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Tutto è un numero; ed ad ogni numero corrisponde un simbolo, un suono, delle lettere dell'alfabeto, dei pianeti. I numeri determinano il ritmo. Il ritmo è ciò che da movimento, che permette all'universo ed alla materia di esistere in modo ordinato. Se l'uno è l'egocentrismo, il nove rappresenta la consapevolezzaPitagora 

Ascoltate la musica con l'anima.
Non sentite un essere interiore che vi si risveglia dentro? E' per lui che la testa vi si drizza, che le braccia si sollevano, che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io
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« gli effetti del sole19 marzo »

2009-003

Post n°190 pubblicato il 10 Marzo 2009 da hwy29
Foto di ciaspoleamotore

Ma potevo perdermi una ricorrenza del genere?

C'è chi ama le fiere per le frittelle, chi ama i mercatini

d'antiquariato per scovarci cose dimenticate o neanche lontanamente immaginate,  chi ama il ferragosto per i

gavettoni d'acqua o il primo d'aprile per gli scherzi da fare.

C'è la giornata per la mamma e quella per il papà, quella per ricordarsi di non dimenticare e quella per ricordarsi che 'Aids ancora esiste, ci sono ormai più cose da fare, celebrare

o ricordare che giorni in un anno.

E poi credo che non serva un giorno per ricordarsi

avvenimenti, persone o sentimenti che dovremmo avere in

mente a prescindere ...

... ma questo ancora mi mancava, e nonostante tutto non

posso che essere contento che qualcuno lo abbia inventato.

E mi piace il fatto che la ricorrenza si riallacci a quelle schegge

 di musica che ho deciso di seminare, ed al fatto che ormai sia divenuta una cosa quasi in disuso, quasi si appartenesse ad

 un gruppo di "carbonari" i cui segreti vengono tramandati

solo all'interno di una ristretta cerchia di iniziati.

Non so se qualcuno lo ricorda, lo ha mai fatto, ne abbia una

vaga idea, ma io ancora ricordo con passione le giornate in

cui uscivo da scuola e andavo, a volte solo a volte con amici,

in quei negozietti che vendevano vinili.

Chissà perché ma erano sempre in vie lontani da casa mia, o

 almeno così mi parevano; mai in centro, sempre in zone meno battute della città. Qualcuno aveva anche una bella insegna,

altri solo qualcosa attaccato alla vetrina. Alcuni scaffali ordinati

e tutto ben suddiviso per lettera, altri erano in vecchi piani

interrati, con le pareti scrostate coperti da poster di concerti memorabili.

Alcuni dischi si trovavano come prezzemolo, in parecchie copie, come a dimostrare che in tanti lo avevano comprato e in parecchi

se ne erano liberati in fretta; di altri se ne parlava invece quasi

come di qualcosa di leggendario, mai visto, se non in buste di plastica sullo scaffale di pochi negozi, a prezzi ovviamente inarrivabili.

Ed era li che si passavano letteralmente ore a cercare quel disco

 o quel gruppo, a leggere le note di copertina di un album o a verificare se il vinile a poco prezzo aveva dei graffi. Era li che il ragazzo dietro il bancone ti consigliava (ed era veramente

senza secondi fini, tanto da quei posti raramente si usciva senza acquisti…) di ascoltare quel cantante di cui tu ignoravi

l’esistenza. Ed era sempre li che qualcuno ti si avvicinava solo

perché ti vedeva maneggiare una copertina a lui familiare e ti cominciava ad elogiarne la musica, a dirti a memoria l’intera discografia, i cambi d formazione o come ormai si erano

svenduti al mercato.

The time they are a’ changing; e chissà quante volte è tornata

buona questa frase del vecchio Bobby….

Oramai si contano sulle dita di una mano i negozi di questo tipo rimasti in città, e all’estero se la cavano poco meglio. Per

quel che ho potuto vedere giusto Londra, New York, San

Francisco e qualche altra città americana se la cava meglio,

ma di poco.

Oramai la musica viaggia per altre vie; all’inizio sono stati i cd e tutto il piacere di leggere e guardare l’oggetto si è dovuto rimpicciolire (prezzi esclusi) poi i megastore dove i commessi

sanno di musica come io so di motori, ricamo e pesca subacquea; dove sembrava di poter trovare tutto e invece scopri di poter

trovare solo tante copie di pochi titoli (e quasi mai quelli che ti interessano), poi tramite internet ci si è parzialmente salvati

con gli acquisti via web, e così potevo fare arrivare nella mia

casella di posta dischi da ogni dove per pochi soldi.

Infine la musica digitale, itunes, le canzoni scaricate gratis, i concerti, gli scambi peer-to-peer; e così mi sono giocato pure

la confezione e i libretti.

Si, perché poi anche io mi sono in parte adattato ed abituato al nuovo modo di ottenere nuova musica, ma ciò non toglie che

 in casa io abbia ancora una buona collezione di dischi, che

da poco abbia riottenuto un giradischi funzionante (grazie

Babbo Natale!!) e che mi piaccia sapere chi suona in quella

canzone, dove l’abbiano registrata e tante altre cose.

E’ per questo che sono contento che esista questa giornata

dedicata proprio a quei piccoli negozi di dischi che ancora vivono

(o sopravvivono) sulla faccia della terra, dove ancora puoi

trovare i generi più disparati ed i cantanti meno conosciuti e

sono contento di sapere che non solo all’estero ma anche

qui da noi in Italia ci siano negozi che hanno aderito all’iniziativa

 e dove si possa ancora in un certo qual modo ritrovare quella magia.

E sono sicuro che ancora oggi in questi negozi puoi entrare

 alla ricerca di qualcosa ed uscirne con qualcosa di completamente diverso, qualcosa di cui ti appassioni, ti innamori, qualcosa

che renderà le giornate migliori e magari ti cambierà la vita. Magari.

A me, è successo e a volte ancora succede.

hwy29

 
 
 
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