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Cos'è cambiato in 30 anni di Orlando Pizzolato
Trent'anni fa vincevo la mia seconda Maratona di New York: ero in perfetta forma fisica, un periodo in cui quando correvo mi veniva tutto facile ed avrei potuto correre… in eterno.
Trent'anni dopo, quando ricordo le sensazioni che avevo allora, mi sembra di fare riferimento ad un'altra persona. Quell'efficienza è andata gradatamente scemando.
Venticinque anni fa non pensavo che fosse già iniziata la fase di invecchiamento: a 32-33 anni non si pensa di essere “vecchi”, anche se non si trova giustificazione al rallentamento di quei pochi secondi a chilometro che si tenevano agevolmente prima. Si pensa che la leggera perdita di efficienza sia da imputare al mancato recupero di qualche seduta impegnativa, oppure ad una giornata non ideale, ma alla fine dei conti, al punto dove sono ora, posso confermare che a 32-33 anni era iniziato il decadimento prestativo. Si tratta di un processo fisiologico, a cui non sfugge nessuno a causa del deperimento progressivo dei vari tessuti del corpo. I fisiologi lo hanno anche misurato: ogni anno, indicativamente dai 30 anni, si perdono due secondi a chilometro. Il peggioramento non è ovviamente lineare: ci sono variabili correlate ad aspetti soggettivi, con fasi contenute di calo (dai 35 ai 50) ed in accelerazione una volta passati i 50 anni, e con ulteriore, rapida, decrescita verso i 65.
Potendolo fare, ho misurato il mio invecchiamento fisiologico.
Sul piano fisico sono aumentato di peso: da 62 chilogrammi sono salito a 72. Un appesantimento determinato ovviamente dalla riduzione del dispendio energetico (meno allenamento), ma anche dalla riduzione del metabolismo basale.
La frequenza cardiaca massima è scesa da 186 a 158, mentre quella a riposo è salita da 35-36 a 42-43. Anche il cuore è un muscolo, e con l'invecchiamento perde capacità contrattile.
Sul piano atletico il mio VO2max è passato da 77,5ml/kg/min a 56. La mia soglia anaerobica è scesa da 21,2km/h a 15,8.
Anche la resa meccanica è ovviamente scaduta: in una seduta che il mio allenatore Lenzi mi faceva fare ogni tanto (correre 10 x 400m in meno passi possibile), avevo una falcata di 210 cm. Adesso, per percorrere la stessa distanza impiego 110 passi e la falcata si è accorciata a 181 cm.
Il numero che mette in relazione questo naturale scadimento è 30, o giù di lì: la falcata si è accorciata di 29 cm; il VO2max è sceso del 28,7%; la SAN è peggiorata del 28,1% e di 28 battiti è il differenziale tra la FC massima di allora e quella attuale.
I fisiologi affermano che il decadimento generale è appunto del 1% ogni anno.
Tutto negativo? No: sono migliorati i miei valori ematici: l'emoglobina è salita da 13,6 a 15,2, l'ematocrito da 41,4 a 46; la ferritina che era quasi sempre attorno a 30 ora supera 100.
fonte: http://www.orlandopizzolato.com/it/1371-Newsletter.html
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