12-13 giugno 2010
Lc 7,36-47: al fariseo Siomone che aveva accolto Gesù nella propri casa, dove era entrata anche una donna peccatrice che aveva lavato con le lacrime i piedi di Gesù e li ha asciugati coi capelli, li baciava e li cospargeva di profumi, Gesù dice: <per questo io ti dico: 'sono perdonati i suoi molti peccati, perchè ha molto amato. Invece colui al quale si perdoma poco, ama poco...>.
Ecco la morale, l'etica di Gesù che è la sua rivelazione: l'amore e la misericordia sono l'essenza di Dio, del Padre che Gesù rivela. Ma questa radicale rivoluzione del concetto di Dio e della religione, hanno bisogno di una altissima tensione, devono uscire dalla stanca mediocrità del quotidiano e della convenienza.
Le religioni spesso (cristiana, ebraica, mussulmana ecc.), amano continuare a vivere nella più facile mediocrità senza emozioni o slanci o speranze gioiose: 'amare' invece è più faticoso, impegna la vita, vuole la conversione, vuole la coscienza del bene e del male. Che potenza eterna nelle parole di Gesù: <perchè ha molto amato...>!
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angeloglobulirossi il 13/06/10 alle 09:54 via WEB
Cari Don Enrico e Don Francesco, "la stanca mediocrità del quotidiano e della convenienza" è patologia del Popolo di Dio, laici e presbiteri. I difetti della Chiesa li vediamo, li constatiamo. Ma dimentichiamo facilmente che sono i nostri difetti. Se la Chiesa è “lunatica” è perché noi siamo oscillanti davanti alla luminosità della Sposa.
Contro l'avvilimento di questa quotidiana constatazione, Sant'Ambrogio ci tende una mano: “Ex maculatis, immaculata – Composta di peccatori, ma innocente” (In Lucam 22,17).
Il Giacomo Biffi degli anni '70 a proposito dei termini di “santità” o “beatitudine”, delle “eminenze” e delle “eccellenze” ma anche dei “reverdendi”, così scriveva sulle pericolose deformazioni dello spirito e di veri e propri errori teologici: “...si arriva, quasi a propria insaputa, a non poter ammettere che un papa possa essere vanitoso, un vescovo impulsivo, e collerico, un parroco avaro o pigro. Di qui prende le mosse quella calamità del mondo cristiano che può chiamarsi apologetica clericale.
Si tratta invece di capire che non è tanto scandaloso che un papa sia vanitoso, quanto edificante e mirabile che un vanitoso sia papa, che Dio riesca a fare di un tipo collerico un vescovo per la sua Chiesa, e sia capace di usare un uomo avaro o pigro per guidare verso la vita eterna il suo gregge”.
“Paura del mondo cattivo...paura dei lontani...”. Predicateci senza esitazione una MORALE PASQUALE, ossia liberatoria. E' di questo che abbiamo bisogno. Insegnateci ad AMARE. Ma dimostrandoci che AMATE : “Consolate, consolate il mio Popolo!” (Isaia 40,1) Non abbiamo bisogno di una ecclesiologia astratta, utopica, sentimentale. Saggia la constatazione del giovane Biffi: “Per un curioso ma insolito procedimento psicologico, mentre incolpo la Chiesa e ne ricerco i difetti, mi sento dal mio stesso zelo profetico purificato e come rifatto innocente”. Se a criticarla si ottiene questo effetteo, diamoci dentro!
(Rispondi)
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Inviato da: angeloglobulirossi
il 17/07/2010 alle 19:57
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il 17/07/2010 alle 10:16
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il 15/06/2010 alle 19:33
Inviato da: donenrico.ghezzi
il 14/06/2010 alle 07:32
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il 13/06/2010 alle 09:54