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La sensibilità è come il coraggio: chi non l'ha non se la può dare! Siamo come Don Abbondio, poveri di spirito, chiusi come ricci nel nostro atavico egoismo. Arriva poi il momento di fare i conti, ed i sognatori avranno le tasche vuote, il futuro inesistente ed il deserto attorno. Ho scelto di essere un fallito, totale assoluto e mi sono impegnato per scendere al livello più basso per esaurirmi come una candela. Sono contento per ciò che ritengo di aver donato e non attendo nulla in cambio! C'è solo da scrivere la parola fine ad una storia di merda!

Non mi posso lamentare, non posso soffrire e piangere. Non è quello il mio ruolo, il mio destino. Ora, che ho perso tutto, che non ho desideri e che non nutro aspettative, devo fare silenzio e non rompere le scatole. Il karma è una balla, non esiste non c'è equilibrio ma solo passivo accoglimento del destino. Persone che hanno impiegato il tempo nel raggiungimento di obiettivi personali, ne conosciamo?

La responsabilità limitata, rappresenta il criterio principale rispettato come un dogma dai dipendenti pubblici. Non mi spetta - non lo so - non posso - devo essere autorizzato etc. etc. Spesso, se non sempre, risulta corretto questo atteggiamento, appunto di responsabilità limitata. Quando si tratta di sanità pubblica, questa distanza/solco tracciato nei confronti del paziente, diventa irrazionale, incomprensibile, irritante e genera rabbia:

Ricoverato per undici giorni (feste di Natale) in nefrologia. Dimesso il 28/12 con primo controllo fissato al 3/1. Fissato intervento, da eseguirsi presso altra Unità Ospedaliera, giorno del mai, anno del "dopo te lo dico". Visite/controlli successivi collegati all'intervento chirurgico "fantasma". Nel frattempo, in attesa, prosecuzione del piano terapeutico senza un controllo periodico che serva a stabilirne la "giustezza" o la necessità di implementazioni. Siamo allo sbando, alla medicina fai da te, al disimpegno. Per "violare" lo stato di fatto, questa mattina recando tra le mani una richiesta di visita nefrologica, che il CUP non mi ha prenotato, dicendomi di andare in Ospedale, mi sono presentato agli Ambulatori! Non dipende da me! Sono andato al reparto nel quale ero stato curato e poi dimesso! Non dipende da noi!

Bene! Forse dipenderebbe dall'altro Ospedale (dove sarei in lista per l'intervento) ma nel frattempo non mi resta che prendere la laurea in Medicina e curarmi da solo. 

Il personale dovrebbe farsi in QUATTRO, in una società minimamente solidale, per risolvere i problemi di burocrazia e competenza. Chi opera in un campo delicato quale è la sanità, dovrebbe impegnarsi per trovare sempre e comunque una soluzione. Essere respinti come palline in un flipper, da un ambulatorio, ad un reparto, ad altro Ospedale, è mortificante. CIALTRONI!