LA FATA IGNORANTE

Sortes apostulorum

Come stai...nulla di fatto. Torno al nulla di fatto e chiudo senza passare. Apro gli occhi e mi volto a trecento gradi verso est, senza cercare mete facili o difficili, rilevo bussole nelle carte dei cioccolatini buttate dietro le spalle a mucchietti. Improvvisati aruspici o fondi di caffè che ho dimenticato di zuccherare, entrambi. Nulla consiste, come te oggi che non sei ma eri dentro un muro di cemento, così indicava l'epitaffio che ho fissato incredula per almeno un'ora. Non ti somiglia per niente e io cosa dovrei fare al di qua? Ma non perchè finisce tutto al di là, finisce già tutto o inizia il niente, qua. Per te le date sono coincise, destino beffardo, non me ne capacito. Ma che senso ha capacitarsene, conta che la tua mano è stata nella mia, qualche volta. E me ne devo fare un appunto al bavero della giacchetta primaverile o forse nascosto nel risvolto, che nessuno s'accorga del pensiero. Ogni volta che ne varrà la pena quando avrò davanti una mano così, avrà forse un pò meno senso stare di là e meno nonsenso stare al di qua. E devo segnare una tacca appena trovo un muro intonso, a cui tornare. Vivere per simpatia, non per altri motivi. Appena appena.

Torno sulla strada, mi vedo andare lontano fino a diventare un puntino a me stessa.

Appena Appena.

 Casa Del Mirto, Shout Into The Night