Streghe fate e...

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Creato da fantasywitch il 23/01/2009

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The witch's castle

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LA STREGA DI SAN NICOLO' DEI MENDICOLI

Post n°31 pubblicato il 29 Novembre 2009 da fantasywitch
 

                           

Una mattina, Ménico salì sulla sua barca per andare a pescare. Quando vide che il nodo della fune che legava la barca non era quello fatto da lui la sera prima, pensò ai ladri.
"Forse qualcuno usa la mia barca per rubare e poi i gendarmi daranno la colpa a me. Meglio aprire gli occhi oggi che piangere domani."
Così decise di non tornare a casa e di passare la notte nascosto dentro la barca.
Le ore passavano, ma non succedeva niente. All'improvviso, Ménico sentì un rumore di passi confuso e frettoloso, mentre le campane battevano la mezzanotte.
"Sono le streghe!" pensò, e vide un gruppo di donne avvicinarsi alla sua barca.
La prima (era la capa) salì sulla barca invitando le sue compagne a fare altrettanto. Mentre queste salivano le contava: una, due, tre, quattro, cinque, sei... sette."Per sette via!" ordinò, ma la barca non si mosse.
"Per sette via!" ripeté. Niente, la barca restò ferma al suo posto.
"Cosa succede?" si domandò la vecchia.
"Adesso mi scoprono e mi fanno a pezzetti" tremò Ménico.
Vide la vecchia strega battersi la fronte con la mano destra.
"Forse qualcuna è rimasta incinta e ancora non lo sa! Per otto, via!" disse allora.
La barca partì come il vento, fuori della laguna, attraverso il mare, velocissima. E presto si fermò. Le streghe scesero silenziose e sparirono nel buio.
"Ma questa non è la spiaggia del Lido", osservò Ménico con la testa appena fuori della barca. "E poi, l'aria è calda e profumata..." Allora si ricordò che le streghe si radunano vicino ad Alessandria d'Egitto, e non ebbe il coraggio di scendere.
Qualche ora dopo, le streghe tornarono, tutte allegre e rumorose come delle oche in primavera. Appena sedute, la vecchia strega ordinò:
"Per otto, via" e la barca volò sul mare, e in un attimo approdò alle Fondamenta Nuove.
Ménico aveva notato una di loro, giovane e bella, e gli sembrò strano che una ragazza così graziosa potesse essere una strega.
La seguì da lontano, ma senza perderla di vista. La ragazza arrivò a S. Nicolò dei Mendicoli ed entrò in una casa bassa.
Da quella notte, il pescatore perse la pace. Aveva sempre davanti agli occhi la figura della strega e il suo cuore desiderava di rivederla, ma aveva paura.
Un cristiano per bene, figlio di S. Marco, non poteva vivere con una strega!
Ma al cuore non si comanda e Ménico si avvicinò alla ragazza e le chiese di sposarlo.
Per tre mesi andò tutto bene. Ménico pensò di essersi sbagliato quella notte: la sua sposina era dolce, serena, proprio una donna di casa. La sua presenza gli faceva bene al cuore e la fortuna sembrava aiutarlo nella pesca e nel negozio di pesce.
"Il lavoro ti stanca" disse un venerdì sera a Ménico la sposa.
"Perché non vai all'osteria con gli amici?"
Ménico subito si stupì, ma poi andò all'osteria in calle del Magazen. E da quella sera, ogni venerdì, fece la stessa cosa.
Dopo un po' di tempo gli amici cominciarono a prenderlo in giro: "Il mercoledì e il venerdì sono i giorni delle streghe e si sa cosa fanno quelle! Apri gli occhi, svegliati!"
Così, un venerdì, la vigilia di Natale, cioè la notte perfetta delle streghe, Ménico non volle andare dagli amici del Magazén.
Quando il vicino campanile batté la mezzanotte, la donna diventò bianca in volto come uno straccio e con le lacrime agli occhi pregò il marito:
"Amore, se mi vuoi bene, fa' come ti dico e non domandarmi niente. Ripeti: corpo de su corpo de zo".
E lui subito: "Corpo de su corpo de zo".
Improvvisamente si ritrovò con la moglie in un castello, nel salone delle grandi feste, pieno di gente che ballava e si divertiva. C'era intorno un forte odore di zolfo.
Menico si domandò: "Chi è tutta questa gente? Dove sono finito?"
Ma subito riprese coraggio perché riconobbe il farmacista di Santa Fosca, la sarta di piscina San Samuele, il cavalier Pereso.
"Non saranno tutti diavoli e streghe!" E, più tranquillo, cominciò a far festa.
Che musiche! E le ballerine! Una più bella dell'altra: abiti colorati, pettinature da regine, mani piene di anelli, collane d'oro al collo! Un povero pescatore non aveva mai visto cose simili neppure in sogno.
"Dove sarà andata mia moglie?" cominciò a domandarsi.
Proprio allora gli venne incontro il padrone di casa.
"Lei, immagino, cerca sua moglie. E' in giardino con mia sorella. Spero non le dispiaccia! Forse non sa che sua moglie potrebbe diventare una capa... Sa l'arte, è brava... Io conosco bene queste cose!"
Il pescatore ascoltava in silenzio, cercando di capire."Lei mi è davvero simpatico - proseguì l'uomo - le voglio fare un regalo. Vuole tornarsene a casa con la sua mogliettina e un bel sacchetto di monete d'oro?"
"Di solito il denaro non si dà per niente" disse Ménico."E' molto semplice, basta mettere una firmettina qui..." Il padrone di casa tirò fuori un foglio e Ménico lesse l'intestazione: "Patto con il diavolo".
"Avanti, firmi e il denaro sarà suo."
"Tu sei il diavolo" esclamò il pescatore "e questa è l'anticamera dell'inferno... la mia anima non te la do."
E svelto svelto recitò la formula della liberazione: "Anima mia, spirito ritorna!" E subito si ritrovò a casa con la moglie.
Il giorno dopo era Natale. I canti di festa e di gioia non riuscivano a fargli dimenticare la brutta notte trascorsa con diavoli e streghe.
Corse dal parroco, al quale raccontò l'incontro con la strega, il matrimonio, la notte terribile della vigilia di Natale.
"Non potevo sapere che finiva così... Anche se è una strega, le voglio bene, è mia moglie. Mi aiuti a liberarla. Cosa devo fare?"
E il prete: "Vedi, molto spesso le streghe fingono di dormire invece vanno via dal loro corpo e si trasformano in un moscone. Quando tua moglie avrà il corpo freddo, con la cera le tapperai per bene bocca, orecchie e naso. Così, quando il moscone tenterà di rientrare nel suo corpo, non ci riuscirà. E tu l'ammazzi..."
Il pescatore in questo modo riuscì a liberare la moglie che da allora si chiamò Maria, perché il diavolo, per rispetto della Madre del Signore, non può toccare le donne che si chiamano Maria.

 
 
 
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