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Banche vive o morte?

Post n°62 pubblicato il 19 Gennaio 2016 da ecoeconomia
 
Foto di ecoeconomia

Da più parti arrivano massaggi rassicuranti sul sistema bancario italiano.
Vediamo di fare un 'analisi scevra da pregiudizi ma allo stesso tempo obbiettiva e senza concessioni.

Il presupposto è che coi criteri anni '80 e primi anni '90 le banche , e non solo in Italia), sarebbero tutte fallite. La deregulation ha portato la possibilità di prestare , grazie a meccanismi di "architettura" finanziaria, molte più volte i denari di quanto raccolto. Ergo il 10 % di sofferenze standard non va più calcolato sul denaro realmente esistente ma sul denaro creato fittiziamente tramite cartolarizzazioni che a loro volta  hanno dato vita a obbligazioni e derivati: in sostanza i cosiddetti asset tossici.
Perchè tossici : semplice perchè come sottostante hanno sofferenze , più o meno acclarate, che non hanno nessuna possibilità di venire rimborsate.
E questo, al netto del patrimonio reale delle banche, porta il sistema,(nel suo complesso , non entriamo nello specifico) ad essere ampiamente a saldo negativo.
Ovvero i soldi che il sistema bancario dovrebbe poter rimborsare a fronte delle emissioni tossiche sono molti di più , ma molti di più , di quelli che incassa regolamemente e incasserà in futuro.
Come dicevo nei decenni passati questo avrebbe portato al fallimento. Ora la deregulation ha portato in "dote" regole più morbide. Vale a dire che le banche debbono detenere soltanto una percentuale di quanto raccolto. Si parte dal presupposto che le banche possono utlizzare come propri (anzi da codice civile sono soldi loro) i risparmi sui conti correnti e che quindi possono fare fronte alle esigenze di cassa (facilitate anche dalla lotta all'uso del contante) con una piccola quota del denaro che hanno o meglio avrebbero in deposito.
Ordunque tutto bene?
Proprio no! Lo stress di questi giorni sui mercati borsistici, con le banche al centro del mirino, mostra chiaramente che sotto la cenere covano tizzoni ardenti.
La vera soluzione al problema ce l'hanno mostrata britannici e americani con nazionalizzazioni e stampa di sterline  i primi e solo stampa di dollari a iosa i secondi.

Noi, vincolati all'euro, stiamo finendo inella pentola bollente della speculazione e stavolta, visto il numero di istituti coinvolti o facilmente contagiabili, se non si anticipano le mosse saranno dolori al cui confronto il 2008 sarà stato una passeggiata di salute.

Ecco perchè da anni mi batto per la riacquisizione della sovranità monetaria e del ritorno alla lira. I tedeschi che ci vogliono soggiogare definitivamente tramite l'UE non ci concederanno mai una via d'uscita onorevole. Preferiscono farci finire nel burrone e poi, come avvoltoi venire a raccogliere i cocci magari col loro super marco tornato in vita come da settimane si va vociferando.
Politici italiani cari a buon intenditor ... il bail in (già di per sè anti-etico se non incostituzionale)a fronte di tutto ciò non bastaerà che per un po' di bancomat!

PS Tutto ciò per avere alimentato col credito facile una crescita (specie immobiliare ) insostenibile e, in molti casi, avere approfittato del sistema per concedere montagne di  finanziamenti a soggetti raccomandati ma già in partenza in probabile mala fede.

 
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