melassa p. 100 post

Codice “Uomo”, Codice “Enigma”, Codice da Vinci?...

Lui:

data: 31/10/2005  Oggetto: Riviste femminili.

Eccomi di nuovo qua, con qualche chilo in meno e qualche speranza in più per affrontare una dieta. Ieri ho concluso la lettura del tuo documento: ho atteso il calar delle tenebre poiché la notte di Halloween mi sembrava la più propizia. La tematica è assai aggrovigliata per cui mi riservo di affrontarla senza una vera strategia, adottando la tecnica della guerriglia, del “mordi e fuggi”, della toccata e fuga.

Nella tua ultima dicevi di aver cercato risposte riguardo all’angoscioso problema di “voi” donne di voler capire gli uomini, consultando qualche libro e leggendo articoli sulle riviste femminili.

Vorrei innanzitutto smitizzare questo generoso e disinteressato vostro desiderio di collaborazione, conoscenza e solidarietà nei riguardi del genere maschile. Non si tratta di pura curiosità scientifica o di spiccata inclinazione per la psicologia; neppure siete particolarmente interessate a scoprire ontologicamente quale sia l’”essenza”, lo “specifico” dell’uomo inteso come maschio. No, voi volete carpire il “segreto”, il codice nascosto, il “bug” del sistema operativo di colui che vi sta accanto o che vorreste sedurre, per il semplice motivo che “lui” non si conforma alle vostre aspettative, non si piega alla dolce schiavitù imposta dalla vostra esuberante natura affettiva ed emotiva, non risponde con pari enfasi agli slanci sentimentali del generoso animo femminile e cerca di sfuggire, con muta, ottusa, ma strenua resistenza, all’abbraccio fatale delle muliebri spire amorose.

Come nell’ultimo conflitto, ambite a violare il Codice “Enigma” dell’uomo per poterne decifrare i comportamenti, prevederne le mosse, anticiparne le azioni, leggerne i pensieri ed adottare le opportune contromisure per vincerlo, umiliarlo, “addomesticarlo”. A questo proposito, rivendico la mia selvaggia, animalesca, ruspante unicità e dignità di maschio e ti anticipo questi miei aforismi su cui ti invito a riflettere, riservandomi di approfondire in una prossima occasione: “L’uomo ha il drammatico problema di ‘acchiappare’; la donna, quello di ‘trattenere’”; da ciò consegue che: “La donna desidera la coppia, l’uomo la copula”.

Per ciò che riguarda la tua “formazione” e “indottrinamento” basato sui periodici scritti dalle donne per le donne, ti dirò che anch’io, ogni tanto, do qualche sbirciatina a riviste di questo genere, piuttosto che a quelle “per soli maschi”, per cercare di afferrare l’inesprimibile “essenza” del femminile: capire come pensano le donne è un’ottima arma di difesa e di contrattacco nella lotta fra i sessi. Prevenire le mosse dell’avversario, cercare di comprenderne le motivazioni, i punti deboli e vulnerabili può aiutare a non soccombere e a ferire mortalmente, se possibile, il tuo agguerrito nemico…”La donna: se la conosci non ti uccide”.

Di norma, quando affronto queste letture, sono preso dall’angoscia. Se le donne sono tutte così, mi dico, allora non ho più speranza; sono spacciato. Mi illudo che l’esemplare umano descritto e indicato come paradigma del femminile su riviste come “Cosmopolitan”, “Amica”, “Marie Claire”, “Donna Moderna” e via elencando, sia solo un modello di strafica ambiziosa e aggressiva che appartiene all’esclusivo mondo della moda, del cinema, dello spettacolo, del calcio e all’entourage di Flavio Briatore…ma non è così.

Purtroppo l’immagine di questa “donna moderna”, emancipata, artefatta, costruita, sofisticata, altezzosa, arrogante, incontentabile, spregiudicata, prevaricatrice, insopportabile, perennemente incazzata perché non ottiene sempre quello che vuole, e ritiene invece gli sia dovuto dai suoi tanti spasimanti, è entrata nell’inconscio collettivo di queste nostre femmine nostrane, fra i 18 e i 35 anni, e produce i suoi nefasti effetti anche fra le giovani badanti slave, le albanesi e le ragazze emigrate dall’Est europeo che inseguono i miti di questa società consumistica, si nutrono della nostra televisione spazzatura sbarazzandosi al più presto della loro nativa, ingenua spontaneità per abbracciare le nuove tendenze, mode e costumi propagandati dai media, da rotocalchi e periodici rivolti al pubblico femminile, una specie di dorato ghetto in cui è confinata, allevata, progettata la Donna del futuro…

Mi rendo conto di essermi reso particolarmente odioso, oggi, per cui interrompo i miei sproloqui, da cui tu, naturalmente sei esclusa.

Mi rimangono altre cose da dire sulle riviste “per sole donne” (o per donne sole?... boh…), ma ti faccio grazia e le rimando ad un prossimo incontro.

Posso farti una domanda banale? Che lavoro fai? Sei ancora una single irriducibile oppure qualche imperfetto essere di genere maschile riesce ancora a turbare il tuo ideale di assoluta autarchia affettiva?       Baci.        Dino