Creato da SognoBuio il 12/12/2008

FANTASIA E REALTA'

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Paradroid (parte 1)

Post n°4 pubblicato il 29 Luglio 2010 da SognoBuio
Foto di SognoBuio

Conosci i Costeau?

No?

Sono un gruppo musicale, inglese, forse americano...non lo so ma credo inglese. Nel 2001, un mio amico mi ha spedito il CD direttamente da Londra, quindi, credo siano inglesi.

Certo che è una figata: ricevere un CD da una persona  che è in viaggio a Londra e decide di comperare un  CD solo per te e di spedirtelo a casa!....

E' inusuale...spettacolare o no? Io, all'epoca, avevo pensato così. “E a dire il vero lo penso tuttora”.

Un bel Cd:  la copertina  nera e lucida e la foto della Band  davanti, con un tizio che suona il violoncello. Si proprio una figata, pensare che magari, agli esordi, suonavano in qualche fumoso pub di Londra. E' arrivato dentro un pacco  di carta marroncina, dentro il pacco il Cd ed una lettera scritta su carta blu con calligrafia  pressoché illeggibile anche perché le E erano tutte invertite. Una lettera da squilibrato ma il divertente stava proprio in quello.

Paradroid la firma; non un nome qualsiasi che so Andrea Giancarlo o Luigi No! firmato con un nick da chat.

Non ricordo cosa avevo fatto durante il giorno ma, so che la sera, prima di entrare in chat, ero in fibrillazione . Speranzosa che il mittente della lettera fosse connesso: digita, clicca, aspetta....

OK connessa, guarda a destra l'elenco dei nick connessi e.... Niente! tre persone in chat, due sconosciute e DanytheBeast, uno sfigatello di Napoli, però....... in mancanza di persone meglio conosciute. A dire il vero è molto meglio, così posso chiedere senza vergognarmi che dall'altra parte  possano pensare che, se t'interessa tanto una persona mai vista,sei proprio triste, sola, in un'unica parola Sfigata.

Messaggio privato da Sharasm a DTB: ciao hai visto connesso Paradroid?

DTB a sharasm: no è tutto il giorno che sono qua e non ho visto nessuno.

sharasm a DTB: ok mi fai un piacere? se lo vedi gli puoi dire che ho ascoltato il Cd ed è bellissimo. da ascoltare in una triste giornata di pioggia. Grazie .

Ok! PC spento e conversazione terminata senza drammi.

Certo, sarei stata più contenta che ad aspettarmi, trepidante, davanti ad un monitor lontano 300 kilometri ci fosse stato Paradroid.....pazienza, l'evento in se mi ha comunque lasciata elettrizzata, carica di energia. Un perfetto sconosciuto mi ha spedito un Cd da Londra. “Cioè dai, siamo seri: se  una persona, in viaggio all'estero, ha perso tempo, pensando ad un'altra persona che nemmeno conosce e con la quale ha scambiato  5 battute in una chat...... deve aver colto in 5 battute virtuali tutta la mia originalità.”

A scanso di equivoci ed a dimostrazione che il mio pensiero  era corretto: io e Paradroid ci siamo incontrati diversi mesi dopo l'arrivo del CD ed abbiamo fatto sesso ancora dopo.

Era inverno, non ricordo se prima o dopo natale, una sera come tante: lavoro, doppio lavoro e poi a casa:  pc acceso, stereo a palla, sigarette una dietro l'altra e chat.

Digiland: il Consiglio degli elfi entra in chat un nick nuovo, mai visto prima: Paradroid.

Dopo qualche scambio di chiacchera generale mi viene da digitare: Paradroid che strano nick, sembra un mix tra paranoide e androide- paranoid/android.

Il nuovo nick mi risponde : paranoid-android.

Ed io:  si paradroid!.

Dopo diverso tempo ho scoperto  che è il titolo di una canzone, di chi non lo ricordo più, all'epoca mi era sembrato un lampo di genio.

Questo è stato l'inizio di diversi mesi di sporadiche chiacchera da chat, forse ne più ne meno banali di tante altre ma, in quei mesi, l'entrata in chat di quel nick  bastava a farmi accelerare il battito cardiaco.

Ci sono stati minuti, ore, giornate in cui non  entravo in chat  se non con la speranza che anche lui fosse connesso. Oserei dire che per un lungo periodo ho vissuto, lavorato, respirato solo per l'attesa di veder comparire sul monitor quel nick.

Inizialmente  perché era un diversivo alla noia, poi per curiosità, poi per abitudine ed infine perché il rimanere attaccata ad una storia non storia, malata, senza ne capo ne coda, mi permetteva di non pensare a me, ai miei problemi. Vivi una vita che non è vita e il reale viene spinto in un angolo talmente profondo da non esistere più: il gioco è facile.

Chiacchiere da chat, dicevo: frammenti  di giornate, 15 minuti, 30 minuti, 1 ora entro cui, veicolate da miliardi di cavo, davanti ad un monitor si susseguono svariate situazioni. Chi cerca l'amore, chi la scopata facile, chi compagnia. Realtà virtuale si dice ma, sempre reale è, forse non sempre positiva, spesso malata ma è comunque una possibilità per imparare.

Cosa imparai  in quei mesi non è chiaro nemmeno a me: ho imparato che Paradroid ha una sorella, Claudia che, scappata o almeno così pensavo, ad una realtà pesante, viveva a Londra. Nei vari racconti io me la immaginavo vivere, giovane in una capitale europea, lavoretto da poco, tanta solitudine, tante conoscenze, alcol, forse droga, musica, locali notturni fumosi, tirate al mattino, mal di gola dalle troppe sigarette e nostalgia, tanta nostalgia  del fratello e di una famiglia distrutta.

Ho imparato  che a Paradroid piace la musica, tanta, tutta la musica, più di quanto io potrò mai conoscere.

Fame: in quel periodo ero affamata di vita, di storie, di eventi a me estranei, racconti che mi affascinavano che mi riempivano.

E' iniziata in sordina, come un'onda che si gonfia  verso di me, innalzandosi fino a sovrastarmi per poi ritirarsi d'improvviso, lasciando le mani piene  di sabbia, piene di niente.

Dopo di ciò il vuoto.

La prima volta che l'ho visto era primavera, aprile, forse maggio: iniziavano i primi caldi. Ero davanti al PC, addosso un pigiama vecchio di uno stinto azzurrino ospedale. Avevo i capelli corti, allora, spettinati per la mancanza di gel; aspettavo l'ora giusta  per iniziare a prepararmi per un'uscita al buio  con un tizio conosciuto in chat. Nel frattempo chattavo con “IspettoreZenigata”, un ragazzo di Massa Carrara, al quale sciorinavo  la storia della mia vita, un po' per stupirlo, un po' come auto terapia.

Suona il campanello, io esco da casa per vedere chi è, passando dalla sala vedo mia nonna che guarda la tv. Mi affaccio al cancello: sulla strada ci sono  2 ragazzi, uno chiaro, biondissimo capelli corti, occhi azzurrissimi, jeans neri giacca di pelle nera, l'altro moro, occhi scuri, jeans neri giacca ¾ di pelle nera.

 -abita qui Stefania?- chiede quello biondo. -Sono io- rispondo.

Lui si apre la giacca, sotto porta una TS rossa con la scritta stampata..

Un tonfo al cuore! in un lampo mi salta alla memoria uno scambio di battute su quella maglia. Senza pensare scoppio a ridere, quasi isterica  e mi nascondo dietro le scale sempre ridendo a crepapelle.

Paradroid è davanti alla mia porta di casa.

Esco allo scoperto invitandoli ad entrare. Entriamo in casa, tutti e 3 , frettolosamente li presento entrambi come miei amici a mia nonna che ci guarda allibita. Li spingo dentro la mia camera, dove interrompo la conversazione virtuale.

Ci presentiamo, per la prima volta vis a vis -Stefania  piacere- - Roberto e Roberto-

L'osservo, mentre lui osserva la mia stanza: armadio  color ciliegio, due mezzi letti incassati nell'armadio, scrivania e PC, muri celesti, campane tibetane, un quadro con raffigurati due angeli. Io in piedi lo guardo, sono scarmigliata ed in pigiama: IMPRESENTABILE.

Devo disdire il mio appuntamento con il quale fingo un improvviso mal di testa.

Li guardo – usciamo vi va? dovete cenare?- Mentre penso  a dove cazzo portarli mi affretto a vestirmi, frugo nell'armadio: pantaloni larghi di seta color militare, canotta bordeaux e camicia leggera a righe bordeaux, rosa e panna, anfibi ed una ingellata rapida ai capelli. Sono incredula di quanto sta avvenendo, mentre entro nella macchina di Roberto il moro, una Opel Tigra.

Li porto alla Neuro Park, “bella pensata chi mai andrebbe con due perfetti sconosciuti nella birreria del proprio ex ragazzo? potrebbe sembrare una sorta di rivalsa ma, giuro, giuro che non era quello l'intento: è peggio, proprio non ci avevo riflettuto sopra.” Dopo circa 6 minuti ecco la nostra trionfale entrata alla Neuro Park, per fortuna che quella sera non c'era nessuno di conosciuto, se non il proprietario. Chissà cosa ha pensato Paradroid, entrando in quel piccolo locale pieno di murales con gli addobbi natalizi ancora appeso al soffitto.

A servirci è Giovanni (l'ex incriminato) scelgo io per tutti e tre tortelli verdi. Alla scelta della bevanda Paradroid chiede al mio ex cosa consiglia e quell'imbecille di Giovanni cosa risponde? - io so cosa piace a lei non cosa piace a voi – Ma Per Favore ucciditi!

Durante la cena il posto conosciuto e che ha sempre fatto parte della mia vita  diventa inaspettatamente nuovo; un luogo incantato, ovattato, dalle luci soffuse. Le due persone che ho davanti strani personaggi di un fumetto e tra le tante chiacchiere mi si insinua nella mente un fastidioso pensiero: e se mi stessero raccontando un sacco di fandonie? se Para fosse il Roberto moro invece che quello biondo? I due Roberti sono uno l'opposto dell'altro, l'unico tratto che li accomuna è il naso, in entrambi è l'elemento dominante del volto, Il mio Roberto è medio alto, forse un metro e ottanta, molto magro direi emaciato, pallidissimo, i capelli di un tenue biondo cenere e due occhi celesti, trasparenti. In lui non c'è niente di classicamente bello o particolare, eppure quella sera il mio cuore sembrava quello di un velocista dopo i 100 Mt.

Un susseguirsi di battute surreali e grottesche, fino a tirar fuori dal cruscotto della macchina un paio di occhiali di plastica con le orbite molleggianti.

Tutto si  svolto al tempo della luce, dalla birreria siamo passati al bar dove, allora, lavoravo qualche sera a settimana, e nel mezzo di una clientela rumorosa  mi sono destreggiata  nel produrre un cocktail dallo stucchevole color rosa e dal sapore inavvicinabile. Mentre camminavamo per strada diverse persone mi anno salutato e devo aver fatto l'impressione di quella ben inserita nel contesto sociale, anche se così non è mai stato.

Questa serata rimane per me uno dei ricordi più memorabili, darei oro per sapere chi era quello sventurato cui hanno chiesto il mio indirizzo, una volta arrivati a Villa Bagno e persi nella sperduta campagna non si raccapezzavano di come proseguire.

A questa sera seguì rapidamente un'altra occasione in cui  ho visto il mio primo concerto dentro un locale chiuso.

Lo so cosa state pensando: come si fa ad arrivare a 25 anni e non aver mai visto un concerto al chiuso?. Bene non so ma ci si riesce! c'è chi resta vergine fino a 40 anni e quello è di gran lunga più difficile!!!.

Altro cd altro regalo! la seconda volta mi è arrivato un cd degli....... mi sono poi documentata ed ho scoperto essere un gruppo esponente di una nuova tendenza il post rock. Ci siamo dati appuntamento davanti al locale Vox di Nonantola  io Para e l'inseparabile Roberto il nero perché a parte in un'occasione in cui ho improvvisato, quando ho visto l'uno c'era anche l'altro). Naturalmente con la foga che avevo sono arrivata 20 minuti prima ed ho dovuto aspettare seduta su un muretto. Del concerto non ricordo molto, a parte che sicuramente ho preferito l'ascolto del cd che della musica dal vivo, non ricordo niente di quella sera è come se avessi un buco di 3 ore nella mia vita. So per certo che ero lì, che respiravo  ma è tutto offuscato. Se mia madre fosse stata viva mi avrebbe chiesto se ero certa che dentro la birra non ci avessero messo qualche droga.

Poi, per un periodo interminabile---------------------------------------------- calma piatta.

Il vuoto più assoluto, frammentato solo da qualche breve, inconsistente brandello di luce. Cinque secondi rubati, una sera ogni tanto. Non che la vita si sia bloccata, non allora, No. Ho continuato a conoscere gente, fare cose....si come la particella dell'acqua. Sono anche riuscita a licenziarmi, da un posto di lavoro sicuro, senza aver prima trovato un altro impiego, d'altro canto  tra il 2000 ed il 2002 sono stata sufficientemente sconnessa con la testa.

 

 

 
 
 
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