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Post N° 237

Post n°237 pubblicato il 29 Maggio 2006 da EXHAUSTION
 
Tag: LIBRI

BUONGIORNO...

Il fine settimana è andato (come?...è andato, suvvia!!!).
C’è stato un lieto evento e questo mi rende felice, la vita (degli altri!) va avanti, bene, no?...SI!

Per quanto mi riguarda, ho terminato la lettura del libro di Jorge Bucay  che ho già menzionato (con il racconto LE RANE NELLA PANNA). Il libro in italiano si chiama "LASCIA CHE TI RACCONTI. STORIE PER IMPARARE A VIVERE".
Come già detto, non leggo solitamente libri di "autoaiuto" se così li vogliamo definire, ma questo l’ho preso per un caso...e anche di questo ho già parlato...

Il libro segue le vicende di Damien, un ragazzo che si rivolge allo psicoterapeuta Jorge (l’autore), il quale risponde alle domande, ai dubbi, alle perplessità e alle frustrazioni del suo paziente-amico raccontandogli ogni volta una storia diversa, perché con l’esempio, con la metafora, forse ci è più facile ricordare, e magari trovare in pratica dei nessi con la nostra vita. Non è un libro da leggere…è un libro da meditare, almeno secondo me, che alla fine di ogni capitolo chiudevo e gli occhi e dicevo “Eh già, eh già, eh già!” (insomma, una vecchia!!!).

Voglio riportare qui di seguito una parte del capitolo finale (non è importante conoscere o meno il finale, in questo libro...); si tratta, credo, di un brano scritto da Jorge Bucay, ispirato ad una poesia di Leo Booth, dal titolo AUTORIFIUTO…La pubblico in spagnolo, che è la lingua nella quale ho letto il libro…e cercherò di farne una traduzione, sicuramente un po’ libera -d’altra parte…io lo spagnolo lo leggo…non lo scrivo!!!...Apprezzate lo sforzo! E leggetelo!!!

(NON TEMETE LA LUNGHEZZA.
SCORRENDO C'E' LA LIBERA TRADUZIONE IN ITALIANO)

Autorrechazo 
Estaba allí desde el primer momento,
en la adrenalina
que circulaba por las venas de tus padres
cuando hacían el amor para concebirte,
y después en el fluido
que tu madre bombeaba a tu pequeño corazón
cuando todavía eras sólo un parásito.

Llegué a ti antes de que pudieras hablar,
antes aún de que pudieras entender algo
de lo que los otros hablaban.
Estaba ya, cuando torpemente
intentabas tus primeros pasos
ante la mirada burlona y divertida de todos.
Cuando estabas desprotegido y expuesto, cuando eras vulnerable y necesitado.

Aparecí en tu vida
de la mano del pensamiento mágico;
me acompañaban...
las supersticiones y los conjuros,
los fetiches y los amuletos...
las buenas formas, las costumbres y la tradición...
tus maestros, tus hermanos y tus amigos...

Antes de que supieras que yo existía, 
dividí tu alma en un mundo de luz y uno de oscuridad.
Un mundo de lo que está bien y otro de lo que no lo está.

Yo te traje tus sentimientos de vergüenza,
te mostré todo lo que hay en ti de defectuoso,
de feo,
de estúpido,
de desagradable.
Yo te colgué la etiqueta de "diferente"
cuando te dije por primera vez al oído
que algo no andaba del todo bien en ti.

Existo desde antes de la conciencia,
desde antes de la culpa,
desde antes de la moralidad,
desde los principios del tiempo,
desde que Adán se avergonzó de su cuerpo
al notar que estaba desnudo...
...y lo cubrió!

Soy el invitado no querido,
el visitante no deseado,
y sin embargo
soy el primero en llegar y el último en irme.
Me he vuelto poderoso con el tiempo,
escuchando los consejos de tus padres sobre cómo
triunfar en la vida.

Observando los preceptos de tu religión,
que te dicen qué hacer y qué no hacer
para poder ser aceptado por Dios en su seno.
Sufriendo las bromas crueles
de tus compañeros de colegio,
cuando se reían de tus dificultades.
Soportando las humillaciones de tus superiores.
Contemplando tu desgarbada imagen en el espejo
y comparándola después con las de los "famosos"
que salen por televisión.

Y ahora, por fin,
poderoso como soy
y por el simple hecho
de ser mujer,
de ser negro,
de ser judío,
de ser homosexual,
de ser oriental,
de ser discapacitado,
de ser alto, bajito o gordo...
puedo transformarte
en un monton de basura,
en escoria,
en un chivo expiatorio,
en el responsable universal,
en un maldito
bastardo
desechable.

Generaciones y generaciones de hombre y mujeres
me apoyan.
No puedes librarte de mí.

La pena que causo es tan insostenible
que para soportarme
deberàs pasarme a tus hijos,
para que ellos me pasen a los suyos,
por los siglos de los siglos.

Para ayudarte a ti y a tu descendencia,
me disfrazaré de perfeccionismo,
de altos ideales,
de autocrítica,
de patriotismo,
de moralidad,
de buenas costumbres,
de autocontrol.

La pena que te causo es tan intensa
que querrás negarme
y, para eso,
intentarás esconderme detrás de tus personajes,
detrás de las drogas,
detrás de tu lucha por el dinero,
detrás de tus neurosis,
detrás de tu sexualidad indiscriminada.
Pero no importa lo que hagas,
no importa adónde vayas,
yo estaré allí,
siempre allí.
Porque viajo contigo
día y noche
sin descanso,
sin límites.

Yo soy la causa principal de la dependencia,
de la posesividad,
del esfuerzo,
de la inmoralidad,
del miedo,
de la violencia,
del crimen,
de la locura.

Yo te enseñé el miedo a ser rechazado,
y condicioné tu existencia a ese miedo.
De mí dependes para seguir siendo
esa persona buscada, deseada,
aplaudida, gentil, y agradable
que hoy muestras a los demas.
De mí dependes
porque yo soy el baúl en el que has escondido
aquellas cosas más desagradables,
más ridículas,
menos deseables de ti mismo.

Gracias a mí,
has aprendido a conformarte
con lo que la vida te da,
porque, después de todo,
cualquier cosa que vivas será siempre más
de lo que crees que mereces.

Has adivinado¿verdad?

Soy el sentimiento de rechazo que sientes por ti mismo.

SOY ... EL SENTIMIENTO DE RECHAZO

QUE SIENTES POR TI MISMO.

Recuerda nuestra historia...

Todo empezó aquel día gris
en que dejaste de decir orgulloso:
"¡YO SOY!".
Y, entre avergonzado y temeroso,
bajaste la cabeza
y cambiaste tus palabras y actitudes
por un pensamiento:
"YO DEBERÍA SER..."

AUTORIFIUTO (libera traduzione della blogger)*
Ero lì fin dal primo momento,
nell’adrenalina
che circolava nelle vene dei tuoi genitori,
mentre facevano l’amore per concepirti...
E dopo, nella linfa che tua madre pompava
nel tuo piccolo cuore,
quando eri ancora un parassita...

Sono arrivato a te prima che imparassi a parlare,
e perfino prima che potessi capire
quello di cui gli altri parlavano…
ero già lì, quando provavi a fare i tuoi primi passi
davanti agli occhi divertiti dei tuoi genitori.
Quando eri indifeso, esposto,
quando eri vulnerabile e bisognoso.

Sono comparso nella tua vita
per mezzo del pensiero magico,
mi hanno accompagnato
le superstizioni e gli scongiuri,
i feticci e gli amuleti,
le buone maniere, le abitudini e le tradizioni,
i tuoi maestri, i tuoi fratelli, i tuoi amici…

Prima che tu sapessi della mia esistenza,
ho diviso la tua anima
in un mondo di luce e uno di oscurità.
Un mondo di ciò che va bene e di ciò che non va.

Ti ho portato il sentimento della vergogna,
ti ho mostrato i tuoi difetti,
le tue “bruttezze”,
quello che hai di stupido e di sgradevole.

Ti ho etichettato come “diverso”
la prima volta che ti ho sussurrato nell’orecchio
che in te c’era qualcosa che non andava.

Esisto prima della coscienza,
prima della colpa,
prima della morale,
prima dell’inizio dei tempi,
prima che Adamo di vergognasse del suo corpo
scoprendolo nudo...
...e se lo coprì…

Sono l’ospite non gradito,
il visitatore non richiesto,
sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via.

Mi sono rafforzato con il passare del tempo,
ascoltando i consigli dei tuoi genitori
su come riuscire nella vita.
Osservando i precetti della tua religione,
che ti dicono cosa fare e non fare
per essere accettato
da Dio.
Soffrendo per le crudeli derisioni
dei tuoi compagni di scuola,
che ridevano delle tue difficoltà;
sopportando
le angherie
dei tuoi superiori.
Guardando la tua immagine sgraziata nello specchio
e confrontandola
con quelli che hanno avuto successo
in televisione.

Ed ora, alla fine,
forte come sono,
e per il semplice fatto
di essere donna,
di essere nero, ebreo, omosessuale, orientale,
di essere invalido,
di essere alto, basso o un grassone…
posso trasformarti…
in un mucchio di spazzatura,
in una scoria,
nel capro espiatorio,
nell'unico colpevole,
in un maledetto
bastardo
da eliminare.

Generazioni e generazioni di uomini e donne
mi sostengono.
Non puoi liberarti di me.

Il dolore che provoco
è talmente insostenibile
che per sopportarmi
dovrai passarmi ai tuoi figli,
affinché essi mi passino ai propri,
nei secoli dei secoli.

Per aiutare te e la tua discendenza,
mi maschererò
da perfezionismo,
da alti ideali,
da autocritica,
da patriottismo,
da moralità,
da buone maniere,
da autocontrollo.

Il dolore che ti provoco
è talmente intenso
che vorrai rinnegarmi,
e per questo
cercherai di nascondermi
dietro ai tuoi personaggi,
dietro le droghe,
dietro la tua lotta per il denaro,
le tue psicosi,
la tua sessualità malata.

Ma non importa quello che fai,
non importa dove vai,
io sarò sempre lì.
Perché viaggio con te,
giorno e notte
senza riposo
senza confini.

Sono la causa principale
della dipendenza,
della possessività,
della fatica,
dell’immoralità,
della paura,
della violenza,
del crimine,
della pazzia.

Ti ho insegnato io a rifiutare la paura,
e a questa paura ho condizionato
la tua esistenza.

Dipendi da me,
per continuare ad essere
la persona
che tutti cercano, desiderano, approvano,
la persona gentile e gradevole che oggi mostri al mondo.

Dipendi da me,
perché io sono il baule
nel quale hai nascosto
le cose più sgradevoli, ridicole e meno desiderabili
di te stesso.

Grazie a me
hai imparato ad accontentarti
di quello che la vita ti offre,
perché, dopo tutto, qualsiasi cosa
sarà sempre più di quanto meriti…

Hai indovinato?

Sono il sentimento di rifiuto che provi per te stesso. 

SONO…IL SENTIMENTO DI RIFIUTO
CHE PROVI PER TE STESSO…

Ricorda la nostra storia…

Tutto iniziò quel grigio giorno
in cui hai smesso di dire orgogliosamente:
"IO SONO!"
e timido e vergognoso,
hai abbassato la testa
e cambiato il tuo motto e le tue abitudini
per un altro pensiero:
"IO DOVREI ESSERE..."

....ca**o...!!!!

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Commenti al Post:
ratatuille
ratatuille il 29/05/06 alle 13:32 via WEB
... ho letto anche la versione spagnola ... e anche se non è la mia lingua principale ... come conoscenza ... mi sembra che tu abbia fatto una traduzione notevole ... bello e suggestivo il contenuto ... anche se ha azzardato un po' troppo sul numero delle parole ... però forse lo ha voluto appositamente per dare maggiore enfasi al finale ...
(Rispondi)
 
EXHAUSTION
EXHAUSTION il 29/05/06 alle 13:37 via WEB
non credo..sai, in realtà bucay non è un poeta, avrà scritto quello che secodno lui esprimeva i concetti, senza stare lì a "verseggiare" e magari ha abbondato più per chiarezza...sai come sono sti psicoterapeuti...visto che spagnolo di alto livello? sto iniziando a studiare!!!e la mia esclamazione finale? LODEVOLE!!!
(Rispondi)
ratatuille
ratatuille il 29/05/06 alle 13:56 via WEB
la mia lingua principale è il francese ... poi l'inglese ... lo spagnolo pur non conoscendolo mi viene molto naturale ... in messico lo parlavo normalmente ... vabbé chissà poi che strafalcioni dicevo :))) ...
(Rispondi)
bluewillow
bluewillow il 29/05/06 alle 14:07 via WEB
Leggi i libri in lingua originale, che brava ! :)))
(Rispondi)
 
EXHAUSTION
EXHAUSTION il 29/05/06 alle 14:51 via WEB
si, mi piace...per il momento solo italiano, inglese e spagnolo...un giorno arriverò al giapponese...la traduzuione non rende MAI bene...
(Rispondi)
holig
holig il 29/05/06 alle 14:09 via WEB
1) bella la zia...bella bella bella...bella... 2)..paura.....ho il cervello che fa aria....è un po troppo duro per me......
(Rispondi)
 
EXHAUSTION
EXHAUSTION il 29/05/06 alle 14:52 via WEB
siiiii, bella la zia, e la piccola giulietta!!!! ...si, paura, è molto duro...
(Rispondi)
SDuDe
SDuDe il 29/05/06 alle 16:18 via WEB
mi devo essere persa in qualche rigo strano!!!!!!!compañeros
(Rispondi)
 
EXHAUSTION
EXHAUSTION il 29/05/06 alle 16:40 via WEB
no, dai...vieni SOPRA LE RIGHE!!!
(Rispondi)
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