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Un blog creato da feroce.saladino il 12/09/2006

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Ricordo con rabbia (V)

Post n°130 pubblicato il 09 Febbraio 2010 da feroce.saladino
 

RICORDO CON RABBIA
(V)
Quando iniziai le scuole superiori, la mia angoscia crebbe. Ogni giorno mi scontravo con la disinvolta, artificiosa vitalità dei miei compagni, con l’ambiente umano, a me estraneo e ostile cui muovevo una guerra silenziosa. Rimanevo aggrappato al mio moralismo, ai rigori, alle mortificazioni medievali, per paura di contaminarmi, perché tutto era peccato, eccesso e sregolatezza.

E poi i miei turbamenti sessuali, di cui avevo vergogna e cercavo di soffocare come potevo. Con le ragazze era un vero disastro, non sapevo cosa fare, scappavo via, evitavo qualunque contatto e del resto non avrei potuto neppure immaginare un rapporto con una persona dell’altro sesso, perché mi sentivo un mostro: io, la cupa Bestia senza speranza, lei la Bella soave, disinvolta, inarrivabile. E il lieto fine appartiene solo al mondo delle favole.
Alla mattina, prima di andare a scuola, entravo qualche volta in chiesa, solo pochi minuti per chiedere al Signore di aiutarmi ad affrontare la giornata, a sopportare l’ansia delle relazioni con gli altri, i quotidiani confronti, i commenti crudeli, le prese in giro da cui uscivo sempre umiliato e sconfitto e in odio a me stesso. Ma Dio se ne stava distante e muto, come sempre. In quel periodo, mio padre temeva che volessi farmi prete.

Avrei dovuto fare come te, nonno: lanciarmi all’assalto delle femmine che se ne stavano impassibili ad osservare le mosse dei ragazzi, protette dal filo spinato dietro nidi di mitragliatrici; avrei dovuto affrontarle da ardito, con il pugnale fra i denti, la baionetta inastata e le bombe a mano, superando d’un balzo i campi minati e il fuoco nemico, piuttosto che rimanere nascosto, a macerare fra paura e disperazione nel fango della trincea.

Poi è esploso l’amore, beffardo, spietato, dirompente, distruggendo tutte le mie difese, le linee gotiche, le mura fortificate che avevo eretto per proteggermi dal mondo femminile, lasciandomi nudo e inerme a vagare fra le macerie del mio moralismo. Lentamente, dolorosamente una rivolta interiore mutò obiettivo: di nuovo mi trovavo a combattere contro me stesso, ma sul fronte opposto, da penitente dovevo trasformarmi in epicureo, edonista, superuomo proiettato al di là del bene e del male. La mia mente si apriva al piacere, alla libertà sessuale, si liberava di ogni catena, di ogni pastoia morale, ma le reazioni del mio corpo, le paure, le angosce, le mie non relazioni continuavano ad essere quelle dell’adolescente chiuso nel suo bunker. Tutto era cambiato entro di me, perché nulla cambiasse. Una vittoria di Pirro. Avevo gettato alle ortiche il rude saio del religioso per indossare le lussuose vesti del libertino: ho dovuto amaramente constatare che l’abito non fa il monaco ma neppure il gaudente. L’amore aveva distrutto senza ricostruire; mi aveva salvato ma non sanato; non era riuscito a contrastare le oscure forze che occupavano il mio spirito e così si è dissipata la mia giovinezza.

Ho raccolto la mia vita all’inizio del sentiero, e mi è scoppiata fra le mani. Estraneo a me stesso ho consumato anni monchi e imbelli, fino a questo rabbioso finale di partita… E adesso cosa faccio, nonno?…
(V - Fine)

 
 
 

LA CITTA' DEL DISAMORE - Piccola storia dell'amore a Ferrara

Post n°131 pubblicato il 29 Giugno 2010 da feroce.saladino
Foto di feroce.saladino

 

Dino Finetti

La città del disamore

 

     Racconto metafisico.  Lezione spettacolo. Testo teatrale-musicale. Alla ricerca della ferraresità nella storia, nella letteratura, nella musica e nell’arte, fra realtà e fantasia, dove i personaggi letterari appaiono più credibili dei personaggi storici e l’invenzione più autentica, calzante e verosimile della realtà. Implicati anche Berlusconi e Bossi.

      Un dialogo fuori dalle righe, non politically correct, sulla percezione del femminile attraverso i secoli, con fulminanti, imprevedibili, arguti raffronti con la donna moderna.

     Una storia segreta del sentimento amoroso e della donna ferrarese attraverso la produzione poetica nostrana o riconducibile alla città estense, dai tempi dell’Ariosto fino alla nostra epoca.   


Flying Dutchman

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DIVAGAZIONI DI UN LETTORE MANCATO

Post n°132 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da feroce.saladino
 

La mia musa ispiratrice, Lady Aileen, ha aperto un blog in cui tutti i collaboratori sono invitati a commentare libri di recente uscita o di recente lettura:

http://blog.libero.it/Bookpreview/

anche su aNobii:

http://www.anobii.com/groups/01f81792d9a4bf11dc/

 

Sono stato gentilmente invitato a fornire il mio contributo e mi impegnerò in questo duro compito di poeta e recensore. Ho già inviato qualche post, ma pensavo che un “raddoppio” degli stessi sui miei due blog, in stato di grave abbandono, soprattutto quello di Libero, avrebbe portato un po’ di nuova linfa ai miei disastrati recapiti web:


http://feroce-saladino.blogspot.com/

 

http://blog.libero.it/ferocesaladino/

 

Per onestà, devo confessare che io non sono un grande lettore, e fra un autore vivente e uno morto da un pezzo (ma divenuto un classico), preferisco di gran lunga quest’ultimo. Il guaio è che sono scrittore io stesso e anche editore: se dovessi leggere i libri degli altri come farei a trovare il tempo per scrivere, pubblicare e promuovere i miei?

D’altronde, la prima condizione per recensire un libro è quello di leggerlo. Ma io vado oltre a questa ovvietà: sono capaci tutti di esprimere un’opinione su un libro dopo averlo letto e, a quel punto, a cosa serve leggere la recensione se ciò che cerco è solo una soddisfazione dell’ego, una conferma, nelle eleganti parole del critico, della mia stessa opinione?

Il lettore di professione, inoltre, non gode mai del piacere della lettura; è un amante costretto dai tempi tecnici e dalla sua deformazione professionale, ad applicare sempre il coitus interruptus: deve scorrere le pagine in cui l’azione si ferma o indugia in lunghe descrizioni o digressioni, utilizzando tecniche di lettura rapida. Ha l’obbligo di prestare estrema attenzione all’incipit, poiché questo, dal sistema dell’editoria, è stato assurto a totem, a idolo, termine di paragone per tutto il contenuto del libro. Gli si chiede di individuare il genere letterario e vedere se fa parte di quelli più in voga al momento. Deve prestare attenzione alla forma, senza perdere il filo della trama; soppesare aggettivi e metafore, valutare la sintassi, la pregnanza dei dialoghi, la scorrevolezza, la novità o il conformismo dello stile. E tutto questo è poi costretto a tradurlo in altre parole, da par suo, ovviamente, che seducano il potenziale lettore e lo invitino ad acquistare il volume. Insomma, lettore di professione è colui che non riesce mai a godere, poiché, per ragioni editoriali, il mestiere lo obbliga a recensire libri che non ha scelto per suo diletto ma che gli sono imposti dalle case editrici e dalla redazione da cui riceve un compenso e, se questi libri li legge (il che non è scontato: come fanno Corrado Augias, Fabio Fazio e altri grossi nomi della divulgazione libraria su giornali e tv, a “leggersi” diversi libri a settimana per poi intavolare una discussione con l’autore o esprimere giudizi sulla rubrica da loro curata? Non è umanamente possibile.) non può goderseli in santa pace.

Un recensore per mestiere ha perso la libido dei libri, non ha più il gusto per la lettura poiché il piacere si è trasformato in dovere. Un po’ quello che succede con il matrimonio, quando l’amante/fidanzata diventa la moglie…

E quindi, per salvare la mia libido letteraria e nel contempo dare il mio bizzarro contributo a questa splendida iniziativa della nostra Lady Aileen    

-   http://blog.libero.it/unapassioneoltre/   -

propongo la seguente soluzione.

Avvalendomi della quarta di copertina e degli altri dati di pubblico dominio, sceglierò i libri che avrei desiderio di leggere, senza leggerli, per dar modo alla mia inventiva di ricreare il libro a mia immagine e somiglianza: il libro perfetto che non può deludere perché in esso trovo, con la fantasia, esattamente ciò che mi aspetto di trovarvi. E questo approccio, del tutto personale, potrebbe costituire uno stimolo alla lettura per il non professionista, colui che può ancora godere dei piaceri della carta stampata e per il navigatore che approda a questo sito, proprio per il gusto di confrontare una visionaria immagine del libro con la realtà del suo contenuto, acquistando il volume, leggendolo e facendosene una sua libera opinione, non indotta dalla pubblicità editoriale.


Quindi, non commenti i miei, ma fantasie, illazioni, desideri, illusioni sul libro oggetto del mio interesse; una specie di leopardiano “Sabato del villaggio” applicato alla segnalazione libraria, una variazione sul tema, un’improvvisazione jazzistica con una sola certezza: l’assoluta inattendibilità della recensione.

Il feroce Saladino

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http://www.facebook.com/dino.finetti

 

 

 
 
 

O. WILDE: Non leggo mai i libri che devo recensire...

Post n°133 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da feroce.saladino
 


"NON LEGGO MAI I LIBRI CHE DEVO RECENSIRE; NON VORREI RIMANERNE INFLUENZATO"

Post n°13 pubblicato il 28 Settembre 2010 da Lady_Aileen:

http://blog.libero.it/Bookpreview/view.php?id=Bookpreview&mm=1009&gg=100928 

Il programma che avevo enunciato nel post precedente, cioè di basare le mie "recensioni" sulla intenzionale non-lettura dei libri di volta in volta segnalati e sulla loro immaginaria ricostruzione secondo i miei gusti - totalmente estranei al contenuto del libro che in tutta coerenza mi guarderò bene dal consultare - ha un illustre precedente, Oscar Wilde, autore del geniale aforisma che dà il titolo a questo post.

La frase è apposta come epigrafe al brillante manualetto di Pierre Bayard: "Come parlare di un libro senza averlo mai letto" ediz. "Excelsior 1881" Milano 2007, tradotto dall'originale francese. Questo testo potrebbe costituire il supporto teorico, per non dire il Vangelo, la Verità rivelata cui questa Rubrica si conformerà e trarrà ispirazione. Il libro è una guida per noi commentatori di libri non letti che nutriamo una sincera quanto platonica passione per la letteratura, quella singolare forma di amore per il libro che si traduce in una devota contemplazione di esso, ma a rispettosa distanza, ad esempio sullo scaffale di una libreria, per non violare il suo corpo cartaceo con il contatto fisico, l'atto del possesso materiale, la perdita della verginità conseguente alla lettura.  


Non mi dilungo nel descrivere i meriti del pamphlet di Bayard, anche perché, inchinandomi all'argomento trattato e per i miei personali principi oltre alla mancanza di tempo, non l'ho letto; ma riporto qui sotto una serie di indirizzi web fra cui troverete un'intervista con l'Autore e una serie di interessantissimi commenti, fra cui anche una "bustina di Minerva" di U. Eco al testo in questione.


Ecco la scheda del libro:

Pierre Bayard
Come parlare di un libro senza averlo mai letto.

Il libro che ha imposto Pierre Bayard alla ribalta internazionale, anche accanto a Umberto Eco in una celebre conferenza alla New York Library, ha avviato un dibattito che non accenna a esaurirsi. Bayard infatti, oltre a dimostrare che parlare di un libro senza averlo mai letto si può, e anzi accade molto spesso anche ai maggiori intellettuali, insegna anche a farlo, svelandoci le tecniche, semplici, che inconsapevolamente applichiamo tutti i gironi.


Ed ecco i links:


http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/05/11/pierre-bayrou-tutti-parliamo-di-libri-che-non-abbiamo-letto/    Intervista all'autore. 


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/su-di-un-libro-non-letto/1690651 U. Eco: "Su di un libro non letto" Bustina di Minerva


http://www.leseditionsdeminuit.com/f/index.php?sp=liv&livre_id=2514  :riporta 5 pagine del testo (in francese), e altri commenti, in francese, in inglese e la "bustina" di U. Eco 


http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/03/16/tutti-pazzi-per-i-libri-non-letti/ 


http://guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2007/02/285345.shtml che riporta un articolo dove si parla della "Letteratura in pericolo" di Todorov e del libro del nostro Bayard


Luca Tassinari, giovane bolognese: i suoi post sono su letturalenta.nethttp://letturalenta.net/2007/02/larte-di-non-leggere/ Citazione da Manganelli e commento "ante-litteram" al libro di Bayard


http://letturalenta.net/2005/12/il-lettore-e-uno-che-non-legge-quasi-nulla/ post del 2005 antecedente il libro di Bayard


Bayard e O. Wilde: Discussione del gruppo Jag

http://www.thejag.org/session/comeparlarediunlibro.htm

 

 
 
 

COME SI SEDUCONO LE DONNE

Post n°134 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da feroce.saladino
 

http://blog.libero.it/Bookpreview/view.php?id=Bookpreview&mm=1009&gg=100928 


Filippo Tommaso Marinetti


Come si seducono le donne, manuale futurista


Volete sedurre le donne?... 


1. Non grecate al gioco della vita! 
2. Non Costantineggiate mai! 
3. Odiate sistematicamente ruderi, musei, nostalgia, lagrime, professori e tutta la pedantedescheria. 
4. Siate originali variati multiformi divinatori pronti coraggiosi, temerari interventisti sempre in tutto. 
5. Siate italiani, cioè nemici d'ogni sentimentalume d'ogni clericalume d'ogni filosofume e d'ogni sozzalismo. 
6. Siate FUTURISTI! 


Il coraggioso e illuminante testo del Bayard è stato pubblicato da un'eccentrica casa editrice: "excelsior 1881", di Milano che comprende fra le sue pubblicazioni anche una ristampa anastatica di uno scapigliato volumetto del padre del futurismo, Filippo Tommaso Martinetti, il quale ci proponeva, già nel 1917, una sorta di manuale autobiografico per l'aspirante seduttore contemporaneo: "Come si seducono le donne" che non mi dilungo a commentare.

Trovando questo libro in biblioteca, mi sono affrettato a portarlo a casa per cercare di trarre profitto dagli insegnamenti del guerresco tombeur de femmes, ma l'impigrimento passatista dovuto alla lettura sul divano di casa, mi ha distratto dall'impegnarmi nello scontro diretto, dal portare l'assalto all'oggetto di conquista, affrontandolo coraggiosamente sul campo di battaglia, premessa necessaria a qualsiasi vittoria sul cuore femminile.


Ho letto, incredulo e invidioso, delle formidabili imprese del del futurista seduttore, come quando si dichiara ad una avvenente viaggiatrice ferroviaria, stando aggrappato al predellino esterno della carrozza, con il treno in corsa. Oppure quando amoreggia con la bella signora nel salotto di casa, in presenza del marito appisolato sul divano di fronte.


Lo credereste? Avrei dovuto rinunciare alla lettura delle prodezze seduttive dello sciupafemmine futurista: l'atto di assimilazione passiva di infallibili tecniche amatorie, mi ha distolto dalla applicazione pratica delle stesse.


Devo però aggiungere che le donne al tempo di Martinetti erano assai più abbordabili di quelle a me contemporanee...


                              il feroce Saladino 

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                            Ferrara

                              http://www.facebook.com/dino.finetti


 
 
 
 

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