al sud ci sono le stesse opportunità di lavoro che nel resto d'Italia, ci sono (anche se in misura ridotta) gli stessi tipi di lavoro e le stesse mansioni; il problema è che quì l'accesso al mondo del lavoro non è regolato come altrove. Quà esiste ancora una sorta di "caporalato" (tu si, tu no, tu si, tu no), regolato da politici (quando va bene) o dalla criminalità (nei casi peggiori). Naturalmente questo non vale per tutte le posizioni lavorative, ma solo per quelle che garantiscono tutti i diritti ed un certa sicurezza. Restano i lavori precari, sottopagati, senza copertura assicurativa. Anche in questo contesto, però, devi avere fortuna. Per accedere ad un posto di lavoro disponibile non basta avere i requisiti, inviare il curriculum e/o presentarti per un colloquio. Devi sempre conoscere qualche amico di amici che ti presenti. Questo ha il duplice scopo di farti apprezzare di più il posto lavoro che viene offerto e, cosa più importante, ti genera un debito di riconoscenza che in un modo o nell'atro dovrai ripagare.

Una volta seguita questa trafila e se hai la fortuna di essere preso in prova, non ti sogni neppure di chiedere, come la legge impone, di essere assunto da subito, hai troppa paura che il periodo di prova finisca prima ancora di cominciare. Cerchi di mettere in mostra le tue capacità, ti mpegni, magari resti un pò di più dopo la fine dell'orario. Anche se sei qualificato ed hai cpacità, anche se magari hai una laurea ed hai esperienza, ti accontenti di partire dalle mansioni più umili, di partire da zero, di prendere ordini da chi ne sa meno di te, guardandoti bene dal dire la tua anche quando ti accorgi che chi ti da gli ordini è palesementein errore, potresti toccare la sua suscettibilità e prendere la via di casa. Resti li, fai quello che ti chiedono di fare, lavori anche dieci ore al giorno (con straordinari chiaramente non pagati), rinunci alle ferie o ti fai una settimana quando ti va bene (il resto viene azzerato a fine anno sempre senza essere pagato) e speri che le cose migliorino. Speri che magari ti assumino, così puoi stare a casa quando stai male ed avere comunque la giornata pagata.

Quando poi rientri nel cerchi dei privilegiati che vengono messi in regola ti senti bene. Continui sepre a prendere una miseria (non qello che indica la busta paga che firmi alla fine del mese senza neanche leggerla), continui sempre a fare 50-60 ore a settimana, continui a fare solo una settimana di ferie pagate, ma almeno metti qualche contributo da parte per la pensione e puoi ammalarti.

Poi, magari, dopo qualche anno arriva la crisi e, anche se hai una famiglia da mantenere, anche se tua moglie (anche lei laureata) non lavora ed aspetta due bimbi, anche se hai dei debiti, vieni messo alla porta con una lettere di licenziamento per riduzione personale. E' solo un caso se ti licenziano esattamente tre anni dopo essere stato assunto a tempo indeterminato beneficiando delle agevolazioni statali per aver assunto un disoccupato di lunga data. Non te la devi prendere, non c'è niente di personale se ad essere licenziato sei tu e non un ragazziono di venanni che sta ancora con i suoi (e quindi non ha ancora carichi di famiglia) oppure la tua collega il cui marito ha un "Posto Statale" e quindi un'altra fonte di reddito sicura. No non te la devi prendere, evidentemente il loro sponsor è più importante del tuo. Devi invece essere grato con loro perchè per qualche tempo ti hanno dato da mangiare.

Quello che ti resta da fare è ricominciare da capo, aspettare le elezioni così puoi chieder a qualche politico che si presenta a casa di darti una mano (sempre dopo le elezioni, è chiaro) oppure trovare qualche sponsor importante.

So cosa vi state chiedendo "ma perchè questo scemo no lascia la sua terra?". Non lo so, forse perchè ancora non sto morendo di fame o perchè continuo a sperare o forse semplicemente perchè, nonostante tutto amo ancora la mia terra e le persone care che quì vivono. Non so.

Può anche essere che domani sia meglio e che oggi è solo un giorno in cui vedo tutto nero.

 

 

 

 

 
 
 
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