DI TUTTO E DI PIU'
ATTUALITA'-RACCONTI/POESIE/MUSICHE/-STORIA E SCIENZA
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Post n°242 pubblicato il 31 Ottobre 2015 da erry30
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Post n°240 pubblicato il 19 Settembre 2015 da erry30
MIGRANTI PROFUGHI E RIFUGIATI - IDEE POCHE MA CONFUSE Adesso, di fronte all'emergenza di quest'estate, sembra che si incominci a fare qualche distinzione fra chi "ha diritto" e chi "non ha diritto" all'accoglienza. Dimenticando, peraltro, che nessuno "ha diritto" ad entrare in uno Stato di cui non ha la cittadinanza. È lo Stato, ogni singolo Stato, ad avere il diritto di accogliere o di respingere chicchessia. Ciò posto, gli Stati dell'Unione Europea aderiscono ad una convenzione ONU che fissa i parametri (rigorosi) per il riconoscimento dello status di rifugiato (o rifugiato politico). Sintetizzando al massimo: rifugiato è colui che è costretto ad emigrare «per fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinione politica»; migrante, invece, è colui che volontariamente lascia lo Stato di appartenenza, per motivi economici o per qualsivoglia altra causa. Fin qui - e chiedo scusa per essere stato costretto a ripetermi - la distinzione di fondo, detestata - manco a dirlo - dai buonisti in servizio permanente effettivo. Stando così le cose (e, piaccia o non piaccia alla Boldrini, stanno proprio così), come fare per aggirare l'ostacolo e costringere l'Europa a non opporsi a questa invasione migratoria telecomandata? Semplice: ricorrendo ad una terza figura, che in maniera surrettizia si vuole sovrapporre e far coincidere con quella dirifugiato. Mi riferisco alla categoria del profugo, «termine generico - cito dal sito del Consiglio Italiano per i Rifugiati - che indica chi lascia il proprio paese a causa di eventi esterni (guerre, invasioni, rivolte, catastrofi naturali)». Ma, attenzione - e qui sta il punto - senza avere lo status giuridico di rifugiato, presupposto indispensabile per ottenere la "protezione" dello Stato ospitante. Perché questa fondamentale differenza? Semplice: perché il rifugiato politico è una figura individuale, è una singola persona che - se ricondotta nel proprio paese - rischia una ingiusta (si presume) punizione, se non anche la perdita della vita. I profughi, invece, sono una categoria plurima, sono un insieme di persone che fuggono da un pericolo generico ancorché grave. Il rifugiato è talora costretto a prolungare nel tempo la propria permanenza all'estero, talché potrebbe integrarsi nello Stato ospitante e successivamente richiederne la cittadinanza. I profughi, al contrario, essendo solitamente in numero rilevante, possono ragionevolmente aspirare soltanto ad una ospitalità temporanea, per il periodo strettamente necessario al ritorno della normalità nel paese di origine: periodo che potrà durare anche alcuni anni, ma che dovrà necessariamente avere termine. Ecco perché - di solito e senza che qualcuno ne organizzi l'esodo "spontaneo" - sono ospitati in campi di raccolta posti generalmente poco oltre la frontiera degli Stati confinanti. E veniamo ai profughi di cui si parla in questi giorni, quelli che arrivano dalla Turchia in Grecia, marciano attraverso Serbia, Ungheria ed Austria, per raggiungere infine la Germania. Sono profughi che riscuoto la generale simpatia, perché - direttamente o indirettamente - sono vittime della barbarie dell'ISIS. Ma in che misura costoro possono essere considerati "profughi"? Perché - si faccia attenzione - non ci troviamo di fronte a gente che fugge dal proprio paese, ma a persone che hanno già trovato un asilo oltre le frontiere siriane, segnatamente in Turchia, in Libano e in Giordania. Dopo di che, in una fase successiva, hanno deciso di affrontare un viaggio per raggiungere una destinazione migliore, di solito nell'accogliente Europa. Naturalmente, lascio ai giuristi decidere se il viaggio verso l'Europa possa essere considerato la prosecuzione della fuga dalla Siria in fiamme, o non piuttosto una "migrazione economica" da un asilo all'altro. V'è, poi, un altro aspetto che dovrebbe consigliare una valutazione più attenta del fenomeno, specie dal punto di vista della sicurezza collettiva. Secondo alcune voci, infatti, in Turchia si assisterebbe ad un traffico vastissimo di passaporti siriani falsi. Si parla di svariate decine di migliaia di pezzi. Provenienza? Chissà, forse i soliti "trafficanti di uomini", o forse altri personaggi con altro genere d'incombenze, turchi o stranieri che possano essere. Se la notizia dovesse essere confermata, è probabile che mezza Europa sia ormai piena di "migranti economici" afgani, pakistani, egiziani che hanno dichiarato di essere siriani. Ed è parimenti probabile che, tra i falsi siriani, ci siano anche molti soldati dell'ISIS, mandati in Europa per preparare future azioni terroristiche. Intanto, assai misteriosamente, la cancelliera tedesca ha cambiato opinione, così di botto, sull'immigrazione. Adesso, la stessa gentile signora che aveva fatto piangere la ragazzina palestinese che chiedeva soltanto di terminare il corso di studi in Germania, la stessa cancelliera del Quarto Reich - dicevo - è diventata improvvisamente buona, buonissima, dolce, zuccherosa, gelatinosa... gronda comprensione e solidarietà da tutti i pori, ed assicura che la Germania accoglierà centinaia di migliaia di profughi e che - attenzione a questo passaggio - «molti tra loro diventeranno cittadini tedeschi». Che dire? Mi pare una conversione che sa di miracoloso; come quando il premier greco Tsipras ha cambiato idea, dalla sera alla mattina, sulla politica di rigore che ha disastrato la Grecia. Cose che succedono in questa strana Unione made in Maastricht. Se poi allarghiamo lo sguardo fino agli orizzonti atlantici, ci accorgiamo che accadono cose ancor più strane. Come la sporca guerra d'aggressione contro il regime siriano di Assad - condotta in sostanziale alleanza dall'ISIS e da un esercito "democratico" finanziato dagli americani - guerra che è la causa diretta di tanti cataclismi geopolitici, ivi compresa l'ondata di profughi che oggi preme alle porte dell'Europa. È strana questa guerra? No, è una guerra in linea con tutti gli altri disastri provocati dagli americani in questi ultimi anni (Somalia, Iraq, Libia, eccetera). Ciò che è strano è che nessuno fra i capi di governo europei abbia sentito il bisogno di chiedere agli USA e alla NATO di seguire una politica meno contraria agli interessi dei nostri paesi. Misteri, misteri... DI MICHELE RALLO DA ERETICAMENTEA
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Bellissimo brano delle ORME, che ha come protagonista il vento della stagione autunnale, Il vento è l'amico di ieri, che porta con sè i ricordi di antichi pionieri spinti da un sogno di libertà. |
Post n°238 pubblicato il 31 Luglio 2015 da erry30
Ma dove siamo arrivati ????? La Cronaca: Arrestati a Catanzaro tre appartenenti ad una stessa famiglia rom per un'aggressione ai danni della polizia. Il grido del giudice nell'ordine di esecuzione: "Interi quartieri regno inviolabili dei rom"
guardare, non ci devi confondere con gli altri, noi non siamo di Pistoia, i figli miei neanche li devi guardare se no fai na brutta fine pezzo di merda: guarda che io sono pazzo e non ho problemi a farmi 20 anni di galera, io non ci metto niente ad ammazzarti pezzo di merda" . Le minacce al poliziotto arrivano da un rom di Catanzaro, mentre le forze dell'ordine lo portavano via. "Avete rotto il cazzo, sbirri di merda - ha continuato ad offendere - io ammazzo tutti, quando ci vedete dovete voltarvi dall'altra parte". Luciano Bevacqua è il boss della criminalità rom che governa interi quartieri di Catanzaro. Questa mattina è finito in manette durante un blitz dei carabinieri della Compagnia di Catanzaro. Anche i minorenni e le donne rom che seguivano l'operazione hanno rivolto offese e minacce ai militari: "Avete proprio rotto il cazzo - ha detto un bambino rom - mo vado a chiamare mio padre e vedete che cazzo vi fa pezzi di merda". Il problema dei rom a Catanzaro è enorme. Come riporta catanzaroinforma.it, che ha seguito l'arresto di stamattina, il quartiere Aranceto il regno della famiglia Bevilacqua. Poco più distante, invece, cìè il quartiere Pistoia che invece risponde agli ordini di un altro capo rom, che di nome fa Cosimo Abbruzzese. Il motivo dell'arresto risale a qualche giorno precedente, quando le forze di polizia avevano fermato alcune ragazze appartenenti alle famiglie "dominanti" del quartiere per fare un controllo. Alle grida delle giovani, i parenti erano scesi in strada ed avevano aggredito i poliziotti tanto da obbligarli a "consegnare" le ragazze alle loro famiglie rom. Secondo il giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, la violenza dei rom è divenato un enorme allarme sociale tale da rendere un "regno inviolabile" il quartiere di Catanzaro. "Gli indagati - scrive il magistrato - appaiono come soggetti violenti, senza scrupoli, avvezzi a vivere nel più totale disprezzo delle regole, animati da una pervicace volontà di delinquere e di assicurarsi l'impunità". In carcere sono finiti Luciano Bevacqua, 36 anni, ed Ernesto Bevacqua, 41 anni, mentre Luciano Bevacqua, di 38 anni si farà i domiciliari. Per loro l'accusa è quella di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, oltraggio a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. A ricevere altri provvedimenti sono state altri componenti della stessa famiglia rom. Gli arresti, è la speranza del giudice, dovrebbero decapitare e neutralizzare la pericolosità degli indagati tanto da riportare lo stato nella capacità di governare tutti quartieri della città. Tratto dal quotidiano online... ilgiornale.it... Claudio Cartaldo - Ven, 31/07/2015 - 15:05
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Post n°237 pubblicato il 31 Luglio 2015 da erry30
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Post n°232 pubblicato il 17 Maggio 2015 da erry30
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Post n°230 pubblicato il 16 Maggio 2015 da erry30
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Post n°227 pubblicato il 14 Aprile 2015 da erry30
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Inviato da: erry30
il 21/10/2023 alle 18:48
Inviato da: marabertow
il 30/09/2023 alle 10:14
Inviato da: erry30
il 22/11/2022 alle 19:55
Inviato da: erry30
il 06/10/2022 alle 17:58
Inviato da: cassetta2
il 04/10/2022 alle 15:24