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Bisogna Crederci.......

Post n°58 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da ICEBERG_00

Ciao a Tutti

Giornata uggiosa (come cantava Lucio Battisti), grigio, coperto, temperatura indecifrabile a pelle, ma con quell'umidità che ti si appiccica alla pelle, e non ti molla più. Che ti fà sperare arrivi presto sera, per infilarti sotto una doccia.

I pensieri, sembrano quasi galleggiare sospesi nella mente, senza prendere alcuna rotta. Nè nord nè sud, fermi là e basta. Poca voglia di fare, anche negli occhi della gente che si muove per strada.

Quasi un senso di "vuoto ovattato dal nulla".......

E allora, c'è il bisogno di andarsi a "rifugiare" in un pensiero, un ricordo gradevole, una speranza.

E ricordo il mio primo decollo fra nuvoloni scuri e gonfi di pioggia.

Per alcuni anni, ho lavorato per conto di una ditta di import-export, ed il mio compito, era girare per il mondo, a visitare i clienti consolidati, ed a reperirne di nuovi. Così, avevo il "fondoschiena" fatto a forma di sedile d'aereo. E allora, non ricordo dove fossi, o per dove stessi partendo.

Ma ricordo quel decollo, salito in aereo e accomodato, sembrava che una massa di cotone scuro volesse abbatersi sulla terra. E pensavo che ci avrebbero comunicato la ritardata partenza, causa avverse condizioni meteorologiche.

Ed invece.......il portellone si chiude, l'aeromobile comincia pigramente a rullare, e le hostess iniziano a mostrarci le procedure d'emergenza. (momento in cui, i maschietti sò dove mettono le mani.......le femminucce.......nò).

Sono incredulo, riuscirà questo uccello tecnologico a perforare quel muro nero, voleremo fino a destinazione in mezzo alla pioggia ed ai temporali, quanto "balleremo" in aria ? Non c'era paura, ma molta incredulità.

L'aereo si ferma in testata di pista, i motori cominciano a ruggire fino allo spasmo, eppoi il pilota scioglie le briglie. Veloce, veloce, ancora più veloce.......ma siamo ancora attaccati all'asfalto della pista.......sempre più veloci.......

Poi all'improvviso, il naso metallico punta verso l'alto, decisamente, quasi violentemente, l'inconfondibile rumore dei carrelli che rientrano nei loro alloggiamenti, si intravede il suolo, qualche casa, qualche lucina, laggiù.......come guardare un Presepe in miniatura, racchiuso in una bacheca.

Poi di colpo.......il buio.

Siamo nel bel mezzo della nuvolaglia, non c'è luce dall'esterno, tutto nero. Il ruggito dei motori non è diminuito, segno che ci stiamo ancora arrampicando nel vuoto. La pioggia riga gli oblò, copiosamente, ma tanto, non c'è più nulla da vedere.

A bordo, un silenzio profondo, non richiesto. Ognuno stà trattenendo il fiato, anche se non vuol darlo a vedere.

Si comincia a ballare, scrosci ancor più violenti di pioggia, sbattono l'areo con il suo ammutolito carico umano a destra e manca.......

Eppoi.......

Eppoi, la luce.

In un attimo, sotto di noi lo strato compatto di nuvole, e noi, procediamo in un cielo che così azzurro, non ci sembra neanche averlo mai visto.

I motori, diminuiscono i giri, quasi a dire "tranquilli, è passato". C'è ancora silenzio a bordo, ma è diverso. La tensione è rimasta imprigionata fra le scure nubi.

Ora ci si sente "in pace".......le hostess pigiano un po' di tasti, e una gradevole musica invade l'aeromobile.

Ricordo il mio stupore. Mi ritrovai a pensare che come uno sciocco, ritenevo che quelle nuvole nere, andassero da quasi terra, all'infinito.......

Nò, ci sono nuvole spesse e cupe, ma, al di sopra.......

Allora, credo che quando c'è un problema. sia meglio affrontarlo di petto, ed accettarne le difficoltà, ma almeno, alla fine, se ne esce.

Sennò, si può anche decidere di rimanere ancorati al suolo, vivendo sempre con gli occhi puntati in alto, chiedendosi costantemente se e quando si scatenerà la pioggia.

Ma questa, non è Vita.

 
 
 
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