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Dopo QUATTRO (un numero odioso che ritorna come un mantra infernale...) Governi non eletti che hanno provato a distruggere l’Economia Italiana, proni nei confronti di una U.E. braccio armato dei Tedeschi del QUARTO Reich, succubi di regole “ad minchiam” che come armi nelle mani di MONTI-LETTA-RENZI-GENTILONI valletti ubbidienti al potere finanziario, hanno imposto tagli al welfare, ai servizi, mirando in ultima analisi alla riduzione dell’importo dei salari e stipendi sull’altare di una AUSTERITY da QUARTO mondo, ora si andrà a votare! Ma chi? Abbiamo, noi Italiani, rinunciato da tempo ad attendere l’arrivo di un MESSIA, (magari, preparato, competente, mediamente onesto...) a capo di un Governo di TECNICI nei posti giusti, a sostituire figure politiche insignificanti o dannose come la gramigna. 

Quale sarebbe la soluzione? Votare a favore di un gruppo di disoccupati, impreparati, nullafacenti, ignoranti che non hanno indirizzi, idee, sostanza, competenze? Ma se DI MAIO è ritenuto un papabile al ruolo di Presidente del Consiglio, dall’alto degli 187 voti ricevuti dalle primarie on-line del M5S, allora IO che sono nulla, sconosciuto ed inadatto, potrei tranquillamente candidarmi come Ministro dell’Economia! Ma è così che si deve ragionare? Quando si tornerà a considerare la POLITICA quale servizio sociale, destinato ai MIGLIORI invece che un ufficio di collocamento per disastrati? Senza una LAUREA in ECONOMIA, ed un vincolo di mandato, dovrebbe essere impedito l'ingresso in Parlamento, a CHIUNQUE a qualsivoglia Partito di ieri, oggi e domani.

Non si odono rumori, solo tenui sospiri a celebrar gesti incompleti. La folla tace d’improvviso, mentre la ragazza tiene con una mano il vassoio, accennando un vago sorriso. Come in una fotografia, si è stampato l’attimo fuggente, ora, ed intorno a me osservo i volti, le posture del corpo, gli sguardi ed i gesti.

Come in un film, poter bloccare il tempo, imprigionando un’emozione: la realtà segna il passo di fronte alla fantasia, al potere dell’immaginazione. Tutto scorre, purtroppo ed il tempo non si ferma: neanche per un breve attimo!

Oh... perchè prode scalino mi guardi e non favelli? Rimembri ancor le morte stagioni ed il mio pavido incerto incidere per le adiacenti superfici che al tuo cospetto conducevano? Fanciullo giacevo allora su di te, come scoglio immemore, illuminati da un pallido sole o sferzati da una fresca brezza primaverile. Come un rifugio accoglievi le mie giovani membra, in attesa del trascorrere rapido del tempo e l’ingresso nella prospiciente scuola. Allora tutto era meraviglia o noia, gioia o dolore: i colori e le emozioni, erano vividi ed intensi. 

Le sofferenze d’amore come ricordi sbiaditi, storditi i suoni di allora coperti dall’eco di cristallina risata. 

Nel tempo e nello spazio, dove tutto muta per restare infine uguale, oggi ti ho rivisto! Eri tu, altero ed immutabile a rimirare il passaggio e a criticamente valutar lo scempio del tuo mondo. 

Allora il “Politeama” dominava e fiorivan tosti i pini a dominar lo spazio. Ora non più: svanito il ricordo dell’antico splendore e qualche piccola crepa è apparsa anche su di te. Oh... perchè prode scalino ricordi ancor il tremor delle mie ansie, delle mie certezze di cuore impavido sconfitto dal tempo crudele?

Ci siamo ancora, come due antichi amici che si ritrovano a dialogare, per riprendere un discorso solo interrotto, sospeso come una foglia al vento, prima che abbia termine codesto mio rapido passaggio: forse ti mancherò!