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«Lo voglio, sii purificato!"

Post n°917 pubblicato il 15 Febbraio 2015 da prosanctitatect
 

Vangelo
Marco 1,40-45.
Dal Vangelo secondo Marco

 

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:
«Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
enzo il 16/02/15 alle 15:44 via WEB
Enzo: “E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno”. Mi ha colpito e avuto un brivido, leggendo questo brano, la frase riportata. Un Gesù severo che ammonisce , caccia via , avverte quasi minacciando un suo miracolato. Il resto tutto normale, solo che l’ex lebbroso non dà retta a Gesù e fa tutto il contrario invece di tacere. Ho avuto l’impressione che Gesù avesse paura di qualcosa, forse “non poteva più entrare pubblicamente in una città…” perché considerato impuro? Gesù ha trasgredito la legge di Mosè, non poteva toccare il lebbroso. Toccando il lebbroso diventava, sempre per la legge, impuro anche lui. Così Gesù è costretto a ritirarsi “in luoghi deserti”, prendendo su di sé la malattia del lebbroso, considerato secondo la tradizione ebraica un castigo di Dio. Su Gesù, sulle sue spalle incomincia a pesare la croce, il peso dei peccati dell’uomo “Gesù per primo tocca il lebbroso; nessuno lo rimprovera. Non era infatti quello della folla un tribunale corrotto, né gli spettatori erano testimoni dominati dall`invidia. Perciò non solo non lo accusano, ma ammirano stupefatti il miracolo e, ritirandosi, adorano la sua irresistibile potenza, manifestatasi nelle parole e nelle opere”.(Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 25, 1 s.) Gesù guarisce quell’uomo dalla lebbra e anche lo rende puro. Un gesto che è fede per l’uomo e in lui una speranza per tutti i poveri e gli esclusi che andavano da lui da ogni parte ma scandalo per i dottori e coloro che si ritengono benpensanti. Parlavo all’inizio di un Gesù che non sembra più lui per il suo comportamento severo e tassativo: riflettendoci bene il suo gesto e le sue forti parole potrebbero essere anche un gesto di condanna nei confronti della situazione in cui erano abbandonati i malati di lebbra, visti come morti ambulanti. Un Gesù che va controcorrente, che non era venuto per abolire le leggi ma per completarle. Per lui ciò che conta è l’uomo e non importa se piccolo, povero, malato o peccatore… E’ venuto a cercare l’uomo e ad annunciare a tutti la forza dell’amore del Padre. Il silenzio che Gesù chiede è legato anche, come abbiamo visto nel precedenti commenti, a non svelare ancora la sua identità Molto bella l’indicazione del testo: “guarito, il lebbroso si allontanò e cominciò a proclamare e a divulgare il fatto”.. Ringraziare per la gioia, proclamare e divulgare la guarigione miracolosa vuol dire testimoniare la potenza di Gesù, non è stupore ma nell’ex lebbroso è fede. Marco non ci dice se l’uomo guarito si recò dai sacerdoti, ma questo è secondario perché Gesù lo aveva reso mondo, come richiesto dal lebbroso «Se vuoi, puoi purificarmi!». Quell’uomo rimase graziato due volte: guarito nell’anima e nel corpo; aveva , come abbiamo visto, altro a cui pensare, annunciare e testimoniare Gesù, fare sapere a tutti la salvezza ricevuta. Dai sacerdoti comunque doveva andare per la sua riammissione in seno alla comunità in modo ufficiale come comandava la legge. Infine una considerazione per completare questa riflessione: a noi cosa dice questo brano? La lebbra è un segno che esclude, allontana dalla comunità, tiene fuori l’uomo, lo emargina, sinonimo di vita chiusa, un ripiegarsi su se stessi volontariamente o costretti da altri. Il lebbroso ha il coraggio di disubbidire ad una legge opprimente, che lo teneva isolato, che lo avrebbe condotto alla morte. Convinto che Gesù lo avrebbe guarito chiese aiuto! Quando non si è in comunione con altri non ci si salva da soli, bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto: questo è il messaggio. La nostra vita di uomini deboli, cristiani deboli, spesso convive con una nuova lebbra, non fisica, ma che uccide la nostra anima, isolandoci dai fratelli e da Dio: chiamiamola peccato, attaccamento ai beni, desiderio sfrenato del meglio a tutti i costi, paura di testimoniare, disprezzo e indifferenza verso il prossimo, obbedienza cieca a leggi inique… Anche noi abbiamo bisogno di guarire, di andare incontro a Colui che può guarirci, che sicuramente avrà compassione di noi cioè ci amerà svisceratamente: Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!» Non farà lo stesso per noi? Abbiamo tutti bisogno di essere guariti!
 
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