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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da giovannydelprete


Per chi suona la
campana



Gli uomini più anziani,
vedendo le immagini della terribile guerra in corso nell'ex
Jugoslavia, ricorderanno forse quel che accadde in Spagna nella
seconda metà degli anni Trenta. Una guerra civile, una sporca
guerra, spietata come sanno esserlo quelle combattute fra persone
che hanno sempre vissuto insieme e che riescono ad esprimere un
odio bestiale e senza quartiere.


legionari italiani in Catalogna (Domenica del Corriere).Democratici e
sinistre avevano vinto le elezioni nel febbraio 1936, avviando
per la prima volta una seria riforma delle anchilosate
strutture sociali ed economiche del Paese. L'elettorato
progressista si era raccolto nel fronte popolare che metteva
insieme parte della borghesia, il proletariato umiliato dai
precedenti regimi ed un bracciantato agricolo ancora in
condizioni miserrime, con la speranza di costruire un Paese
più libero e moderno.


I conservatori neri avevano digerito
la sconfitta delle urne e temevano che il fronte popolare avrebbe
rapidamente portato la Spagna verso un regime di tipo sovietico.
Clero, proprietari terrieri e alti gradi delle forze armate si
trovarono uniti nel paventare una prospettiva del genere.
Naturalmente speranze e timori di tipo ideologico si innervavano
nella difesa di interessi precostituiti o nel desiderio di
scalzarli. La polarizzazione ideologica del Paese degenerò presto
in una assoluta intolleranza reciproca. Un omicidio politico,
quello del monarchico Calvo Sotelo, affrettò l'azione di un gruppo
di generali che tessevano le loro trame nella colonia del
Marocco.


Il Marocco spagnolo era stato la
palestra repressiva di molti quadri di un esercito strutturato
soprattutto per imprese coloniali e per esercitare un soffocante
controllo interno. Era anche la sede del Tercio, l'equivalente
della Legione straniera francese, una forza d'élite adatta ad
essere strumentalizzata nelle mani di generali senza scrupoli.


ufficiale del CTV. Granata, alamari e insegne non sono d'ordinanza (tempera di Giorgio Cantelli).Francisco Franco
era un comandante dotato di un grande ascendente sulle truppe,
buona esperienza di guerra in Marocco: si era anche dimostrato
sostanzialmente privo di remore quando nel 1934 fu chiamato a
soffocare nel sangue la rivolta dei minatori asturiani. Fu lui
a guidare la traversata dello stretto di Gibilterra per
attaccare il territorio metropolitano e fu lui a mobilitare il
movimento di destra della Falange per reclutare gli aderenti
alla ribellione.


Fu una scintilla: da un lato si
mobilitarono i fascisti, dall'altro le forze regolari ed irregolari
fedeli alla repubblica.


Italia e Germania, le grandi potenze
fasciste, si resero immediatamente conto che la Spagna poteva
costituire il banco di prova della loro lotta al comunismo.


VOLONTARI E COMANDATI.
L'Europa democratica espresse in quel momento, nella migliore
tradizione di solidarietà libertaria risorgimentale, una serie di
brigate di volontari internazionali. Spesso fuoriusciti da Paesi
ormai occupati dal nazifascismo, i volontari delle brigate
offrirono un generoso contributo per una lotta difficile.
Dall'altra parte si trovarono truppe più o meno regolari inviate
dai governi di Berlino e di Roma.

il carabiniere Demos Simonazzi caduto ad Alcaniz.Hitler era
soprattutto interessato a sperimentare l'efficienza della sua
nuova aeronautica. Piloti e tecnici della Luftwaffe lasciarono
i ruoli ufficiali e furono trasformati in volontari della
Legione Condor. Si trattava naturalmente di uomini precettati,
né avrebbe potuto essere altrimenti, essendo impossibile
ipotizzare una flotta aerea frutto di un volontarismo
spontaneo. I tedeschi furono presenti in Spagna con 20.000
uomini.


Mussolini era convinto che la guerra
sarebbe stata breve e vittoriosa e inviò il CTV (Corpo Truppe
Volontarie) forte di 40-60.000 uomini e largamente rifornito di
mezzi dalla madrepatria. La sua speranza era di cogliere un altro
brillante successo di fronte all'opinione pubblica mondiale e
magari di ottenere in cambio le Baleari per l'appoggio fornito ai
franchisti. Non si rese conto (o finse di non rendersi conto) del
rischio costituito dal fatto che italiani di fede politica opposta
si battessero gli uni contro gli altri in Spagna, incrinando
definitivamente un già fragile consenso nazionale.


L'Unione Sovietica, invece, non
poteva impegnarsi a fondo nella guerra, ma preferì (in nome
dell'internazionalismo comunista) inviare un buon numero di
consiglieri militari, pezzi d'artiglieria e aeroplani da caccia
smontati. Non mancò, inoltre, di inviare immediatamente sul posto
commissari politici con l'incarico di controllare, guidare e
possibilmente egemonizzare in senso ortodosso, le locali forze di
sinistra.


E le democrazie
occidentali? In preda all'indecisione ed alla miopia politica
gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la Francia si attennero a una
sterile linea di non-intervento, che finì per impedire al
governo repubblicano di acquistare armi all'estero o di
sfruttare le frontiere francesi per ottenerne. Un apposito
comitato intergovernativo di non-intervento venne istituito a
Londra e a 29 Stati, fra i quali anche la Germania e l'Italia,
fu affidato il compito di pattugliare le coste spagnole per
circoscrivere la guerra.


Una simile politica finì logicamente
per favorire le potenze più attive, disposte a non crearsi troppi
scrupoli nell'aiutare i militari ribelli. Certamente
l'atteggiamento eccessivamente, prudente dei governi democratici
europei fu determinato dalla paura di un allargamento del conflitto
che avrebbe potuto coinvolgere il mondo intero (come sarebbe
accaduto appena tre anni più tardi)i la paura fece premio sui
principi di legittimità internazionale e finì per ottenere
l'effetto opposto a quello sperato, incoraggiando le ambizioni e la
protervia di Adolfo Hitler.


DA CADICE A BARCELLONA. La
guerra di Spagna non si risolse in una facile passeggiata militare.
Ci vollero ben tre anni (dal luglio 1936 al marzo 1939) perché i
falangisti spezzassero la resistenza lealista.


bombardamenti repubblicani sulla città basca di Eibar..I franchisti
ottennero il primo successo riuscendo a spostare il loro
comando e il centro di gravità delle loro truppe dal Marocco
alla terraferma spagnola. Il 18 luglio le guarnigioni militari
di cinque città del Marocco spagnolo e di dodici città
spagnole si sollevarono simultaneamente dopo un violento
scontro fra il Tercio e un gruppo di manifestanti comunisti a
Melilla.


Franco, benché esiliato nelle
lontane Canarie dal governo socialista guidato da Manuel Azana,
riuscì a raggiungere in aereo Melilla, assumendo il comando dei
rivoltosi. La marina era appena passata dalla parte dei falangisti
e questo favorì primi successi di Franco. La rivolta fallì invece a
Madrid e a Barcellona, mentre a Toledo i cadetti seguirono il
colonnello josé Moscardò in una eroica resistenza di 10 settimane
nella vecchia fortezza dell'Alcazar.


L'obbiettivo principale dei
falangisti (oltre all'occupazione delle regioni più arretrate e
fedeli al vecchio regime) era rappresentato da Madrid, ma
l'avanzata fu più lenta de previsto. Soltanto nel mese di novembre
Franco riuscì a cingere d'assedio la capitale che oppose una
strenua resistenza, durata quattro lunghi mesi, guidata dal
generale repubblicano José Miaja.


Nella settimana dall'8 al 16 marzo
1937 due divisioni del Corpo Truppe Volontarie italiano riuscirono
a penetrare nelle linee repubblicane per isolare Madrid puntando su
Guadalajara. Una pioggia torrenziale mise però in gravissime
difficoltà i soldati italiani, costretti a muoversi in un pantano,
e l'aviazione repubblicana, servendosi di cacciabombardieri
sovietici, gettò lo scompiglio nella colonna.


Fu un autentico disastro, culminato
nella battaglia di Brihuega dove le brigate internazionali
schiantarono quel che restava delle due orgogliose divisioni.


il colonnello dei Carabinieri del Corpo Truppe Volontarie in Spagna, Giuseppe Pieche.E fu una
disfatta anche di ordine psicologico. Le truppe fasciste si
erano rivelate vulnerabili e Mussolini temendo che il
prestigio internazionale dell'Italia subisse un colpo troppo
duro da questa sconfitta, si preoccupò di irrobustire il
contingente inviato in Spagna rinforzandolo con truppe più
addestrate e meglio armate. Fu, anche questo, un errore di
valutazione, perché la guerra civile spagnola finì per
comportare un prezzo eccessivamente alto in uomini, mezzi e
risorse economiche: un prezzo che il regime fascista non
poteva permettersi, come si sarebbe visto pochi anni più
tardi.


Anche i tedeschi approfittarono
dello sbandamento italiano, in termini di propaganda. Da tempo i
teorici della Luftwaffe avevano studiato e preconizzato la
necessità di concentrare il bombardamento aereo nel tempo e nello
spazio allo scopo di ottenere il massimo effetto distruttivo. Ora
avevano bisogno di una conferma sperimentale.


Il 25 aprile 1937 la storica città
di Guernica, anima della cultura basca, fece appena in tempo a
sentire il rombo delle ondate di aeroplani che sopraggiungevano.
Nelle stradine della città nessuno immaginava che cosa stesse per
accadere. Un attimo più tardi, un diluvio di bombe incendiarie e
dirompenti seminò morte e distruzione. La Luftwaffe aveva
dimostrato all'Europa inorridita la sua malefica potenza,
paralizzando in molte capitali del continente ogni volontà di
resistenza alla rinascente potenza tedesca.


La guerra di Spagna fu anche un
banco di prova per nuove armi e nuove tattiche. I vari modelli
delle fabbriche Junkers, Heinkel, Messerschmitt, Arado conobbero
qui il loro battesimo del fuoco, anche se non tutte le lezioni di
questo conflitto si riveleranno utili nella Seconda Guerra
Mondiale.


Pochi mesi dopo per la Repubblica
suonò la campana a morte con la caduta di Bilbao, coronata
dall'insediamento falangista in tutta la Spagna nordoccidentale. E
il successo di Franco fu agevolato dalle divisioni politiche che si
manifestarono nelle file repubblicane.


combattimento nel cimitero della città (Domenica dei Cori).EQUIVOCI FRA
LUCERNE.
I primi Carabinieri Reali arrivarono in Spagna
nel 1937: durante tutto il conflitto non superarono
complessivamente mai le 500 unità, Inizialmente articolati su
una compagnia e tre sezioni, furono poi sempre dislocati in
sezioni, più adatte ai compiti richiesti. Indossavano
l'uniforme kaki spagnola, conservando però i loro alamari
d'argento. Uno dei loro maggiori problemi fu inizialmente
quello di far capire la differenza fra i loro compiti e quelli
dei carabineros spagnoli, guardie doganali. Non si trattava di
piccoli puntigli, ma del legittimo desiderio di qualificarsi
come un corpo d'élite, geloso delle proprie tradizioni. Ma
superato questo equivoco, se ne affacciò un altro, quando gli
spagnoli paragonarono i nostri Carabinieri alla loro guardia
civile, che effettivamente aveva una storia, una struttura,
compiti e perfino abitudini e divise simili a quelli dei
Carabinieri (si muovevano in coppia, avevano la lucerna in
testa). In questo caso, il desiderio di distinguersi dalla
guardia civile nasceva anche dalla consapevolezza di quanto
essa fosse impopolare in molte regioni della Spagna a causa
dell'opera sistematica di repressione da essa attuata. Sul
piano operativo, tuttavia, si creò una stretta collaborazione
fra Carabinieri e guardia civile, spesso inquadrati
insieme.


I compiti svolti dall'Arma durante
la guerra civile di Spagna riguardarono soprattutto la polizia
militare, la sorveglianza delle comunicazioni, l'assistenza alle
popolazioni e l'ordine pubblico.


Le basi logistiche italiane si
trovano a Cadice e a Siviglia, ma i nodi delle linee di
rifornimento erano localizzati nelle maggiori città (Salamanca,
Valladolid, Valencia, Burgos, Vitoria, Bilbao, Logrono). In ognuna
di esse vi era un distaccamento di Carabinieri e lungo le linee
ferroviarie le scorte erano particolarmente intense nei giorni in
cui venivano trasportati i rifornimenti per il CTV.


Francisco ...... sfilata della Divisione Fiamme Nere.I Carabinieri
furono quindi impegnati sia nelle retrovie sia nelle maggiori
battaglie: Malaga, Guadalajara, Ebro, Levante, Catalogna e
Madrid. In ognuno di questi compiti, i militi dell'Arma fecero
sempre il loro dovere. Quando il contingente lasciò la Spagna
nel 1939, si era guadagnato 13 medaglie d'argento, 45 di
bronzo, 105 croci di guerra e 43 promozioni per meriti di
guerra.


Molti di quei 500 uomini non seppero
mai con precisione che cosa stesse accadendo intorno a loro, anche
se sentivano istintivamente che giorni ancor più foschi si
profilavano all'orizzonte. Dopo il blitz tedesco in Polonia
l'Italia avrà appena un anno di respiro, prima di affondare nella
seconda guerra mondiale.

 
 
 
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