Forse una fiamma
Soffio forte tutti giorni e così il fuoco è sempre acceso e la vita è sempre calda...Nel incontro
Del cielo con il mare
Della alba con il sole
Della luna con il buio
C’e anche
Una faccia bagnata
Di lacrime
Il vento soffia forte
Ma non è capace
Di portare giù
La tristezza
Povero cuore che tremi
Povera anima che lamenti
Povero corpo che non muovesi più
Il tempo passa in fretta
Ma l’angoscia
Non finisce mai
E la faccia stanca
Riposa nel silenzio notturno
Dopo ore di sveglio
E giorni di pensieri
La faccia stanca
Dormi
Ma non riesce a sognare
Fernanda Mascarennhas
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Non lo so chi sono
Ascolto musica
E questo mi basta
Mio destino
Non è di nessun
E mia vita
È quella che io vivido ieri
Sveglio presto
Ma continuo al sognare
Dormo quando sono gia stanca
Ma mia mente continua al lavorare
È bello vivere
Ma è bruto non avere più tempo
È bello amare
Ma è bruto non avere la persona
È bello viaggiare
Ma è bruto non avere il soldi
In mezzo a tante pensieri
Non riesco più a piangere
Viene la tristezza
Ma non viene le lacrime
E lo so
Che dopo inverno
Viene la estate
E che il sole
Sempre nasce
Contuttoché c’e giorno
Che non lo vedi
Tuo lume
E che non lo sente
Tuo calore
Fernanda Mascarennhas
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Una goccia di sudore
Su ombelico
Fermasi una goccia di sudore
Venuta dei pensieri
La mente desidera
Qualcuno ch’ancora
Non c’e accanto
Gli occhi sanno spalancati
I labbri bagnati
E la pelle brucia
Hai un corpo infiammato
D’una sensazione forte
E senti una grande pressione
Vicino alle mutandine
I pensieri diventa spesso
La voglia cresce
Ed un’altra goccia
Scivola piano
E bagna il capezzolo della sinistra
Respiro di sesso
Mescolato con sogni di piacere
E l’altro
È solo un miraggio
Fernanda Mascarennhas
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C’e un silenzio
Nei miei sentimenti
Parole che non riesco
A gettare via
Tu non ci sei più
Ma guardo la tua foto
Che ho scattato nella mia mente
Pezzi d’una favola
Sogni impossibili
Desideri soffocati
E perciò
Il mio affetto
Diventa un cavallo
Con briglia e sella
Oppure
Un cane con il collare
E mi sento
Un uccello in gabbia
Però
Nello stesso silenzio
Tocco soavemente la tua pelle di cotone
Accarezzo sottilmente i tuoi capelli solari
E bacio dolcemente
Le curve della tua schiena
Mentre guardo l’orizzonte infinito
Che confina con l’azzurro del Mare
Fernanda Mascarennhas
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Dove sei?
Ho un corpo che brucia
Un cuore che suona
Come una percussione
Brividi sulla pelle
Pensieri che delirano
E così la mia vita
Diventa un cinema
Mi sdraio da sola
Nel letto grande
E mi sento piccola
Come una farfalla bianca
Che vola nel cielo immenso
Ho l’odore dell’amore
L’alito del desiderio
Il gusto di fantasie nella bocca
E ho voglia di te
Dove sei adesso?
Oltre che qui
Dentro di me
Fernanda Mascarennhas
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Bella mia
Non ti vedo
Ma ti immagino
Non ti tocco
Ma ti sento
Non ti posseggo
Ma il mio cuore è tuo
Tu sei dentro de me
E ti voglio con calma
Per avere tempo di sognare
Per avere tempo di amarti
Tu sei nei miei pensieri
Che mi accompagnano ogni minuto
Il mio bicchiere d’acqua
Che sazia la mia sete
Il mio silenzio
Quando la mia mente riposa
La mia medicina
Quando sto male
E nei misteri della vita
Ti ho trovata
Ed è da tanto che ti ho cercata
Tu adesso sei lontana
Ma sei vicina nei miei sentimenti
Tu sei di un altro mondo
Ma già fai parte della mia storia
Tu non sei sola
Ma non importa
Andiamo avanti
Perché quando guardo il cielo
E già è notte
C’e una bella luna piena
E vedo la tua stella
Che brilla forte
Accanto alla mia
Fernanda Mascarennhas
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Ci sono gioni in cui deve piovere...
C’è una bella giornata
Ma piove dentro di me
Non trovo significati
Nei dizionari
Non trovo più l’amore
Che avevo in me
Non trovo le mie scarpe
E adesso cammino scalza
La luna è piena
Ma è vuoto il mio cuore
Non riesco a credere
Nel silenzio della mia mente
Non riesco a sognare
Non riesco a ricordarmi
Del mio ultimo poema
Le stelle brillano
Ma i miei occhi sono opachi
Non vedo cartoni animati
Non vedo più teatro
Non vedo chi sta al mio lato
Gli alberi stanno in piedi
Ma non riesco ad alzarmi
Gli uccellini cantano
Ma non riesco ad ascoltare
Gli angeli esistono
Ma non riesco a crederlo
Forse domani
Mi sveglio diversa
Forse domani
Piove...
Fernanda Mascarennhas
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Nuda
Adesso sono nuda
Nuda e senza te
Muro fisso
Occhi aperti
Mancanza di saliva
Il ventilatore fa un rumore strano
Ma non mi disturba
Nulla mi disturba
Non sento sonno
Solo un poco di sete
È già troppo tardi
E io continuo a stare sdraiata
Il tempo passa
Piano, ma passa
Credo che è il vuoto
Fernanda Mascarennhas
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FUMO
Il vento che soffiava
Nella notte fuori
Ed io qui dentro
Con molto fumo
Appena ti baciavo
Ti baciavo...ti baciavo..ti baciavo
Corpi, musiche, pelli sudate
Ed io
Appena ti baciavo
Non vedevo l’ora che passasse
Sorso...sorso...sorso...
E molto fumo...
E noi due sempre in addio
Labbra e lingua
Appena si incontravano
E restava...restava...restava...
Ma un altro giorno è venuto
La festa è finita
Ognuno è andato via
Ed è stata appena una serata
Domando:
Dove stai?
Dove sto?
Fumo...fumo...fumo...
Fernanda Mascarennhas
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Vedo quello che non esiste
E nel mio profondo desiderio
Vivo sogni inconcepibili
Cammino ad occhi chiusi
E amo chi non conosco
Mi lancio in precipizi
Ma non riesco ad arrivare al suolo
Mi perdo tra nuvole, penna e foglio
E ciò di cui ho bisogno
È di una pagina in bianco
Un cuore solitario
E labbra con sete di baci
Il mistero mi ha rubato il mio sonno
Ma ha dimenticato il mio sorriso e il mio respiro
Nei sabato sera
E nei bei giorni di sole
Sparisco come se fosse per sempre
E quando arriva l'inverno
Continua a fare caldo dentro me
Ho piccoli pensieri
E voglie che non riesco a realizzare
Ma un giorno mi sveglio
Con alcune risposte
Con un tatuaggio nell'anima
E con un giardino di soddisfazione
E quando trovarò
L'amore che non conosco
Farò sesso con le punte delle dita
E se un giorno
Al suolo atterrerò
Scusa…
Ma già non sono più capace
Fernanda Mascarennhas
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La religione affrobrasiliana
Candomblé è il nome dato in Brasile alla religione originatasi in questo paese dal sincretismo tra le culture e tradizioni proprie delle popolazioni provenienti dall'Africa Occidentale e deportate nel Nuovo Mondo durante il periodo schiavista.
Tra i vari aspetti di queste culture, un ruolo importante spetta al culto agli Orixás (detti anche Santos,"santi"), divinitá assimilabili alle forze della natura come l'acqua, il vento, la vegetazione, il fuoco, i quali partecipano della vita dell'essere umano e lo accompagnano in ogni singolo momento della sua esistenza.
A costo di grandi sacrifici, lottando contro le persecuzioni e i pregiudizi, gli africani e i loro discendenti hanno potuto conservare in terra brasiliana le proprie tradizioni, preservando fino al giorno d'oggi questa cultura che attualmente non è più appannaggio esclusivo della popolazione nera e conta infatti fedeli, studiosi e appassionati di ogni origine ed estrazione sociale, tanto in Brasile come in Europa.
Le comunità di Candomblé, vere e proprie famiglie spirituali organizzate intorno alla figura del "capo famiglia", Mãe-de-santo o Pai-de-santo, "Madre o Padre-nel-Santo", hanno come obiettivo principale quello di mantenere e sviluppare l' axé: la forza sacra invisibile che permea ogni aspetto della nostra vita rendendone possibile l'esistenza.
La filosofia di vita del Candomblé, i suoi codici, le prescrizioni, gli atti rituali, tutto l'insieme di questa tradizione millenaria tramandata oralmente di generazione in generazione grazie al potere della parola, ha quindi lo scopo di trasmettere e rafforzare questa energia rendendo così possibile la costante e armoniosa unione e comunicazione tra l'uomo e il divino.
Il rapporto con il Sacro è fatto di reciprocità: attraverso l'azione rituale (canti, danze, cibi ecc...) l'uomo accresce l' axé del proprio Orixá, contribuendo attivamente allo sviluppo della propria energia, che si manifesta praticamente nella qualità della vita di ogni giorno.
Possedere axé significa, in generale, essere in armonia con il mondo, avere consapevolezza e rispetto per ciò che si è, il che consente di godere della pienezza della vita.
Il cultore di Candomblé percepisce e vive il profondo rapporto con l' Orixá in modo costante, minuto per minuto, ed è forse in ciò che principalmente risiede il fascino che questa cultura esercita su noi occidentali: il fatto che il sacro partecipi del nostro quotidiano, che non sia considerato qualcosa di trascendente, lontano e separato, ma una forza che interviene attivamente nella vita dell'uomo, conferendogli forza ed energia e aiutandolo concretamente nel conseguimento dei propri obiettivi
Attraverso il jogo-de-búzios - lancio dei cauri (conchiglie consacrate a tale scopo), persone iniziate e appositamente preparate a questa pratica possono "leggere" quali energie attorniano la persona che si sottopone alla divinazione.
Premettendo che ogni individuo, al momento della nascita, si "affida" ad una sorta di Angelo Custode, l'ORIXÁ, che guida ogni passo della sua vita, è proprio facendo ricorso alla divinazione che è possibile risalire al proprio Orixá di appartenenza, il che si traduce in pratica nella conoscenza degli archetipi del nostro temperamento e in una migliore comprensione di pregi e difetti della propria personalità, influenzata appunto dall'Orixá.
Inoltre, conoscere le energie che attorniano la nostra vita ci permette di incrementarle, se di connotazione positiva, oppure di allontanarle o addirittura "sostituirle", se esse sono di connotazione negativa.
Queste energie (Odú in lingua Yoruba, la lingua africana del Candomblé) sono infatti mutevoli e, a differenza dell'Orixá, sono "manipolabili" o "gestibili", naturalmente attraverso particolari interventi che solo persone preparate e qualificate sono in grado di effettuare.
Scopo finale della divinazione è quindi quello di mantenere, ristabilire e/o trovare il giusto equilibrio tra la vita materiale e quella spirituale in una armonia che dia forza, benessere e gioia di vivere.
I candomblé sono caratterizzati dalla vivacità delle loro feste. Il suono dei tamburi che pervade l'albeggiare. Le danze e i ritmi cadenzati. Le evoluzioni al suono degli atabaques e degli agogôs. I movimenti e le piroette vertiginose dei ballerini, le esuberanti coreografie, esotiche nella loro combinazione di movimenti, suoni e colori.
Questo aspetto si impone a tal punto che siamo a volte portati a dimenticare il prosaico lavoro che costituisce la quotidianità dei culti afro-brasiliani.
Agli occhi di persone abituate a forme più contenute di pietas sembrerà, sempre, poco credibile che si tratti, nella fattispecie, di manifestazioni liturgiche degne di tal nome.
Le critiche al riguardo sono antiche e si ripetono da molto tempo. I "tranquilli cittadini", la "gente perbene" hanno il sonno lieve e tendono, sempre, ad essere infastiditi da queste manifestazioni. Mal sopportano queste voci d'Africa, impertinenti promemoria di una eterogeneità che oltrepassa tutti i domini, fisici, intellettuali (culturali), affettivi, sociali e, soprattutto, religiosi (si legga morali). I più infastiditi mormorano.
A volte chiamano la polizia, oggi come ai tempi di Nina Rodrigues.
La prospettiva malevola è il risultato di una visione di chi parla in terza persona. Chi va ai candomblé, invece, vede qualcos'altro.
Sarebbe sufficiente che chi critica assistesse a una di quelle grandi feste pubbliche che sono le saídas-de-iaô. Vedrebbe il povo-de-santo parlare di se stesso in prima persona. Assisterebbe a un evento umano paradigmatico. Forse non arriverebbe a comprendere pienamente i significati e le implicazioni di questa storia del candomblé, sul candomblé e per il candomblé, rappresentata di fronte a sé. Tuttavia, non potrebbe non avvertire la profonda impressione causata dalla ricercatezza e dallo splendore di questa liturgia. Potrà dimenticare i dettagli del rituale, ma saprà, da quel momento in poi, come si festeggia nel candomblé la nascita di un nuovo filho-de-santo. E, forse, avrà il desiderio di sapere cosa esattamente significa la cerimonia dell'orúko. Quando accadrà questo, sarà pronto ad intraprendere una etnografia.
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Anima in fuoco
Ti regalo la mia mente
Con tutta la mia immaginazione
Ho i brividi
Sul mio corpo
Quando ti penso
Ho l’anima
In fiamme
Quando ti sento
Ancora non sei reale
Ma è reale il mio piacere
E vero è il mio godimento
Ancora non ti conosco
Ma già lo so come sei…
Bella come una rosa rossa
Calda come il sole
Passionale come me
Ancora non ho
Il sapore del tuo bacio
Ma credo che sia
Dolce come miele
Morbido come cotone
Soave come la guancia di un bimbo
Ancora non ho sentito il tuo profumo
Ma ho il tuo odore
Sul mio naso
Sulle mie mani
Sulla mia pelle
E prego il destino
Che tu…un giorno…
Diventerai realtà
Fernanda Mascarennhas
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Una notte diversa
Una bella serata
Due corpi
Un solo ballo
Due bocche
Un solo bicchiere
Un tempo
Che trascorre veloce
Domani si lavora
Ma non mi importa
Tanti baci
In mezzo
Alle tante sigarette
Gusto di notte
Che non vivevo
Da molto tempo
Gusto di passione
Nelle vene
Di sangue caldo
Nel cuore
Di novità
Nella vita
Non mi ricordo
Il tuo nome
Ma non dimentico
La tua lingua
Non mi ricordo
Chi sei
Ma lo so
Che mi ha fatto bene
Fernanda Mascarennhas
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Sulle mie labbra
È rimasto
Il gusto delle tue labbra
Ti vedo
Senza bisogno
Di chiudere gli occhi
Ti desidero
Senza mai
Avere fatto l’amore con te
La tua voce è stata
Un’opera
Per le mie orecchie
Sei sparita
Dalla mia vita
Lasciando vuoto
Il mio cuore
E pieni
I miei pensieri
Mi sento
Un treno fermo
In galleria
Un uccello
Con le ali rotte
Un giorno
Senza sole
Il tuo sorriso
Mi manca
E non posso fare niente
Fernanda Mascarennhas
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Nickname: Fernanda75
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Sesso: F Età: 49 Prov: RM |
I figli di Oxaguiàn, invece, sono giovani guerrieri, e come tali combattivi, inquieti, imprudenti, ma possiedono una grande spiritualità e sono idealisti e sognatori. Difficilmente accettano la realtà per come è e cercano di cambiarla, sono duri giudici di se stessi, portati al sacrificio e all'autoflagellazione, sono ostinati, permalosi ed egocentrici. Desiderano l'autoaffermazione, il successo, la fama, sono attratti dal mondo e allo stesso tempo ne fuggono, amano il denaro e lo disprezzano, desiderano Dio e lo sfidano, cercano l'annullamento dell'ego ma sono presuntuosi, vivono l'inquietudine del giovane Siddharta e l'ansia di conquista e di conoscenza. Vogliono essere umili ma anche farsi notare, temono l'amore perché non sono disposti a rinunciare alla loro identità. Oxaguian esiste nello scienziato, nel ricercatore, nello studente. La sfida è l'eterna fuga da se stessi, la ricerca come pretesto per non incontrarsi, la paura di darsi, di offrirsi, di fidarsi di sé stessi e degli altri. La sensazione di non essere all'altezza, di non sentirsi mai pronti li può rendere discepoli a vita.
I figli del fiero dio del tuono, Xangò, sono di temperamento forte e orgoglioso, hanno innato il senso del comando e della responsabilità, sono affidabili e leali, non sopportano le ingiustizie e sanno comporre qualsiasi conflitto. Dall'altra parte possono cadere in violente manifestazioni di collera o utilizzare il loro senso del potere e della autorità per comportarsi da tiranni, per manipolare e coartare la volontà altrui, per realizzare senza scrupoli i propri obiettivi. Il profondo e costante sentimento di giustizia ed equità può scomparire di fronte all'attrazione esercitata dalle persone del sesso opposto, tramutandosi in sete di conquista ad ogni costo, in seduzione, manipolazione e tradimento dei più alti e nobili princìpi. Xangò è il potere in ogni sua manifestazione, è il cataclisma, il terremoto, il tuono, la tempesta, tutto ciò che atterrisce e spaventa, è Zeus che lancia i suoi strali e gioca con il destino dei mortali. Xangò è il potere politico, la competizione, il fine che giustifica i mezzi, il sentimento di superiorità, la volontà di essere il primo e il solo. D'altra parte è un potere interiore e solido di giustizia e comprensione, di pacatezza e condiscendenza, la saggezza di una grande anima che sa valutare equamente gli eventi della vita. In questo senso è la giustizia, non solo quella dei tribunali e delle leggi, ma nel senso di un ordine divino superiore di fronte a cui ogni giudizio deve essere necessariamente sospeso. Per questo i figli di Xangò sanno pazientemente aspettare il loro momento e riconoscono i segni del supremo nella loro vita.
I figli di Logùm Edè sono ingenui e fragili, portati per l'arte e per l'ozio, ambigui per natura, amano tutto ciò che è indefinito, sfumato, effimero, temono le decisioni drastiche e le scelte definitive, la passione e il coinvolgimento, perennemente indecisi tra ragione e sentimento, anche sessualmente non hanno un orientamento preciso. Alcuni dicono che Logùm Edè sia un Orixà metà maschio e metà femmina, in realtà la definizione più corretta è quella di una sorta di ermafrodito, una creatura priva di netta identità sessuale, tipica dell'età che precede la pubertà, in cui la pulsione verso l'uno o l'altro sesso viene vissuta in maniera indifferenziata, mancando una percezione adeguatamente strutturata della propria identità sessuale. I figli di questa divinità sono fortemente dipendenti dalle figure del padre e della madre, hanno difficoltà ad assumersi qualsiasi tipo di responsabilità, sono eterni prìncipi che aspirano al regno senza mai ottenerlo, sono solitamente efebici ed eleganti, raffinati ed eterei, vivono in un loro mondo un po' astratto dalla realtà quotidiana. Come i bambini sono capricciosi, incostanti, bugiardi, inaffidabili, egocentrici. Si prendono gioco di ogni cosa, ma si offendono per nulla, sono permalosi e ipersensibili, vendicativi e rancorosi, temono le punizioni e i giudizi.
Logùm Edè è la bellezza fisica, la delicatezza, la raffinatezza, l'ingenuità e la purezza, l'acqua fredda e cristallina dei ruscelli di montagna. Principe delle arti, ama la musica e la pittura, l'allegria e la spensieratezza. Logùm Edè è l'eterno fanciullo che vive dentro di noi, è il desiderio di novità e di gioco, è il fischiettare o il cantare quando siamo contenti, è l'assaporare il piacere di una festa o di una gita in compagnia, è tutto ciò che viviamo per la prima volta, quell'emozione particolare del primo sguardo, del primo incontro, del primo bacio, del primo amore…
"La prima cosa che un scrittore deve imparare è la capacità di saper rendere ciò che ha sentito in ciò che vuol far sentire. Le prime volte gli riesce per caso. Ma dopo occorre che il talento si sostituisca al caso. C'e così una pare di fortuna nelle radici del genio"
Un'esperienza che ha la capacità di trasformare la vita concreta ma anche il mondo profondo, obbligando gli uomini ad interrogarsi sul senso vero della loro vita...E sono felice che nostra famiglia cresce...
Bevenuta
Flavia Mascarenhas...
...mia figlioccia...
Il Brasile è il paese in cui si fondono tutte le razze del mondo. Forse è questo che rende il Brasile uno tra i paesi più belli e affascinanti. Chiunche visita il brasile si trova a proprio agio con la gente, col samba, con le città, con le "mulheres", con le discoteche, con i localli di musica, con il mare, con le churrascarias. E' normale immergersi nella vita notturna carioca, fermarsi tutto il giorno sulle spiagge, bere acqua di coco, caipirinha, chop, gustare abacaxi, camarao. Ma, attento!!!...quando risalirai sull'aereo, per il viaggio di ritorno, comincerà ad assalirti la "saudade".........."a saudade", altro che non è il mal di Brasile. Come il mal d'Africa, chi visita il Brasile generalmente, resta con la sua nostagia per tanto tempo. Sarà la musica, le donne, gli splendidi paesaggi, il mare, le spiagge.........resta il fatto che non lo dimentichi mai!!!!
Inviato da: nonpiu
il 30/12/2009 alle 20:36
Inviato da: ogumode
il 23/12/2008 alle 22:42
Inviato da: ginevra1154
il 19/07/2008 alle 00:07
Inviato da: SospesaSuUnaStella
il 09/02/2008 alle 15:23
Inviato da: SospesaSuUnaStella
il 07/11/2007 alle 15:04