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« LASCIARE LA TENDAIL BATTESIMO NELLO SPIRITO SANTO »

LA PREGHIERA MODELLO ; IL PADRE NOSTRO

Post n°159 pubblicato il 02 Febbraio 2017 da sergiopaolo.65

 

LA PREGHIERA MODELLO ;PADRE NOSTRO

"Padre" l'attributo preferito da Gesù per descrivere Dio;ricorre almeno 170 volte nei vangeli. Rivolgendosi a lui come nostro Padre,riconosciamo che Dio è una persona,capace di intrattenere una relazione personale con gli esseri umani. Dio è reale ,amorevole e premuroso esattamente come un padre umano. Ma abita nei cieli,diverso dai genitori terreni perchè onnipotente,onnisciente,onnipresente e perfettamente santo. L'espressione"Padre del cielo" ci ricorda sempre che Dio è santo e personale e che il cristianesimo non è ne una mera idea filosofica nè tanto meno una nozione panteistica di una divinità che si trova dappertutto."Sia santificato il tuo nome"(v2). Anche questo versetto ci ricorda la santità e sacralità di Dio. Quelli che asseriscono di seguire il Signore devono santificarne il nome a parole e con i fatti. Esprimersi in tal senso e poi peccare contro di lui significa storpiare quel nome. Le parole di Gesù riportate in Matteo 7:21-23 ci possono aiutare a capire meglio cosa voglia dire santificare il nome di Dio."Venga il tuo regno"(v2). I vangeli fanno riferimento al regno di Dio oltre 100 volte,40 circa delle quali in Luca,50 in Matteo,16 in Marco e 3 in Giovanni. E' quello che Gesù è venuto a rivelare e a stabilire,tanto nella realtà presente del regno della grazia quando nella promessa futura del regno della gloria.Se non si entra nel primo dei due non vi sarà alcuna possibilità di varcare l'ingresso del secondo ,e la volontà precisa del Salvatore è che i suoi discepoli debbano sperimentare il primo in attesa dell'altro."Sia fatta la tua volontà sulla terra,come nel cielo"(v2). In cielo la volontà divina è riconosciuta e rispettata.Gesù parte da questo presupposto e lo trasforma nella speranza di una situazione che sarà analoga qui sulla terra.Il termine"sulla terra" non veicola il concetto di generalità ma quello di particolarità.Lasciamo che sia fatta la volontà di Dio sulla terra,ma a partire da noi,da ciascuno di noi singolarmente
Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano"(v3).La richiesta è introdotta dal verbo "dare". Sia che esca dalle labbra di un milionario o da quelle di un orfano indigente,la preghiera si rivela all'istante un'espressione di dipendenza e ammissione di fiducia. Dipendiamo tutti da Dio e la supplica imperativa "dacci" ci costringe ad ammettere che Dio è la fonte di ogni dono,Egli è il creatore,in lui viviamo,agiamo e troviamo la nostra essenza:( Atti 17:28 )" E' lui che ci ha fatti,e noi siamo suoi"(Salmo 100:3).Dio è il Padre che ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno .alla luce di questa promessa,quale straordinaria rassicurazione troviamo in Luca 11:9-13?

"Perdona i nostri peccati"(v4). Il perdono è il fulcro del Vangelo;senza il perdono divino non po' esservi salvezza," Voi che eravate morti nei peccati....Dio vi ha vivificati con lui,perdonandoci tutti i nostri peccati"(Colossesi 2:13). Chi ha vissuto personalmente il perdono divino deve trasmettere ad altri questa esperienza e coinvolgere tutti quelli dai quali ha ricevuto un torto. La preghiera che dice di perdonare"perché anche noi perdoniamo"(v4) non vuole significare che il perdono del Signore dipende da quello che noi concediamo al prossimo,piuttosto,la nostra condizione di essere perdonato ci richiede ,in quando discepoli,di vivere all'interno del circolo allargato della grazia,ottenendo,da un lato la benevolenza divina e dall'altro estendendo il suo amore e il suo perdono ad altri che potrebbero averci offeso.

"Non esporci alla tentazione,ma liberaci"(v4Nd).Occorre soffermarci su questa affermazione e notare due elementi (1).La tentazione non significa peccare(il greco è peirasmos). I sostantivi greci che terminano con asmos descrivono normalmente un processo e non il risultato. La Scrittura non considera la tentazione un prodotto finito,bensi un metodo,un processo utilizzato per ottenere un determinato effetto. La tentazione non è peccato lo diventa se cediamo a essa.(2) Dio non è l'autore della tentazione(Giacomo 1:13).Egli può permetterla,ma non tenta mai,nel senso di indurre qualcuno a peccare. La preghiera,dunque,diventa l'ammissione che Dio è l'unica fonte per ottenere la forza indispensabile per resistere al male 
Subito dopo avere presentato ai suoi discepoli un modello di preghiera,Gesù insegna loro,mediante la parabola di un amico che bussa a mezzanotte(Luca 11:5-13),la necessità di perseverare nella preghiera . Poi ,avvicinandosi al termine del suo ministero,ricorderà a quelli che lo seguono quando sia urgente il bisogno della penitenza e dell'umiltà nell'invocazione(18:9-14)entrambe le parabole appena citate dimostrano che la preghiera non consiste semplicisticamente in una routine religiosa,ma si tratta piuttosto di un cammino,di un dialogo e di un vivere costante e tenace con il Padre Leggendo Luca 11:5-8 notiamo che Gesù racconta questa parabola per incoraggiare la perseveranza nella preghiera,e che non deve diventare abitudine,ma costituire il fondamento di una relazione di assoluta ,insistente e continua dipendenza da Dio. La preghiera è il respiro dell'anima:senza di essa siamo spiritualmente morti .Gesù narra la parabola di un vicino che rifiuta di essere amichevole. Le suppliche continue dell'amico per una manciata di panni per venire incontro a un'emergenza notturna cadono nel vuoto. Ma alla fine anche un simile vicino cede all'insistenza di quei battiti notturni alla porta. E se cede lui,quando più lo farà Di o di fronte a una preghiera contenente una richiesta perseverante? Questa insistenza non serve a far cambiare idea al Signore ma a consolidare la nostra fiducia. Il fariseo si aspettava che Dio lo appoggiasse sulla base di quello che aveva fatto,delle sue opere giuste. Il pubblicano si affidò alla misericordia del Signore e fu giustificato,sulla base della grazia di Dio. L'accettazione divina la otteniamo non grazie a ciò che siamo ma alla sua solo grazia. Solo chi è penitente,umile e ha uno spirito mortificato potrà ricevere quella grazia."La dolcezza e l'umiltà sono le condizioni indispensabili per ottenere la vittoria. Una corona di gloria è stata preparata per coloro che si inginocchiano davanti al Signore loro Creatore"(Salmo 95:6 "Chi si rivolge a Dio per invocare il suo aiuto,il suo sostegno e la sua forza,mediante la preghiera quotidiana e sincera,avrà nobili aspirazioni e una percezione più chiara del proprio dovere .Sarà animato da motivazioni elevate e da un profondo desiderio di giustizia. Coltivando un rapporto costante con Dio potremmo trasmettere agli altri la pace e la serenità che regnano in noi. La forza ottenuta mediante la preghiera rivolta a Dio e lo sforzo assiduo con cui si educa la mente alla riflessione ci preparano ad adempiere i doveri quotidiani e a conservare la serenità in ogni circostanza. Quando rivolgendosi a Dio lo chiamiamo PADRE NOSTRO ,riconosciamo che tutti i suoi figli sono nostri fratelli. Facciamo parte dell'umanità perché discendiamo dalla stessa famiglia , generati dallo stesso Padre .

Teologo:Paolo Carlo Palmieri

Paolo Palmieri

 

 

 
 
 
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Un blog di: sergiopaolo.65
Data di creazione: 14/09/2014
 

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