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Ultimi Commenti

Utente non iscritto alla Community di Libero
Shirine il 01/10/15 alle 15:21 via WEB
Ciao a tutti, Hai fatto un ottimo lavoro. Non mancherò di digg e da parte mia suggerire ai miei amici. Sono fiducioso che sarà essere beneficiato da questo sito web. voyance gratuite en ligne par mail
 
msgemanuelee
msgemanuelee il 08/03/15 alle 20:33 via WEB
Rimetto alla Vostra attenzione un altro interessante articolo di Pizzolato sugli "Allenamenti imperfetti": I miglioramenti che nella prima parte della carriera avvengono rapidamente e sono continui, nel tempo si diradano e gli sforzi per progredire di qualche decina di secondi sono molto più elevati. Gli adattamenti fisiologici richiedono tempi più lunghi, quasi come se il meccanismo della supercompensazione si fosse inceppato e procedesse a scatti. Questi miglioramenti non sono più quasi automatici, ma si attuano seguendo una serie di rendimenti alterni, una sorta di alti e bassi. Se si potesse monitorare l'andamento dei miglioramenti, ne uscirebbe un grafico simile a quelli degli indici di borsa: fasi di crescita si alternano a fasi di calo, ma con le prime a prevalere sulle seconde, ad evidenziare che la direzione è in “trend” di crescita. E' quindi normale che ci siano allenamenti con buoni responsi cronometrici ed altri non altrettanto positivi. Questi ultimi non evidenziano un calo della forma, ma semplicemente una perdita di efficienza perché in quel momento l'organismo non è nella situazione favorevole per reagire al meglio in quanto le circostanze, quasi sempre di natura ormonale, non sono pronte a rispondere e reagire allo stress dell'allenamento. Non è sbagliato allenarsi quando ci si trova in questa situazione, ma allo stesso tempo non si può chiedere la miglior prestazione. Se si sosterrà uno sforzo molto impegnativo nella “fase down”, il rendimento sarà inferiore al proprio potenziale, ma non significa che l'efficacia dell'allenamento sarà stata vana o negativa. Si dovrebbe monitorare lo sforzo con un dispositivo che evidenzi lo stato ormonale, ma questo ancora non è disponibile. Fare riferimento alla frequenza cardiaca può essere già una situazione più favorevole. Meglio evitare invece il cronometro e misuratori di distanza, perché la resa (carico esterno) non sarebbe adeguata al potenziale. Il 90% dei podisti affida il responso dell'allenamento proprio al cronometro, e soprattutto ai rilevatori di distanza; pertanto sedute in cui si rilevano ritmi più lenti e distanze inferiori vengono interpretati come situazioni negative e fallimentari. Questa analisi della prestazione è ovviamente superficiale e poco razionale perché ignora il concetto specifico dell'allenamento: la stimolazione dell'organismo. La maggioranza dei podisti non ha esperienza nella gestione delle situazioni di difficoltà, e reagisce negativamente ad una prestazione alterata, pensando con grande preoccupazione di aver perso la forma e non essere invece solo in una “fase down”. La situazione può essere ancora più accentuata quando l'atleta fa riferimento ad una precedente analoga seduta, nella quale ha sostenuto uno sforzo molto meno impegnativo e disagevole. Per quanto scientifica possa essere la programmazione degli allenamenti, è impossibile calcolare in modo mirato (range di qualche ora) le variazioni ormonali conseguenti agli stimoli delle sedute. In linea di massima si può calibrare il ritorno ai valori fisiologici, e quindi programmare la sequenza di sedute, ma spesso entrano in gioco - ad alterare la situazione - altri elementi esterni alla preparazione. Mi riferisco agli stress indotti dal lavoro, dagli impegni quotidiani, dal sonno e dall'alimentazione, senza tralasciare la componente mentale. Il mancato rendimento dell'atleta in occasione di una seduta che rappresenta uno stimolo molto importante della preparazione non è da intendere affatto come una situazione fallimentare. In pratica, va bene che nel corso della preparazione ci siano queste sedute imperfette, anche perché rientrano spesso in un macrociclo di allenamenti nei quali le “fasi up e down” si susseguono alterando, volutamente, la fisiologia. Suggerisco sempre agli atleti di non valutare la propria condizione di forma riferendosi ad una singola prova, che sia positiva o negativa. Non è per esempio correndo bene una singola seduta di 30 chilometri che si può pensare di essere pronti per correre una maratona se in precedenza non si è neppure arrivati a 20. L'efficienza che si deve sviluppare per ottimizzare il proprio potenziale atletico è data da un insieme di sollecitazioni che portano al risultato finale: correre bene, e specialmente forte, in gara. Orlando Pizzolato fonte: http://www.orlandopizzolato.com/it/371
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Ema il 22/02/15 alle 19:41 via WEB
Ciao a tutti, spesso Pietro torna sull'importanza dell'allenamento defaticante, a tal proposito per chi non l'ha letto mi sembra interessante proporre l'articolo di Orlando Pizzolato: Migliorare il recupero C'è una situazione di paradosso quando si afferma che il giorno dopo un allenamento impegnativo e una gara, anche molto impegnativa come la maratona, svolgere un po' di attività fisica serve a “migliorare il recupero”. In queste ultime tre parole molti atleti non riescono a cogliere il senso pratico della situazione. Come può essere corretto affermare che andare ad allenarsi da stanchi sia vantaggioso? Invece c'è più di una ragione. La corsa svolta in condizione di affaticamento migliora il recupero sotto due punti di vista: 1) immediato 2) durevole La situazione positiva del primo aspetto l'abbiamo sperimentata un po' tutti. Basta superare la prima ventina di minuti che il mal di gambe progressivamente si attenua, finanche sparire. Ciò significa che gli effetti della blanda sollecitazione che si sta sostenendo è positiva. La corsa attiva il circolo periferico, ed il flusso di sangue che si diffonde nella rete capillare ha vari effetti: a) aumenta l'ossigenazione b) aumenta la temperatura c) attiva la pompa circolatoria che allontana i metaboliti generati dallo sforzo del giorno precedente. Si potrebbero definire questi effetti come una sorta di “centrifuga circolatoria”. L'impegno da sostenere deve essere molto blando, alla stregua del defaticamento dopo una seduta impegnativa. La seduta non dovrebbe durare a lungo (40-50', ma vanno bene anche soli trenta minuti), quel tanto che serve per percepire i benefici fisiologici sopra indicati. Non serve correre più a lungo, a meno che.... non si voglia migliorare il recupero durevole. Quest'ultimo aspetto ha una valenza che si percepirà più avanti nella preparazione e contribuirà ad aumentare il rendimento in un contesto duraturo. L'obiettivo è di migliorare la capacità dell'organismo di reagire alle sollecitazioni. In questo caso, la seduta che si svolgerà il giorno successivo ad un allenamento impegnativo, o ad una competizione, dovrà prescindere dai disagi determinati dalla fatica e dalla stanchezza. Anzi, si dovranno sfruttare proprio queste sensazioni per aumentare l'efficacia dello stimolo. Non si tratta più di svolgere la cosiddetta CLR, per favorire solo il recupero immediato, ma si corre per aumentare l'affaticamento (corsa lenta affaticante; CLA). In pratica, si aggiunge altra stanchezza a quella precedente. Ciò determinerà una aumento del livello di reazione del meccanismo della supercompensazione. La CLA contribuirà ad aumentare la tenuta muscolare perchè, correndo da stanchi, la sollecitazione del tessuto connettivo che racchiude le fibre muscolari sarà maggiore, aumentandone così la tenuta. Quest'ultimo aspetto è particolarmente utile per le gare lunghe, specialmente per i corridori che manifestano sempre un calo di tenuta al ritmo. Come si può immaginare, c'è anche il cosiddetto “rovescio della medaglia” nelle sedute di CLA: la maggior sollecitazione espone ad un carico più elevato, e quindi ad un aumento del rischio d'infotuni. Ma per questo aspetto la soluzione è molto semplice: ginnastica di potenziamento e di allungamento. Per molti amatori è già difficile correre consecutivamente per dei giorni (la maggioranza corre quattro volte la settimana, vale a dire a giorni alterni), e quindi ci sono meno possibilità di svolgere sedute di CLA. Suggerisco perciò di rivedere la sequenza settimanale delle sedute: per esempio, invece di correre sabato, domenica, martedì, giovedì, può essere indicato sabato e domenica, mercoledì e giovedì. Rimanendo quattro le sedute settimanali, le due “doppiette” consentono di correre in situazioni di affaticamento. Ai podisti meno efficienti consiglio di fare la CLA il giorno successivo ad una seduta specifica; mentalmente è più semplice gestire l'uscita meno impegnativa il giorno dopo quella impegnativa. Ai podisti più efficienti suggerisco invece la situazione inversa: affrontare l'allenamento specifico con gambe già (leggermente) stanche. I chilometri del giorno successivo avranno una valenza allenante ben maggiore. Orlando fonte: http://www.orlandopizzolato.com/it/371/TRAINING_NEWSletter_-_Anno_12_-_Numero_370_-_Migliorare_il_recupero.html Un saluto a tutti
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Emanuele il 20/02/15 alle 22:45 via WEB
Analisi chiara e dettagliata nel solito stile col quale Pietro ci ha abituato. Spero di tenere tutto a mente. Grazie. e
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
francesco il 15/02/15 alle 18:10 via WEB
Caro Gigi quanto ci manchi e quanto manchi, ne sono sicurissimo, anche a tutto il gruppo. Vero è quando descrivi le sensazioni da "sabato del villaggio" per le maratone. Vero è che ti manchino le sensazioni degli allenamenti e del pre-gara. Ma quando dici domani si ricomincia....( a far cosa???)no non va bene. Domani whatsappa telefona e organizza una cena tra di noi e vedrai che tutti diranno....presente mio capitano ( desaparesitos compresi )e sono sicuro che potremmo trovare una soluzione anche al tuo ginocchio con "lo stare bene assieme". Dajeeee &#128515; &#128515; &#128515; &#128515; &#128515; &#128515;
 
pigneto4
pigneto4 il 01/02/15 alle 19:23 via WEB
il bello è che io stavo, sotto le "pezze", e giampiero ( manca nella foto )....pure. Grazie ragazzi( fabrizio e paolino ) di averci citofonato. Come quando eravamo ragazzini bastava un "scendi" giu' di .....corsa. Troppo ghiotta l'opportunità. Alla prox
 
paologen
paologen il 09/01/15 alle 19:25 via WEB
Settimana dura..... ma le salite da 150 e 200 di lunedì dove si possono fare in zona?
 
msgemanuelee
msgemanuelee il 12/12/14 alle 13:44 via WEB
Settimana dura ma di soddisfazione. Non vedo l'ora di leggere cosa ci aspetta la prossima settimana. Un saluto a tutti. Emanuele neoneoneorunner
 
msgemanuelee
msgemanuelee il 05/12/14 alle 23:00 via WEB
Grazie Pietro. Speriamo di farcela. Ti tengo aggiornato. Un saluto a tutti gli amici runners
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Francesco il 29/11/14 alle 21:14 via WEB
Caro Pietro benvenuto nel blog e buone corse a tutti.
 
 
 

INFO


Un blog di: paologen
Data di creazione: 17/04/2008
 

MORRICONE: GABRIEL'S OBOE

 

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ASD VILLA DE SANCTIS

as  villadesanctis

www.asdvilladesanctis.it

Invito rivolto ai nostri compagni di squadra: Se volete diventare anche voi membri dei Fettuccinari della AS Villadesanctis e così commentare le vostre gare o i vostri allenamenti nel blog, contattatemi per mail: p.gennarini@libero.it e vi abilito. Ciao a tutti

 

GINO VANNELLI


 

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