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"Se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa,il Padre mio che è nei cieli ve la concederà"

Post n°881 pubblicato il 07 Settembre 2014 da prosanctitatect
 

Vangelo
Matteo 18,15-20.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;
se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Parola del Signore.

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
enzo il 09/09/14 alle 16:02 via WEB
Assistiamo in questo brano ad una lezione di catechesi in cui Gesù si rivolge ai suoi discepoli che saranno alla guida della comunità, lezione di comportamento nei confronti dei propri collaboratori e di ogni singolo componente di una comunità ecclesiale: Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo. Quale deve essere il comportamento verso chi sbaglia e commette colpa verso terzi o verso la stessa comunità, o sia opera di scandalo, di rivalità? Gesù parla delle famose pecorelle smarrite verso le quali si ha il dovere di ravvedere affinché tornino sulla retta via mediante una correzione fraterna infondendo sempre la speranza di un felice ritorno alla comunione col Padre e con i fratelli. Mai umiliare, perdonare, cercare l’interesse del peccatore nella comunione fraterna, mai giudicare e tanto meno condannare. Oltre l’ammonizione privata Gesù ci mostra altri provvedimenti da adottare - 2 testimoni in conformità alla procedura giudiziaria dell’A:T - deferimento alla Chiesa ( comunità locale) - se non c’è ravvedimento considerare quel fratello come pagano… qui non si parla di “scomunica” ma soltanto di allontanamento in attesa sempre di un ritorno, e un consiglio ai cristiani di evitare chi persevera nell’errore, non si arrende alla correzione e si ostina nel peccato. per ultimo, ma non meno importante l’arma della preghiera… Fra le cose elencate mi sembra che la cosa ultima raccomandata da Gesù sia la più importante, la preghiera che deve precedere sempre e accompagnare ogni nostra iniziativa per dare valore al nostro impegno ma soprattutto perché così Gesù sarà con noi: Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Se dovessimo pensare che la nostra correzione fraterna sia fallita, non facciamo mai mancare la speranza, attacchiamoci con forza a quella preghiera capace di spostare le montagne nel nome di Gesù, ricordando a noi e al Signore che stiamo facendo un gesto d’amore verso quel fratello, come Lui ci ha raccomandato. A Lui piacciono i nostri racconti. La presenza di Gesù è la sanzione divina all’operato della Chiesa, alle regole di disciplina stabilite da Lui e prese sotto la guida dello Spirito e nella carità. Dove c'è la comunità riunita nel suo nome, lì c'è Dio. Suor Giuseppina Pisano così invita a alla correzione nel suo commento a questa pagina di Vangelo: “Quando parliamo di correzione fraterna, antichissima pratica delle comunità cristiane, non parliamo dunque, di un atteggiamento gretto, meschino, pedante, rigido, bigotto, che diventa facilmente ipocrita e disumano; parliamo di altro, che esige maturità, intelligenza, prudenza, delicatezza, e tolleranza; parliamo di una vigilanza affettuosa, che nasce da una fiducia reciproca, da una conoscenza profonda delle persone che ci stanno vicine, conoscenza della loro storia, dell'ambiente sociale culturale in cui si sono maturate, delle loro capacità, dei loro progetti e desideri, come anche delle loro fragilità, che possono indurli nella tentazione di lasciarsi sedurre, oggi più che mai, dai numerosi idoli, che la cultura corrente propone”. E sant’Agostino nel suo commento ci raccomanda: “Nostro Signore ci esorta a non rimanere indifferenti ai peccati che possiamo commettere gli uni contro gli altri, non cercando che cosa rimproverare ma badando a quel che si deve correggere. Egli infatti afferma che uno ha lo sguardo acuto, per togliere la pagliuzza dell'occhio d'un suo fratello, se non ha una trave nel proprio occhio. Ma che cosa vuol dire questo? Cercherò di farlo capire brevemente alla Carità vostra. La pagliuzza nell'occhio è la collera; la trave nell'occhio è l'odio. Ebbene, quando uno che ha l'odio rimprovera un altro ch'è in collera, vuol togliere la pagliuzza dall'occhio d'un suo fratello ma n'è impedito dalla trave che porta nel proprio occhio. La pagliuzza è l'inizio d'una trave, poiché quando la trave nasce è una pagliuzza. Innaffiando la pagliuzza la si fa arrivare ad essere una trave; alimentando l'ira con i cattivi sospetti, la si fa diventare odio.
 
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