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« Werner HerzogLe formiche lavorano sodo »

Apocalisse nel deserto

Post n°54 pubblicato il 07 Giugno 2006 da lugio5
 
Tag: Registi
Foto di lugio5

Così Herzog afferma:
"I miei documentari non sono falsi, sono un’invenzione. [...] In Apocalisse nel deserto, dopo i titoli di testa, avevo messo una frase di Pascal sull’estinzione del sole e la fine dell’universo. Era perfetta, apriva una prospettiva diversa su tutto il film, permetteva di vederlo con altri occhi. Purtroppo Pascal non ha mai scritto niente di questo genere, così, per poterglielo attribuire ho dovuto farlo io ".
L’immagine cinematografica, che in virtù della sua costruzione attraverso il montaggio ha una capacità più forte di colpire emotivamente il pubblico pur non essendo (anzi, proprio perché non è) in tempo reale, si manifesta come autentica. Herzog si lascia assorbire da ciò che compare davanti ai suoi occhi.
Poi opera una selezione, toglie il sonoro in e off, aggiunge una musica da requiem ed un commento poetico: una serie di artifici per restituire attraverso il cinema un’emozione e questo pensiero: la guerra del Golfo è stata, malgrado ciò che ci hanno mostrato i mass-media, una vera guerra, in cui certe persone sono state torturate, poi uccise da altre persone e in cui la natura ed il paesaggio sono stata deturpati e per decenni (se non di più) porteranno tracce e ferite di tali violenze.
L’intento documentario viene espresso non soltanto dal titolo, ma anche dalla suddivisione in capitoli del film. Malgrado ciò da uno sguardo estremamente soggettivo (quello del regista) lo spettatore si deve costruire la sua propria interpretazione: in definitiva è a lui che spetta la scelta di una lettura documentaria oppure narrativa del film (o anche il rifiuto della questione posta in questi termini).

 
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