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Sedotte e abbandonate

Post n°47 pubblicato il 31 Dicembre 2006 da feroce.saladino
 
Foto di feroce.saladino

Lei:

data: 04/11/2005  Oggetto: Divagazioni sul tema

Ciao Dino...

devo dire che sei arrivato bello carico dalle terme... Sicuro che ti abbiano rilassato?

Per prima cosa rispondo alle tue domande: che lavoro faccio? Impiegata in un ente di diritto pubblico.

Ancora single? per forza, per quanto abbia cercato, non esiste maschio meritevole di un solo minuto della mia esistenza (escluso i presenti, of course... ma tu sei già impegnato, per cui rientri nella categoria "funziona ma non commerciabile").

Tenerti testa questa volta sarà dura, lo so... anche perché quando arrivo al fondo dei tuoi scritti mi si è scaldato così tanto il sangue che non riesco più a ricordare bene e con esattezza tutti gli sproloqui che riesci a vomitare sul genere femminile... ma che ti avrà mai fatto?

"L’uomo ha il drammatico problema di acchiappare, la donna, quello di trattenere"; da ciò consegue che: "La donna desidera la coppia, l’uomo la copula"... forse ti è sfuggito che nel mio scritto ad un certo punto realizzo che l'uomo è dotato di una sporgenza e la donna di una rientranza, vale a dire l'uomo penetra... o come dici tu copula, e la donna accoglie e questo non vuol dire, come dici tu, "desidera la coppia" vuol dire raccogliere immondizia. Il nostro è un contenitore dove il primo pezzo di feci che passa scarica il suo liquame. Una volta ripulito e soddisfatto il suo adorato organo riproduttivo, se ne va senza neanche preoccuparsi di aver, magari, irrimediabilmente rovinato un contenitore nuovo.

"La donna: se la conosci non ti uccide". almeno puoi cercare di conoscerla e difenderti... "L'uomo non lo conoscerai mai... e se anche ciò dovesse accadere ti distruggerebbe comunque". Credo che la differenza sia sostanziale. Dato per certo il concetto che per gli uomini l'unico scopo di vita è il sesso (e questo in realtà dovrebbe semplificare le cose) ciò che sfugge è tutto il resto.

Vi porgiamo il nostro delicato fiore? Una volta marcato indelebilmente, sparite...
Vi neghiamo il nostro delicato fiore? Sparite lo stesso

Vi parliamo del vostro/nostro lavoro? Non ci sopportate

Non vi parliamo del vostro lavoro? Non vi comprendiamo

Vi parliamo di sport? Non capiamo niente

Non vi parliamo di sport? Non capiamo niente lo stesso

Parliamo di politica? Idem

Non parliamo di politica? Idem con patate


Avete la capacità di farci sentire inadeguate, sempre...

E allora ricorriamo miseramente alle riviste femminili, nella speranza di trovare un indizio, un suggerimento, uno spunto che possa aiutarci a soddisfare il maschio che ci ha rapito il cuore... E’ fatica sprecata per due ordini di motivi:

1) i suggerimenti sono tutti indirizzati al campo estetico, segno che il maschio è solo attratto dall'involucro e non dal contenuto (che tristezza);
2) se anche si seguono i consigli e si diventa delle figaccione da copertina di Play-boy il maschio è attratto da qualunque altra femmina, tranne che da noi... Lui oramai ci ha avute, siamo solo da riporre nel cesto "panni usati".

A volte mi chiedo qual è quella forza sconosciuta che ci porta a continuare a lottare, invece di arrenderci...

E’ fatica sprecata, un dispendio di energie assolutamente inutile... o forse è vitale, forse ci occorre essere assolutamente prive di forza per far si che quando il maschio si avvicina lo si possa accogliere anziché sbranare a morsi...

Un morso sul naso a te, caro amico. Arianna

Lui:

data: 07/11/2005  Oggetto: Stelle e stalle

Ciao Arianna

In effetti non mi sono molto rilassato alle “terme” (in realtà era una sorta di ritiro spirituale con digiuno nei pressi di un centro termale): come spesso mi succede, quando mi confronto con le altre persone, viene sempre fuori la mia natura antisociale, polemica, misogina, cinica, ecc. ecc. La cosa era aggravata dal fatto che avevo un certo interesse nei riguardi di una donna e, come al solito, sono riuscito a mostrare solo il mio lato sgradevole, non l’infinita dolcezza nascosta nelle pieghe più intime del mio cuore. Il mio drammatico problema è quello di non riuscire a spogliarmi della dura corazza da feroce Saladino: piuttosto che mostrarmi nudo, indifeso e vulnerabile, esponendomi alle frecce di Cupido e al “rischio” di lasciar trapelare i miei sentimenti, un meccanismo diabolico mi obbliga ad indossare la maschera di ferro e l’elmo del crudele e spietato condottiero.

Ma, di nuovo, un moto di rabbia e ribellione mi induce a scagliarmi contro l’universo femminile: se “voi” donne vi vantate sempre di essere eccezionalmente sensibili e infinitamente perspicaci, dotate di un infallibile intuito sul piano affettivo ed emotivo, profondamente comprensive, indulgenti e colme delle migliori e delicate virtù, come mai non vi accorgete che tutto questo è solo una finzione, un meccanismo di difesa, un gioco al massacro di cui io stesso sono la prima ed unica vittima?
In realtà,
le donne non sanno vedere al di là del proprio naso, sono esseri superficiali incapaci di andare oltre l’apparenza; non vivono di luce propria, non distinguono il vero dal falso, la realtà dalla finzione; sono allodole che si fanno catturare dall’esperto cacciatore con un semplice gioco di specchi. Fuor di metafora, è per questo che sono sempre così guardinghe e sospettose nei riguardi degli uomini: in cuor loro sanno di poter essere facilmente ingannate; ciononostante sono facile preda dei seduttori di professione che possiedono un istinto naturale e conoscono assai bene l’arte della “conquista”: basta farvi credere, con mille studiate attenzioni, che non pensano altro che a voi, non vedono altro che voi; vi dichiarano una passione senza limiti, vi lusingano dicendo che siete il loro unico idolo e promettono amore eterno o almeno serie intenzioni di sposarvi ed esservi fedeli per tutta la vita…Non è questo l’amore, ma solo l’applicazione di una collaudata tecnica messa in atto dai venditori, dai pubblicitari, dai politici arruffapopolo e dagli imbonitori: dare al proprio suggestionabile “cliente” ciò che egli intimamente desidera per strapparne la fiducia, il consenso, la complicità e poterlo manipolare (…Berlusconi, “il grande comunicatore”, ha vinto le elezioni soprattutto per merito dei voti femminili e, a questo proposito, non nutro alcuna fiducia sulla recentissima proposta di legge, per fortuna rientrata, riguardo le cosiddette “quote rosa"...). Il vero amore, dal mio limitatissimo punto di vista, è disagio, goffaggine, senso di inadeguatezza, imbarazzato silenzio, emarginazione, sofferenza senza alcuna possibilità di conforto, paura ancestrale, angoscia, sconforto, pianto senza lacrime.

Scusa lo sfogo: naturalmente non era rivolto a te come persona ma al genere a cui appartieni. Mi rendo conto di aver toccato argomenti sgradevoli che nella tua considerazione mi avranno fatto guadagnare l’appellativo di “stronzo” e mi condannano all’appartenenza perpetua alla categoria omonima, quella in cui, nel tuo scritto, hai diviso il genere maschile: gli “stronzi”, appunto, che si mostrano subito come tali, e quelli che rivelano la loro natura solo in un secondo momento, quando si eclissano dopo avervi concupite e ingannate… (vedi allora che il mio aforisma ha una sua validità: le donne hanno il problema di “trattenere” il maschio dopo averlo “catturato”…). E’ una vecchia storia quella dell’uomo che fugge e della moglie, compagna, amante inconsolabile che si dispera per l’abbandono e/o il tradimento: è l’elemento base di alcuni miti dell’antica Grecia (Medea e Giasone, Arianna e Teseo) e su questi drammi domestici sono stati scritti importantissimi poemi e tragedie che risalgono a migliaia di anni fa (“Odissea”: Ulisse e Penelope, ma anche le vicende della maga Circe e di Calipso; “Eneide”: Enea e Didone; “L’Orestea”: Agamennone e Clitennestra), ma è anche la storia di tutte le scappatelle di Zeus ai danni della moglie Era (Giove e Giunone) e ricorre in tutta la letteratura fino ai giorni nostri. Ora non ho voglia di affrontare l’argomento: sarà oggetto di una prossima, impegnativa “lezione” in cui tratterò (tieniti forte…) niente-popo-dimeno che dell’amore (!!), cercando di definire il diverso punto di vista dei due sessi.

Nella tua ultima, rimanendo sul tema della …popò… e degli stronzi, usavi un’immagine assai poco elegante per rappresentare la “sporgenza” maschile (che essendo parte di uno stronzo non può che essere un pezzo di merda…) che andrebbe a sporcare, inquinare, contaminare l’odorosa e profumata cavità femminile…). Ti metto in guardia contro queste metafore non molto edificanti, perché potrebbero essere rigirate a “vostro” danno: infatti i pezzi di merda vanno a finire nel candido buco del cesso…e nessuno meglio di me conosce l’argomento, in quanto appartenente alla categoria dei “sanitari”…

Dalle stalle alle stelle: la prossima volta scaglierò i miei fulmini ancora contro le riviste femminili oppure inizierò a “ragionar d’amore”.

Ti abbraccio Dino

 
 
 
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