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La maldicenza non risparmia nessun ricercatore della verita'.
Piu sei in alto e' piu sei preso di mira da chi vuol salire e non ha le capacita'.
Piu sai e' piu diventi il bersaglio degli ignoranti.
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Messaggi di Febbraio 2014
Post n°260 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da falcoman43
Alle 09.15 di domenica 9 febbraio Marius è stato giustiziato con un colpo di pistola alla testa nello zoo di Copenhagen. |
Post n°259 pubblicato il 22 Febbraio 2014 da falcoman43
- a norma dell’art. 594 C.P. (INGIURIA) - a norma dell’art. 595 C.P. (DIFFAMAZIONE) - a norma dell’art. 612 C.P. (MINACCIA) - a norma dell’art. 660 C.P. (MOLESTIA O DISTURBO ALLE PERSONE) |
Post n°258 pubblicato il 08 Febbraio 2014 da falcoman43
Settantacinque anni dopo la sua morte, gli scienziati hanno determinato cosa uccise Hachiko, l’Akita leggendario la cui storia è stata immortalata nel suo paese nativo, il Giappone, e anche nel resto del mondo. Il cane più famoso del Giappone – che per decenni si era creduto fosse morto per aver mangiato uno spiedino di pollo che gli perforò lo stomaco – forse morì di cancro ai polmoni e al cuore, almeno così sostengono ora alcuni scienziati. Hachiko divenne leggendario per la lealtà che dimostrò nell’aspettare il suo padrone, tutti i giorni alla stazione di Shibuya, per 10 anni, che morì a causa di un ictus mentre era in università. Hachiko morì nel 1935, all’età di 13 anni. Dopo la sua morte, i ricercatori di quella che oggi è l’Università di Tokyo, eseguirono l’autopsia sul corpo del cane, scoprendo ascaridi nel suo cuore e del liquido nel suo addome.
Hachiko accompagnava il suo padrone, un professore universitario di nome Hidesaburo Ueno, alla stazione ferroviaria ogni giorno, e ogni sera lo andava ad aspettare sempre nello stesso punto della stazione. Quando Ueno morì, Hachiko continuò ad andare alla stazione ogni giorno per aspettare il suo padrone, per circa dieci anni. La storia è stata raccontata in numerose versioni, ma la più famosa è la versione più recente, “Hachiko – A Dog’s Story”, interpretato da Richard Gere.
So che pochi potranno capire il video, ma in parole povere è la notizia riportata da un telegiornale che spiega il risultato dei test effettuati dal team dell’Università di Tokyo. |
Post n°257 pubblicato il 07 Febbraio 2014 da falcoman43
Un cane ogni giorno si reca dove morì lo studente che lo aveva adottato
Da cinque anni, con la coda bassa e con il cuore colmo di dolore, un cane si reca quotidianamente all’angolo di una strada della città boliviana Cochabamba dove morì il ragazzo che lo aveva adottato.
Lo studente era su un motorino e finì investito da un taxi. Lì si è interrotta la sua vita, ma non il rapporto con quel quattrozampe che era sempre con lui. Per molti era solo un cane randagio che vagava per la strada, ma poi la sua storia si è diffusa e gli abitanti del quartiere hanno voluto dargli anche un nome: Hachi, simile ad Hachiko, famoso cane giapponese la cui storia è diventata famosa in tutto il mondo.
«Il cane e lo studente erano sempre insieme – racconta il proprietario di un negozio lì vicino al “Diario de Yucatan” -. Poi c’è stato l’incidente e il ragazzo è morto durante il trasporto in ospedale. Hachi cammina da un angolo all’altro della strada. All’inizio, quando sentiva un motorino avvicinarsi, abbaiava sperando fosse il suo proprietario. Ora se ne sta spesso in un angolo a singhiozzare».
La storia di questo cane triste ha però commosso molte persone e così in tanti si prendono cura di lui. Al mattino Hachi sa che ha la colazione assicurata dal macellaio, mentre il pranzo gli viene “offerto” da un ristorante o dagli ambulanti del mercato di zona. Molte persone hanno cercato di adottarlo per dargli una casa, ma lui ha sempre rifiutato: una famiglia l’aveva portato nella propria abitazione dall’altra parte della città, ma Hachi poco dopo è riuscito a scappare tornando nel suo solito angolo. La sua fedeltà e nostalgia per quella persona che non c’è più è troppo forte per ricominciare in una nuova famiglia.
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Post n°256 pubblicato il 01 Febbraio 2014 da falcoman43
Gli animali non sono affatto né più deboli né più indifesi dell'uomo, hanno solo bisogno della sua voce per poter dire no al disprezzo e alle crudeltà con cui sono trattati da certi umani che, in verità, di umano nulla hanno. C'è chi pensa che ci sia un limite nel rapporto tra l'uomo e l'animale, ma io non lo vedo: perché nonostante l'uomo si distingua dall'animale per la ragione, l'animale si distingue dall'uomo dalla sua capacità di amare l'uomo stesso incondizionatamente!85> |
Inviato da: falcoman43
il 16/08/2018 alle 14:48
Inviato da: carla.bosso
il 14/12/2016 alle 14:27
Inviato da: LAVERGINEMARIA1
il 08/09/2016 alle 19:04
Inviato da: carla.bosso
il 03/08/2016 alle 20:13
Inviato da: carla.bosso
il 27/04/2016 alle 16:58