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« IL CAPRO ESPIATORIOLA PREGHIERA SACERDOTALE »

LO SPIRITO SANTO PROCEDEDE DAL PADRE ........

Post n°232 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da sergiopaolo.65

LO SPIRITO SANTO PROCEDE DAL PADRE E DAL FIGLIO? ,O PROCEDE DAL PADRE E VIENE EROGATO DAL FIGLIO ?
Ma quando sara' venuto il Consolatore che io manderò da parte del  Padre,lo Spirito della verità CHE PROCEDE DAL PADRE ,egli testimonierà di me (Giovanni 15:26)
Il sesto Articolo di fede degli STUDENTI DELLA BIBBIA cosi recita: Crediamo nello Spirito Santo la potenza di Dio ,che procede dal Padre e viene erogata dal figlio(Luca 24:49;Giovanni 14:26;15.26;16.7;20.22;Atti 1:8;Giudici 14:19;Zaccaria 4.6) 
Circa la Trinità, un aspetto interessante delle origini avventiste è la loro posizione antitrinitaria (o meglio non trinitaria) originaria. Nel libro avventista Alla ricerca di un'identità. Sviluppo delle dottrine avventiste fondamentali del prof.George R.Knight (Edizioni ADV, 2004, pp. 13,14) si legge questo interessante passaggio: La maggior parte dei pionieri avventisti oggi avrebbe delle difficoltà a far parte della chiesa se dovesse esprimere il proprio consenso sui ventisette punti dottrinali della denominazione. Per scendere nei particolari, non potrebbero accettare il punto numero 2 che riguarda la dottrina della Trinità. Per Joseph Bates, infatti, la Trinità rappresentava una dottrina non scritturale, mentre James Springer White la chiamava quella vecchia assurdità trinitaria e per M.E. Cornell essa era il frutto della grande apostasia, insieme con altre false dottrine come l'osservanza della domenica e l'immortalità dell'anima. Nello stesso modo, la maggior parte dei fondatori si sarebbero trovati a disagio con il punto 4, che sostiene che Gesù ha una natura eterna ed è anche veramente Dio. Per J.N. Andrews il Figlio di Dio...ebbe Dio come Padre e, in un momento indeterminato di un eterno passato, i suoi giorni ebbero inizio. Ma i personaggi più noti dell'avventismo non avrebbero sottoscritto neppure il punto 5 relativo alla personalità dello Spirito Santo. Uriah Smith, per esempio, non solo negava la Trinità e l'Eternità del Figlio, come molti suoi confratelli ma, sempre come loro, descriveva lo Spirito Santo come quell' emanazione divina e misteriosa attraverso la quale sia il Padre che il Figlio realizzano la loro opera grandiosa e infinita. In un'altra occasione definì lo Spirito Santo come un influsso divino e non come una persona paragonabile al Padre e al Figlio.
Nel libro The Three Worlds,(Le tre parole di meno) scritto nel 1876, alle pagine 57, 58, Charles Russell ammise che lo Spirito Santo è una persona, criticando la setta dei "Cristadelfiani" che ritenevano lo Spirito santo fosse invece solo una forza impersonale (come gli attuali TdG):«Io comincio a credere che le persone dell'Età a venire e molti tra i premillenaristi non credono in nulla che sia di natura spirituale ... I Cristadelfiani [dicono] che lo Spirito Santo non sia che un principio o un elemento di potenza, e non un'intelligenza. Non è nient'altro né più né meno che "elettricità", come dichiara uno dei loro libri che ho di fronte a me. Nessuna meraviglia che essi non discernino che un futuro carnale. Un simile falso ragionamento ... conduce molti altri ancora nelle tenebre» CHE COS'E' LA CLAUSOLA DEL FILIOQUE? "Per poter capire meglio la questione del procedimento dello S.S dal Padre e erogato dal Figlio ,dobbiamo Rispondere che cos'è la clausola del filioque era, e continua ad essere, una controversia nella chiesa che riguarda lo Spirito Santo. La domanda è: "Da chi è proceduto lo Spirito Santo, dal Padre o dal Padre e dal Figlio?" La parola filioque vuol dire "un figlio" in Latino. La questione viene chiamata la "clausola del filioque" perché la frase "e figlio" fu aggiunta nel Credo di Nicea, indicando che lo Spirito Santo procedeva dal Padre "e Figlio". Ci fu una grande controversia su questa questione che alla fine portò alla scissione tra la Chiesa Cattolica Romana e le chiese Ortodosse d'Oriente nel 1054 d.C. Tutt'ora le due chiese non sono d'accordo sulla clausola gli argomenti che può capitare di trattare nel ministero di campoL'unico elemento che non ritroviamo nel testo originario del Simbolo, è il cosiddetto "filioque" ("e dal Figlio"). Leggiamo infatti così: "ex patre [filioque] procedentem". Tale aggiunta, che Roma ammise nella versione liturgica latina nel 1014, fu in particolare contestata dalla Chiesa Ortodossa, anche se essa non fu certo l'unica causa del Grande Scisma d'Oriente avvenuto nel 1054. Ma come avvenne esattamente la storia di questo inserimento? La sequenza è questa: l'antichissimo Simbolo degli Apostoli riportava solo l'espressione "Credo nello Spirito Santo". Nel 325 il Simbolo di Nicea proclamava pertanto: "Crediamo nello Spirito Santo". Successivamente, il primo Concilio di Costantinopoli, nel 381, aggiunse "ex Patre procedentem": un'aggiunta più che lecita perché desunta direttamente dal Vangelo (Gv 15,26). Nel quinto secolo già circolavano, però, professioni di fede che definivano lo Spirito Santo "procedente dal Padre e dal Figlio", come l'autorevole Simbolo Atanasiano, chiamato così perché attribuito a Sant'Atanasio (295-373), arcivescovo d'Alessandria d'Egitto. Anche antichi Padri quali San Basilio vescovo e dottore della Chiesa (330-379), o San Gregorio Nazianzeno vescovo di Costantinopoli (329-390) si erano aperti alla teologia del filioque. Infine, nel 447, papa San Leone I, sulla base di queste antiche tradizioni, non solo latine ma anche alessandrine, affermò dogmaticamente il filioque (cfr CCC 247). Ed anche i successivi concili (Toledo nel 589; Aquileia nel 796; Aquisgrana nell'809) confessarono la teologia del filioque. E' pertanto comprensibile il perché Roma abbia finito per accoglierlo nella liturgia latina nel 1014. Da allora, esso si diffuse in tutto l'Occidente, e fu accettato sia dai Latini sia dai Greci nei concili ecumenici di Lione (1274) e di Firenze (1439). Tuttavia, nel corso dei secoli furono innumerevoli le dispute su questo argomento, specie tra teologi cattolici ed ortodossi. Perché? Quale concezione dello Spirito Santo vi è dietro il filioque? La risposta la leggiamo negli atti del Concilio di Firenze del 1439: "Lo Spirito Santo ha la sua essenza e il suo essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio e [...] procede eternamente dall'uno e dall'altro come da un solo principio e per una sola spirazione [...]. E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha donato al suo unico Figlio generandolo, ad eccezione del suo essere Padre, anche questo procedere dello Spirito Santo a partire dal Figlio, lo riceve dall'eternità dal suo Padre che ha generato il Figlio stesso" (Denz.-Schönm., 1300-1301). Gli ortodossi usano il termine greco ekporeuomenon, che noi traduciamo con procedentem: il primo significa che lo Spirito Santo "trae la sua origine" dal Padre, il secondo è invece un termine più comune che non vuole significare altro che la comunicazione della divinità consostanziale del Padre sia allo Spirito Santo sia al Figlio (o, come dicono gli stessi ortodossi, "allo Spirito Santo attraverso il Figlio"). Ecco perché in latino è possibile estendere il procedentem anche al Figlio. Si tratta allora solo di una questione linguistica? Di fatto, quando la chiesa cattolica celebra il rito latino nella lingua greca, l'espressione "e dal figlio" non compare. "Dai tempi del Concilio Vaticano II si svolge un proficuo dialogo ecumenico, che sembra aver portato alla conclusione che la formula "Filioque" non costituisce un ostacolo essenziale al dialogo stesso e ai suoi sviluppi" (Giovanni Paolo II, Udienza Generale del 7 novembre 1990). Ai fini di operare la riunificazione completa coi fratelli di rito bizantino, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, a poche settimane di distanza dal celebre incontro di Giovanni Paolo II col Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, avvenuto il 29 giugno 1995, ha presentato sull'Osservatore Romano del 13 settembre 1995 una lunga trattazione sulla questione, ove compare una nota molto forte: "La chiesa cattolica riconosce il valore conciliare ed ecumenico, normativo e irrevocabile, quale espressione dell'unica fede comune della chiesa e di tutti i cristiani, del simbolo professato in greco dal II concilio ecumenico a Costantinopoli nel 381." In pratica viene ricostruita l'unità dei cristiani attorno al Simbolo niceno-costantinopolitano. Questo naturalmente non ha impedito al "filioque" di abitare ancora nella liturgia (per lo meno di rito romano e di rito ambrosiano), così come abitano le tante altre formule più o meno antiche delle professioni di fede (CCC 192). Molto serenamente, il Catechismo della Chiesa Cattolica, è giunto infatti a dichiarare una compatibilità fra le due formule: "Questa legittima complementarità, se non viene inasprita, non scalfisce l'identità della fede nella realtà del medesimo mistero confessato" (CCC 248).
CHE COS'E' LO SPIRITO SANTO?
La parola ebraica rùach e quella greca pnèuma, spesso tradotte "spirito", hanno vari significati, che però riguardano tutti ciò che è invisibile all'occhio umano e che rivela una forza in azione. Sia il termine ebraico che quello greco sono usati con riferimento (1) al vento, (2) alla forza vitale che agisce nelle creature terrestri, (3) alla forza impellente che scaturisce dal cuore simbolico della persona spingendola a dire e a fare le cose in un certo modo, (4) a espressioni ispirate che emanano da una fonte invisibile, (5) a persone spirituali e (6) alla forza attiva di Dio o spirito santo. Qui prendiamo in esame vari di questi usi in relazioneLo spirito santo è la potenza di Dio, la sua forza attiva all'opera (Michea 3:8; Luca 1:35). Dio manda il suo spirito indirizzando la sua energia ovunque desideri per compiere la sua volontà (Salmo 104:30; 139:7)Nella Bibbia la parola "spirito" traduce l'ebraico rùach e il greco pnèuma. Il più delle volte queste parole fanno riferimento alla forza attiva di Dio, ovvero il suo spirito santo (Genesi 1:2). Comunque, la Bibbia usa questi termini anche con altri significati: Respiro (Abacuc 2:19; Rivelazione [Apocalisse] 13:15).Vento (Genesi 8:1; Giovanni 3:8).Forza vitale che anima le creature viventi (Giobbe 34:14, 15).Indole o temperamento di una persona (Numeri 14:24).Esseri spirituali, inclusi Dio e gli angeli (1 Re 22:21; Giovanni 4:24).Questi significati hanno tutti il senso di qualcosa che, pur essendo invisibile agli occhi umani, produce degli effetti visibili. Similmente lo spirito di Dio, "come il vento, è invisibile, immateriale e potente" ( Grande Lessico del Antico Testamento vol 7;Nuovo Testamento vol 5)La Bibbia inoltre fa riferimento allo spirito santo di Dio come alle sue "mani" o "dita" (Salmo 8:3; 19:1; Luca 11:20; confronta Matteo 12:28). Come un artigiano usa le mani e le dita per svolgere il suo lavoro, così Dio ha usato il suo spirito per compiere o produrre cose come queste:L'universo (Salmo 33:6; Isaia 66:1, 2).La Bibbia (2 Pietro 1:20, 21).I miracoli compiuti dai suoi antichi servitori, e la loro zelante predicazione (Luca 4:18; Atti 1:8; 1 Corinti 12:4-11).Le eccellenti qualità manifestate da coloro che gli ubbidiscono (Galati 5:22, 23).
LO SPIRITO SANTO NON E' UNA PERSONA
Descrivendo lo spirito come le "mani", le "dita" o l'"alito" di Dio, la Bibbia mostra che lo spirito santo non è una persona (Esodo 15:8, 10). Proprio come le mani di un artigiano non possono operare indipendentemente dalla sua mente e dal suo corpo, lo spirito santo opera esclusivamente secondo la volontà di Dio (Luca 11:13). La Bibbia paragona lo spirito di Dio anche all'acqua e lo associa a concetti come fede e conoscenza. Questi paragoni indicano tutti la natura impersonale dello spirito santo (Isaia 44:3; Atti 6:5; 2 Corinti 6:6).La Bibbia rivela il nome di  Dio e di suo Figlio Gesù Cristo, ma non menziona mai il nome dello spirito santo (Isaia 42:8; Luca 1:31). Quando ricevette miracolosamente una visione del cielo, il martire cristiano Stefano vide solo due persone, non tre. La Bibbia riporta: "Egli, essendo pieno di spirito santo, guardò fisso in cielo e scorse la gloria di Dio e Gesù in piedi alla destra di Dio" (Atti 7:55). Lo spirito santo era la potenza divina all'opera che permise a Stefano di avere quella visione.
IDEE ERRATE SULLO SPIRITO SANTO
Errato: Lo "Spirito Santo" è una persona e fa parte della Trinità, come sostiene 1 Giovanni 5:7, 8, ad esempio nella Sacra Bibbia di Antonio Martini.
Vero: In 1 Giovanni 5:7, 8, la versione di Martini aggiunge: "In cielo: il Padre, il Verbo, e lo Spirito Santo; e questi tre sono una sola cosa. E tre sono che rendono testimonianza in terra". Comunque, studiosi hanno dimostrato che queste parole non furono scritte dall'apostolo Giovanni e quindi non appartengono alla Bibbia. Come riporta un'opera di consultazione, "si tratta di un'aggiunta posteriore che non ha niente a che vedere con il testo originario della Prima Epistola di Giovanni". *Errato: La Bibbia personifica lo spirito santo, e questo dimostra che si tratta di una persona.
Vero: È vero che le Scritture talvolta personificano lo spirito santo, ma ciò non prova che esso sia una persona. La Bibbia personifica anche la sapienza, la morte e il peccato (Proverbi 1:20; Romani 5:17, 21). Per esempio, della sapienza viene detto che ha "opere" e "figli", e del peccato si legge che 'seduce', 'uccide' e 'opera ogni sorta di concupiscenza' (Matteo 11:19; Luca 7:35; Romani 7:8, 11).
Similmente, nel citare Gesù, l'apostolo Giovanni personificò lo spirito santo definendolo un "soccorritore" (paracleto) che avrebbe fornito prove e guida, parlato, udito, dichiarato, glorificato e ricevuto. Riferendosi a quel "soccorritore", usò dei pronomi maschili (Giovanni 16:7-15). Questo perché in greco "soccorritore" (paràkletos) è un nome maschile e richiede pronomi maschili, secondo le regole della grammatica greca. Quando invece si riferì allo spirito santo con il termine neutro pnèuma, Giovanni usò un pronome neutro (Giovanni 14:16, 17).Errato: Il battesimo nel nome dello spirito santo dimostra che quest'ultimo è una personaVero: La Bibbia usa talvolta l'espressione "nome" per indicare potere e autorità (Deuteronomio 18:5, 19-22; Ester 8:10). Ancora oggi se ne fa un uso simile in espressioni come "in nome della legge", anche se ciò non significa che la legge sia una persona. Chi viene battezzato "nel nome" dello spirito santo ne riconosce il potere e il ruolo nella realizzazione della volontà di Dio (Matteo 28:19).Errato: Gli apostoli di Gesù e gli altri primi discepoli credevano che lo spirito santo fosse una persona.Vero: La Bibbia non lo dice, e nemmeno la storia. L'Encyclopædia Britannica afferma: "La definizione dello Spirito Santo come Persona divina distinta [...] risale al Concilio di Costantinopoli, nel 381". Questo avvenne oltre 250 anni dopo la morte dell'ultimo apostolo.Dunque lo Spirito Santo procede dal Padre e viene erogato dal Figlio ,il quale Dio Padre gli ha dato di avere  vita in se stesso(Giovanni 5:26)
Prof: Paolo Palmieri 

 
 
 
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Un blog di: sergiopaolo.65
Data di creazione: 14/09/2014
 

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