Dominique.Noir
C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo..
Post n°1 pubblicato il 29 Maggio 2013 da Dominique.Noir
Stavo spolverando la libreria e spostando libri e riviste che ho anche sul mobile tv, spunta un libricino. Negli anni ho utilizzato di tutto. … Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto delle macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzazioni del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e luoghi… … I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali. Ad esempio, oggi, c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il , cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione del partito o della corrente o del clan a cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti. … La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia di oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Sono passaggi che conoscevo già bene, rileggendoli mi sono tornati alla mente. Non c’è stata ancora tangentopoli, mani pulite, le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Ed il primo telefono mobile “sperimentale” (la diffusione vera e propria avverrà nel corso degli anni 80), pesava 1,6 kg. Il muro di Berlino sanciva ancora la divisione della Germania. Sono passati trentadue anni, ma quelle parole suonano ancora vere. Attuali. Inquietanti e crude. A volte la storia si ripete, spesso ci sono cambiamenti non replicabili..
- Intervista di Eugenio Scafari a Berliguer – La Questione Morale -
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Inviato da: pagielsa
il 05/11/2016 alle 08:43