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« Michele/2Messaggio #33 »

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da faustomichele

1927-1951

Michele/3

 

L’ambiente umano

 

In qualunque parte d’Italia si può notare, dietro uno spiccato senso nazionale, talvolta un po’ chiassoso, ma sempre sincero, qualche segno d’esitazione o di incompiutezza. Anche non sapendolo, si potrebbe indovinare che l’unità nazionale è recente.

Ma come si può spiegare dei popoli di così antica  e spesso di così elevata civiltà, abbiano atteso tanto tempo per unirsi?

Questo è certo un fatto paradossale, ma storicamente lo si può spiegare con chiarezza, per capirlo e anche per renderci conto di numerosi altri aspetti della geografia umana dell’Italia, bisogna volgere lo sguardo soprattutto al passato, un passato che sembra tutto più vivo quanto più è lontano, tanto ne sono profonde le radici.

Si dovrebbe ripartire dagli avvenimenti per la grande migrazione dei Mediterranei durante il neolitico.

In questo periodo apparve la prima ondata di popoli italici. Pastori bellicosi antenati dei latini. Si partirebbe troppo da lontano, nemmeno è utile per noi il periodo delle occupazioni straniere.

I ripetuti passaggi di  genti straniere hanno pure esercitato notevoli influssi sull’evoluzione civile delle popolazioni, ed è spesso l’ineguale dose di questi influssi  causa dell’originalità delle regioni italiane.

Come si potrebbe comprendere Palermo senza gli Arabi, Napoli senza gli Spagnoli?

Comunque l’Italia ha raggiunto l’unità troppo tardi

Ripartiamo con l’Italia uscita dalle sue peregrinazioni con la perdita delle colonie, con enormi distruzioni da riparare. 

L’Italia ha scelto, nel 1946,  di essere una Repubblica democratica e parlamentare e, in pochi anni, ha saputo riprendere il suo posto nel concerto delle nazioni. Questo semplice accenno storico era necessario per spiegare la complessità dell’ambiente umano italiano, a cominciare dai vari tipi somatici e dalla varietà dei dialetti.

Bisogna infine precisare che l’Italia ha una cultura latina ma non una razza latina.

E, per necessità accenniamo che in Italia si possono distinguere fondamentalmente tre gruppi etnici.

Il gruppo mediterraneo: bruno, vivace, di statura piuttosto piccola, dal cranio stretto, il gruppo alpino: capelli castani, cranio largo, statura media,  andatura un po’ pesante; infine il gruppo dinarico: capelli scuri,  cranio largo e alto, statura elevata.

Infine sarebbe opportuno accennare all’influenza dei dialetti italiani nella evoluzione della nostra civiltà, sia perché essi hanno formato l’Italia di oggi

sia perché va sottolineato che la grammatica della lingua italiana non è affatto semplice, tanto che larga parte della popolazione italiana non sempre conosce perfettamente tutte le sfumature della nostra lingua.

Ci sono dialetti persino paese per paese, ma l’impronta dialettale deriva da una formazione di tre gruppi fondamentali: settentrionale, toscano, centro meridionale

Naturalmente l’italiano diviene sempre più d’uso comune tra il popolo a discapito dei dialetti regionali. Consacrata da secoli di letteratura, la “divina lingua di Dante” è di origine toscana, ma spogliata del suo accento toscano. Il detto “lingua toscana in bocca romana” indica che la pronuncia è alla romana.

 
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