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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 21 Gennaio 2007 da feroce.saladino
 
Foto di feroce.saladino

Slave, slavine, rovine  

Lui:

data: 06/12/2005  Oggetto: Slave, slavine, rovine.

Ciao Arianna

l’incalzare degli eventi, alcuni rapporti virtuali che mi sottraggono energie intellettuali (ma non erotiche, purtroppo…) mi hanno impedito di scriverti. Ora cercherò di dominare il magma incandescente che si agita nella mia mente vulcanica, fare un po’ d’ordine nei tumultuoso succedere degli avvenimenti e procurarti un po’ di emozioni sensual-sentimentali, ora che hai abbandonato le “sventure della virtù” della sadiana  Justine” per godere le viziose fortune della spregiudicata Juliette.

Rimando a tempi migliori la mia monumentale dissertazione sull’amore per esporti qualche fatto di “cronaca rosa” in cui, bene o male, sono stato un protagonista.

Devi dunque sapere che, non riuscendo in alcun modo a liberarmi della camicia di forza con cintura di castità che tutto il mondo femminino, con i suoi dinieghi, i suoi rifiuti, la sua impietosa e spietata moralità, mi ha costretto ad indossare, ho deciso di rivolgere le mie attenzioni alle bellezze slave, all’esotico popolo dell’est europeo, alle extra-comunitarie rumene, moldave, ucraine che accorrono nel nostro Paese in cerca di lavoro, come badanti, collaboratrici domestiche, ecc. e anche, se possibile, per trovare marito.

Veramente un assaggio con una moldava l’avevo già avuto, e non si era discostato dal mio solito standard fantozziano (c’è veramente da preoccuparsi quando ti va male anche con le slave, che le solite leggende metropolitane ci dipingono “facili”, “disponibili” e prive dei noti tabù sessuali che contraddistinguono le donne nostrane).

Anastasia, la moldava in questione, si era presentata davanti alla porta del mio ufficio, truccata, ben vestita, con un elegante foulard al collo: era venuta per concordare una visita presso la casa dove era ospite al fine di ottenere un certificato che le serviva per far venire in Italia la figlia quindicenne. Era di belle forme prosperose, con i fianchi un po’ larghi, come capita spesso di osservare nelle donne dell’est che non hanno certo l’aspetto esile e il “vitino da vespa” delle nostre ragazze. Di 35 anni circa, sembrava, con il suo modo di fare, che fosse venuta ad “offrirsi” al funzionario in grado di risolverle il problema…e quel “funzionario” ero io. Concordammo. La mattina stessa del giorno fissato per il sopralluogo mi capitò quello che in più di 15 anni di onorata carriera non era mai successo: un incidente. Mi presi una storta alla caviglia a causa di un cittadino rompicoglioni che, lamentandosi per i presunti scarichi abusivi del vicino, mi aveva portato sull’argine del fosso di confine per constatare il fatto; lì ero scivolato appoggiando malamente il piede. Mi recai comunque, claudicante e dolorante presso il domicilio della moldava: una dimora di pregio, con un’infinità di stanze che dovevo misurare, una per una, con il metro.

Assolti in un qualche modo i miei compiti, accompagnai Anastasia in centro, con l’auto di servizio: erano già le 13:00 passate, il piede mi faceva male, avrei voluto andare al pronto soccorso, ma il dialogo si era fatto un po’ più confidenziale e resistetti. Parlammo di tante cose: lei possedeva una certa cultura, aveva studiato letteratura e lingua Russa all’università del suo Paese; io tiravo fuori le mie scarse nozioni sull’alfabeto cirillico. Il nostro respiro aveva appannato i vetri della macchina, isolandoci dal via vai delle persone, che si era comunque interrotto per la pausa del pranzo. Come bambini, disegnavamo con il dito qualche lettera dell’alfabeto cirillico su lato interno del parabrezza come quando si scrive con un bastoncino sulla sabbia del mare. Non so come, lei tirò fuori la parola “amore” [“ljubov”? in russo]. Io, come sempre in dubbio sul da farsi - era un invito? era solo un caso? -, soprattutto perché affatto disabituato ad affrontare situazioni del genere, combattuto fra la distaccata professionalità, e il richiamo della natura, non seppi approfittare di quel momento magico, non cercai di baciarla… fatale errore…

Poi, il solito epilogo: era tardi, ci dovevamo lasciare, promesse di risentirci, ecc. Io andai al pronto soccorso, mi fasciarono la gamba e rimasi a casa, in infortunio, per due settimane.

Al mio ritorno sul lavoro, provai a riagganciare la moldava, che nel frattempo aveva ottenuto il certificato che le serviva, ma era sempre impegnata, non aveva momenti liberi, oppure nella mezza giornata a disposizione doveva fare la spesa o aveva altre commissioni… le solite cose che dicono anche le donne italiane quando vogliono trarsi d’impaccio…

Proseguirò le mie memorie sull’argomento donne dell’est europeo la prossima volta. Comunque ti rassicuro, malgrado le disavventure, sono ritornato me stesso e ho sempre un mucchio di carne al fuoco che viene regolarmente bruciata o mangiata da altri…

Ti abbraccio mia cara Lady Chatterly.            Dino

Lei:

data: 09/12/2005  Oggetto: Risposta a “Slave, slavine, rovine”

Dino...
leggendoti un pensiero mi è sorto spontaneo... hai già provato ad andare da un esorcista? Sono preoccupatissima per te amico caro; una sfiga (scusa la volgarità, ma qui ci vuole) così, giuro, non è contemplata nemmeno nella legge di Murphy... che pure è ricca di ogni tipo di iella possibile ed immaginabile...

La tua serena rassegnazione forse induce la sfortuna a perseguitarti... ma ha, per me, un indubbio pregio: quello di farmi ridere di cuore. so che questo non ti può rallegrare, ma dovrebbe condurti ad una inevitabile conclusione...

Non sarà che in realtà, nel tuo profondo, non desideri affatto un'avventura ma solo lo spunto per commiserarti e farmi ridere? (non mandarmi a quel paese, ti prego... la strada la conosco, ci vado da sola).

Quanto a me, in men che non si dica mi potrei trasformare in una sorta di Messalina... d'altro canto è molto facile per una donna.. A quanto pare la fame di sesso tra il genere maschile è alquanto diffusa...un'epidemia...

E’ stato sufficiente lasciar solo vagamente intendere che "forse" avrei potuto accettare inviti anche a solo scopo "goliardico" e si è scatenato il putiferio...

Sono solo imbarazzata sulla scelta... capisci... Qui si spazia dal ragazzino di vent'anni affamato di esperienze all'ultra sessantenne che anela ancora veder risorgere il caro defunto...

Ora combatto in un amletico dubbio... meglio l'imberbe da svezzare o l'attempato ricco di esperienza?...

Anche i coetanei d'altro canto presentano pregi meritevoli di considerazione...
Insomma ... schiacciata da questo mare di disparate possibilità... mi ritrovo nella tua stessa condizione... non ho concluso ancora nulla.

Vedi? i due estremi che si toccano... ovvero il risultato non cambia...

A questo punto mi tocca citare l'addendum alla legge di Murphy:
<in termini matematici: 1 + 1 = 2, dove "=" sta per: "raramente se non mai">.

Medita...
Un caro abbraccio, Arianna.

 
 
 
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