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Messaggi di Aprile 2017

LE QUATTRO INTELLIGENZE RELAZIONALI

Post n°1181 pubblicato il 29 Aprile 2017 da kiorphe
 
Foto di cannibale3

Nonostante sia stata accertata l’esistenza di vari tipi di “intelligenze”, al momento poco è cambiato nei sistemi educativi, nei servizi di orientamento e nei sistemi di selezione e reclutamento delle aziende. Idem per quanto riguarda l’intelligenza emotiva, più legata alle relazioni, che sebbene sia stata scoperta più di vent’anni fa, non risulta ancora entrata a far parte della preparazione (skill) di insegnanti, manager e imprenditori. 

Si manifestò l’esigenza di un “tool”, strumento di valutazione della  performance emotiva, relazionale e sociale, sulla base del feedback di colleghi, collaboratori, amici e parenti, confrontato con un campione statistico (benchmark) di riferimento. 
Tra le competenze considerate più strategiche nell’era della quarta rivoluzione industriale (Industry 4.0) nella quale ci troviamo, dove la tecnologia digitale entra e condiziona qualsiasi ambito, l’intelligenza relazionale assume un’importanza cruciale. Oggi sarebbe necessario che l’intelligenza manageriale si parametrasse alle nuove metodiche, non più individuali ma di tipo relazionale: qualitative, circolari, plurilivello e multidimensionali. Un’adeguata e coerente comprensione e governance delle interazioni con gli altri, singoli e gruppi, assume un ruolo decisivo per svelare le trame relazionali nascoste dell’organizzazione e favorire lo sviluppo e l’utilizzo di talenti frammentati per garantire il coordinamento dei sistemi che definiscono l’orizzonte operativo del business aziendale.
L’intelligenza relazionale è costituita di quattro tipi di intelligenze sistemiche, che interagiscono e che possono tradursi in differenti stili manageriali. 
Le intelligenze relazionali interpersonali sono quella emotiva (1), che pone il focus sulla relazione della persona con l’altro, e quella sociale (2), che pone il focus sulla relazione della persona nei gruppi, entrambe da attivarsi al momento opportuno, in una fluida combinazione che consenta di esprimere pienamente le proprie capacità nelle relazioni con gli altri. L’intelligenza emotiva si manifesta attivando la capacità di riconoscere e utilizzare in modo consapevole e costruttivo le proprie emozioni, comprendere le emozioni dell’altro e facilitarne lo sviluppo costruttivo. L’intelligenza sociale si manifesta attivando la capacità di riconoscere ed essere consapevole dei ruoli sociali, quello proprio e quello degli altri, all’interno dei gruppi in cui si agisce. 
A parità di condizioni, il management può mettere in atto dei comportamenti attraverso i quali si attivano le intelligenze interpersonali. Qualsiasi azione assume un significato relazionale, al di là del suo contenuto tecnico e operativo, sulla base dei comportamenti di tutte le parti coinvolte nella relazione stessa. Dunque, a seconda della loro coerenza e del loro allineamento, il confronto tra modelli relazionali darà vita a rapporti più o meno conflittuali o creativi tra le persone e tra i gruppi sociali.
Le intelligenze relazionali eco-sistemiche sono quella percettiva (3), che pone il focus sulla lettura del contesto e delle situazioni nello spazio, e quella collettiva (4) che pone il focus sulla lettura dell’evoluzione del contesto e delle situazioni nel tempo. Le due intelligenze, percettiva e collettiva, possono attivarsi con modalità complementari e ci consentono di immaginare le dinamiche evolutive delle situazioni nello spazio e nel tempo. Per ottimizzare le nostre capacità di predire per prevenire, anticipare e favorire le trasformazioni, è necessario che le due intelligenze si affianchino e si mescolino in modo integrato. Dalla combinazione delle quattro intelligenze derivano comportamenti e stili di management delle aziende, con impatti diretti sul business. 

di Maria Cristina Origlia il 27 Aprile 2017 (sunto ed integrato dal blogger)

 
 
 

UN GEL PER LE BATTERIE AL LITIO

Post n°1180 pubblicato il 29 Aprile 2017 da kiorphe
 
Foto di cannibale3

I nanofili delle batterie al litio si spezzano dopo poche migliaia di cicli di ricarica. La durata della batteria è una delle principali sfide per i produttori di auto elettriche e per le imprese che operano nello storage. 

Le batterie al litio di oggi concludono la loro vita utile in pochi anni. Più volte vengono sottoposte a cicli di carica e scarica, più si esauriscono. I ricercatori dell’Università di Irvine, in California (UCI), ritengono di aver scoperto come aumentare la resistenza alla trazione dei nanofili, la cui rapida usura rappresenta il punto debole delle batterie al litio. I ricercatori hanno sperimentato una soluzione che rappresenta un enorme passo avanti nell’efficienza degli accumulatori, che permetterebbe di estenderne la durata virtualmente per sempre. Questi minuscoli filamenti, migliaia di volte più sottili di un capello umano, sono altamente conduttivi e riescono a stoccare e trasferire gli elettroni su un’ampia porzione della loro superficie. Sono estremamente fragili, e non reggono i ripetuti cicli di carica e scarica senza perdere efficacia. Gli scienziati californiani, hanno individuato una modalità per rendere i nanofili più resistenti all’usura/rottura. Il team ha rivestito un nanofilo d’oro con un involucro di diossido di manganese, racchiudendo il tutto in un elettrolita costituito da un gel di carbonato di propilene, molto simile al plexiglass. 
Se i condensatori realizzati con nanofili non rivestiti garantiscono una vita utile tra i 2 mila e gli 8 mila cicli, quelli così protetti sono in grado di sopportarne fino a 200 mila. 
Il merito è del gel, che plastifica l’ossido di metallo nella batteria conferendogli la flessibilità che previene la rottura dei fili. 
L’elettrodo rinforzato è stato testato, sottoponendolo a 200 mila cicli di carica e scarica in tre mesi. Non si è verificata alcuna perdita di capacità o di potenza, né fratture nei nanofili. I condensatori a nanofili possono durare dagli attuali 2-8 mila a più di 100 mila cicli, semplicemente sostituendo un elettrolita liquido con un elettrolita in gel. La ricerca dimostra che l’elettrodo in nanofili di una batteria al litio può avere una vita molto più lunga dell’oggetto che deve alimentare. La realizzazione pratica di questa nuova scoperta, potrebbe determinare la costruzione di accumulatori “eterni” per computer, smartphone, elettrodomestici, automobili e perfino veicoli spaziali.

 
 
 

ANODI DAL VETRO RICICLATO

Post n°1179 pubblicato il 28 Aprile 2017 da kiorphe
 
Foto di cannibale3

Bottiglie riciclate e un processo chimico low cost, sono gli ingredienti segreti per creare anodi in nanosilicio da usare nelle batterie al litio.

Nella produzione dei dispositivi di energy storage, gli scienziati stanno testando letteralmente qualsiasi materiale. Non sorprende quindi più tanto sapere che all’Università della California di Riverside, gli ultimi progressi nel campo delle batterie al litio si sono ottenuti grazie al riciclo del vetro.  Un team di ingegneri dell’ateneo sta impiegando vecchie bottiglie in vetro ed un processo chimico low cost per creare anodi di nanosilicio per pile ad alte prestazioni. Come spiegano nel paper pubblicato sulla rivista Nature, nonostante la diffusione dei programmi di riciclaggio, ogni anno miliardi di bottiglie di vetro finiscono in discarica. Gli scienziati si sono chiesti se non fosse possibile sfruttare il biossido di silicio delle bottiglie per ottenere direttamente nanoparticelle di silicio ad alta purezza. “Abbiamo iniziato con un prodotto di scarto diretto verso la discarica per creare le batterie che stoccano più energia, si ricaricano più velocemente, e sono stati più stabili rispetto alle pile a bottone commerciali”, spiega Changling Li tra gli autori del lavoro.
A differenza di quelli convenzionali in grafite, gli elettrodi in silicio possono memorizzare fino a dieci volte più energia. Tra tutti i materiali impiegati per realizzare gli anodi, il silicio dimostra infatti sia la più alta capacità gravimetrica che volumetrica. Inoltre ha una tensione di scarica relativamente bassa, oltre ad essere il secondo elemento per abbondanza sulla crosta terrestre. Purtroppo l’alterazione del volume durante i cicli di carica/scarica delle batterie, li rende particolarmente instabili. Una delle possibilità per superare tali inconvenienti è rappresentata dall’uso di silicio nano-strutturato che permette all’anodo di assorbire lo stress associato alle ripetute ricariche. Il team ha personalizzato la ricetta: per creare gli anodi ha utilizzato un processo in tre fasi che coinvolge il riciclo del vetro. Gli scienziati hanno frantumato e macinato le bottiglie fino ad ottenere una polvere bianca, successivamente sottoposta a riduzione, per trasformare il biossido di silicio in silicio nano-strutturato. Quindi, le nanoparticelle sono state rivestite in carbone per migliorarne la stabilità e le proprietà di immagazzinamento dell’energia. 
Il risultato è stato una batteria agli ioni di litio in grado di immagazzinare quattro volte più energia dei dispositivi tradizionali. Una sola bottiglia di vetro, evidenziano i ricercatori, è sufficiente a creare centinaia di pile a bottone ad alte prestazioni.

 
 
 

UN CARO RICORDO

Post n°1178 pubblicato il 27 Aprile 2017 da cannibale3
 
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Attivi da giorni prima, per preparare la festa. I regali e le tante attenzioni nascevano spontanee e si replicavano ad ogni "data importante". Nascite e feste comandate, vissute con trasporto e felicità... Il tempo scorre e nessuno è eterno quindi ora, a chi ricorda, resta il senso di vuoto come la sala deserta e silenziosa, mentre nella mente, come fantasmi, aleggiano le figure delle persone care. Oggi sarebbero 97 dalla tua nascita (casualmente...) in quel di Venezia. Buon Compleanno "mamma"... ovunque TU sia...

 
 
 

KEYNES in ACTION (T.G.F. RO-13)

Post n°1177 pubblicato il 26 Aprile 2017 da cannibale3
 
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Stiamo vivendo l’epoca della comunicazione, dell’informazione e del controllo. Gli eventi si susseguono, importanti e basilari, senza che se ne avverta l’impatto rivoluzionario ed innovativo. La “percezione” nelle masse è di basso livello, risultando inebetita dai “gadget” che la tecnologia “sforna” senza soluzione di continuità. 

Ai tempi dell’impero Romano valeva la regola aurea del “panem e circences” (letteralmente «pane e giochi circensi»: locuzione latina, utilizzata nell'antica Roma e al giorno d'oggi, per indicare in sintesi le limitate e definibili aspirazioni del popolo (nella Roma di età imperiale) e della piccola borghesia. 
Era allora e rappresenta ai nostri giorni l’oppio del popolo, che viene distratto dai problemi attraverso il coinvolgimento in attività ludiche, inoculate nella Società come “virus intellettivi”, capaci di inibire le coscienze, azzerare il senso critico uniformandosi al “pensiero unico”.La sensibilità delle coscienze è in caduta libera, ancorata ai vecchi pregiudizi nelle persone di una certa età, ed inesistente tra le nuove leve cresciute con internet e tablet. Il potere finanziario attraverso i suoi “burattini”, agisce nel campo della politica attiva, condizionando l’esistenza di tutti per il raggiungimento della finalità dell’accumulo. Chi si scaglia contro il “capitalismo” lo fa per partito preso, partendo spesso da posizioni sconfessate dalla Storia e che hanno generato nel tempo più morti in tempo di pace, che a seguito delle guerre (dalle Puniche ai nostri giorni). Ciò non significa che il capitalismo non abbia subito una mutazione pericolosa! Già John Maynard Keynes, rappresentò l’esigenza che il sistema dovesse prestare attenzione alle necessità primarie della popolazione con l’introduzione del primo concetto di “welfare state”, osteggiato allora come oggi, dagli economisti liberali succubi alla dottrina del “laissez faire” ereditata da Adam Smith. I “keynesiani”, gli ultimi veri economisti rimasti, vengono cacciati nella foresta come si farebbe con gli animali, esclusi dai tavoli decisionali, emarginati per le loro “capacità, potenza ed autonomia di pensiero” a rappresentare un pericolo per l’ortodossia e per il potere costituito. Esso trova la sua massima espressione, operando alla luce del sole nel Club Bilderberg, “think tank” (gruppo di esperti impegnato nell'analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo economico, politico o militare) inteso come simposio delle menti e non già per ciò che letteralmente rappresenta: sintesi del sistema di controllo finanziario mondiale.

tratto da Prologo: KEYNES in ACTION, romanzo di Ted Grish Fontaine 2017

 

 
 
 

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