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madonna della fiducia

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Ogni giorno bisogna fare almeno
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(G.G)

 

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(G.G)

 

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« "La famiglia cresce ben..."Sono vicino alle vitti... »

"Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete,chiamateli alle nozze”

Post n°891 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da prosanctitatect
 

Vangelo
Matteo 22,1-14.
Dal Vangelo secondo matteo

In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;
andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale,
gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
enzo il 12/10/14 alle 10:46 via WEB
Gesù in queste domeniche in mille salse ci sta presentando il Regno dei Cieli che è venuto ad instaurare in mezzo a noi, a stabilire una nuova alleanza. Capire il Regno dei cieli vuol dire anche aderire, volere raggiungerlo. In questa parabola «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio”. Già nell’Antico Testamento l’alleanza con Dio era raffigurata da immagini nuziali. Isaia così presentava sotto il simbolo di un banchetto l’era messianica: Isaia 25, 6-10 “Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”. Parole di speranza, la fine della morte in queste parole di Isaia per un futuro migliore, futuro di prosperità, in vista di un Regno stabile dove il Re farà festa come in un banchetto nuziale, mentre nelle parole di Matteo si intravede la prospettiva escatologica e il giudizio finale: il re che prepara le “nozze” del figlio vuole indicare che è giunta l’età della salvezza e il suo compimento in Gesù Leggendo attentamente questi versi vediamo l’assonanza della parabola appena letta. Il Figlio del Re è il Messia, per Lui è preparato un banchetto di lusso al quale tutto il popolo eletto è invitato a partecipare. Come in ogni festa nuziale ci sono degli invitati speciali ma questi declinano l’invito, ma senza invitati non è una vera festa. Il Re , Dio Padre, non fa distinzioni tra buoni e cattivi: per tutti invierà suo Figlio, sposo dell’umanità redenta. Alla libertà dell’uomo la scelta…a Dio poi il giudizio: tutti siamo stati avvisati, non è una minaccia ma un atto di giustizia. La risposta all’invito divino a partecipare al banchetto è dura e negativa, al punto che ci si accanisce perfino sui servi che comunicano l’invito, cioè i profeti (come già era accaduto nella parabola precedente dei vignaioli). Nella seconda parte il re procede a nuovi inviti: tutti, buoni e cattivi, sono convocati alle nozze, è ormai l’apertura a tutti i popoli. Tuttavia, anche per costoro vale la necessità di un’adesione autentica e totale (rappresentata dal simbolo del mutamento di veste, l’abito della festa), cioè della propria realtà interiore. Secondo il valore biblico di questa immagine: le opere della giustizia devono accompagnare la fede. L’essere entrati nella sala non è ancora una garanzia: occorre essere in ordine, convertiti, vigilanti. “Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale”. Quell'uno rappresenta i tanti, i molti.... “Le Sacre Scritture infatti c'insegnano ch'esistono due banchetti del Signore: l'uno è quello al quale partecipano i buoni e i cattivi, l'altro è quello dal quale sono esclusi i cattivi. Ecco perché il banchetto del Signore, di cui abbiamo sentito parlare durante la lettura del Vangelo, comprende precisamente buoni e cattivi. Tutti coloro che si scusarono dal partecipare a quel banchetto sono i cattivi; ma non tutti quelli che vi presero parte sono i buoni”. (“Sant’Agostino) “Ne trova uno solo e dice: "Ne sia gettato fuori un gran numero, ne rimangano pochi". Infatti dire: Molti sono i chiamati, ma pochi sono gli eletti, non significa altro che mostrare apertamente come in questo convito ci si debba presentare in modo da poter essere condotti all'altro convito al quale non avrà accesso nessuno dei cattivi”. (idem) Bisogna indossare l’abito nuziale: L’'abito di nozze? è la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Questa parabola rivista dall’evangelista Matteo per la sua comunità è da noi questa sera rivisitata per il nostro mondo di oggi. Non credo che sia cambiato molto da allora, prime comunità cristiane. L’umanità debole non cambia, ma la Parola di Dio rimane, la Parola che ci chiama e che vuole essere assecondata ci vuole coinvolgere , ci chiama alla carità, a rivestirci dell’amore con cui siamo stati amati da Dio. Ecco l’abito nuziale che dobbiamo sempre indossare come se fossimo invitati ogni giorno al Banchetto Celeste: l’Amore per Dio e il prossimo. Tutti siamo chiamati…cerchiamo con forza e con l’aiuto divino di essere tra gli eletti. Il Regno dei cieli non è un regalo: sgorgato dalla passione, morte e risurrezione di Gesù va conquistato.
 
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