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(G.G)

 

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Ogni giorno bisogna fare almeno
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(G.G)

 

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(G.G)

 

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« "Francesco:la fede,rapp..."Dominare con forza del... »

«Va’ dietro a me, Satana!Tu mi sei di scandalo,perché non pensi secondo Dio,ma secondo gli uomini!»

Post n°879 pubblicato il 31 Agosto 2014 da prosanctitatect
 

Vangelo
Matteo 16,21-27.
Dal Vangelo secondo Matteo

Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.
Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai».
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?
Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Parola del Signore.

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Utente non iscritto alla Community di Libero
enzo il 03/09/14 alle 16:31 via WEB
Nelle domeniche precedenti abbiamo riflettuto sull’insegnamento di Gesù riguardo alla sua via messianica e ai compiti della sua futura Chiesa. Il vangelo di questa domenica ci pone di fronte all’epilogo del compito messianico di Gesù e all’atteggiamento del discepolo di fronte al messaggio nuovo del Messia, l’inviato dal Padre, la Parola stessa del Padre. “Da allora”, finiti gli insegnamenti precedenti, per cui i discepoli avevano avvertito un’aria di festa e di entusiasmo, Gesù è cosciente che quella fede entusiasta non bastava e che aveva bisogno di maggiore chiarezza e una nuova crescita: quella fede doveva affrontare la prova più terribile, il fallimento del Maestro: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno” Queste parole sanno di tempesta dopo la quiete dell’entusiasmo: si fa avanti il coraggioso Pietro, scandalizzato dalle parole di Gesù ma fermo nella convinzione che le previsioni di Gesù non potevano avverarsi: “ questo non ti accadrà mai”, ci siamo noi pronti ad evitare quanto hai detto. Come si fa a capire che il Messia doveva morire, che era destinato a tutto questo? In quel “doveva” non c’era un destino a cui credere ma la volontà divina e amorosa del Padre, il disegno misterioso di Dio per la salvezza della sua creatura tanto amata. La nuova fede che Gesù voleva infondere era credere in Lui accettando fino in fondo la realizzazione della sua missione in mezzo agli uomini. Non c’è amico più grande di colui che dà la propria vita per salvare l’amico, ma le considerazioni umane non sono di questo avviso, siamo sempre pronti a cercare delle scorciatoie: questo non deve accadere! Questo non potrà accadere, è un nostro modo di sfuggire dalla realtà, un modo di tentare Dio, una ignoranza dei disegni di Dio, un modo per stravolgere la volontà di Dio, un modo che non ci fa capire pienamente la sua parola. Il messia doveva “risorgere il terzo giorno”: la notizia più bella è trascurata dai discepoli, dallo stesso Pietro.Ecco la cecità umana! Ecco il nuovo volto del messaggio di Gesù che spiazza la nostra debolezza, e ci chiama alla condivisione, a pensare alla maniera di Dio. “«Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”. Parole terribili che Gesù rivolge al baldanzoso Pietro e forse anche a noi oggi, che viviamo una fede di belle parole, di magnifici riti, di formule, di tradizioni… Mi viene in mente il giovane ricco del vangelo che volta le spalle rifiutando l’invito di Gesù. In quel evento Gesù non condanna la ricchezza del giovane ma l’attaccamento ad essa, la ricchezza che diventa idolo, uno di quei tanti che ci allontanano dall’invito del Maestro, che ci distolgono dal suo abbraccio misericordioso. Gesù, però, non si limita a esigere dai discepoli che lo riconoscano come il Messia crocifisso-risorto, ma li invita ad abbracciare le sue stesse scelte e il suo stile di vita: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Una scelta radicale dunque, ma libera, scelta che fa dimenticare se stessi, rinnegare se stessi, abbandonare qualsiasi idolo, per seguire Lui, Via, Verità e Vita: “infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?”. “O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?”: è un invito ad amare senza condizioni, senza limiti, un amore che salva col dolore,nella sofferenza, che esprime l’identità stessa di Gesù, il suo pensiero. Infine Gesù mette i suoi discepoli, e anche noi questa domenica, di fronte allo scopo ultimo della nostra vita: la ricompensa per averlo scelto! Lui, “Figlio dell’Uomo” tornerà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni”. Una prospettiva escatologica che prevede l’incontro dell’umanità riunita attorno al Redentore che “renderà a ciascuno secondo le sue azioni”. E’ un atto solenne, pubblico, in cui Gesù premierà ciascun uomo secondo le sue scelte , un atto di giustizia. Contemporaneamente Gesù indica ai suoi discepoli l’altra vita, il fine ultimo di ogni singolo, una escatologia che premia con la beatitudine nel Regno dei cieli quelle azioni che per amore abbiamo fatto in suo nome e per i fratelli.
 
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