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Tripla A...ma non erano titoli tranquilli?

Post n°3 pubblicato il 20 Novembre 2006 da Studio_Franzoi
 

La tripla A è un voto, il c.d. rating, che viene assegnato da società specializzate ai titoli obbligazionari. Il rating riflette l’opinione di una agenzia (le più famose sono Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch) riguardo al grado di solvibilità dell’emittente del titolo.


In parole povere: più alto è il voto e minore è la probabilità che l’obbligazione (che di fatto è un prestito) non venga rimborsata agli obbligazionisti (creditori).


Il rating è generalmente espresso con sigle alfanumeriche: da AAA (massimo) a D (minimo). Il rapporto con il rendimento è inverso, nel senso che più alto è il rating e più basso è il rendimento, e viceversa.


Alcuni emittenti obbligazionari godono del massimo rating (AAA), tra questi c’è la BEI (Banca Europea per gli Investimenti). Tanto per dare un termine di paragone lo stato italiano ha rating A+ (sono 4 gradini in meno rispetto alla BEI secondo Standard&Poor’s).


Ci si può aspettare che un investimento in un bond della BEI sia molto sicuro, anzi, “blindato” oserei dire. E lo è, da un certo punto di vista: l’emittente difficilmente andrà in default. Ma...solidità dell’emittente non fa sempre rima con tranquillità del corso di un titolo.


Esempi chiarificatori si possono agevolmente trovare in bond della BEI quotati sul mercato obbligazionario italiano. Molti di questi titoli, in virtù della loro particolare struttura cedolare legata ai tassi di mercato, hanno un valore attuale di mercato molto inferiore (-10%, -15%, alcuni -20%) rispetto al valore di collocamento pari a 100. In caso dunque di disinvestimento anticipato rispetto alla scadenza si andrebbe incontro a perdite consistenti.


Quando scegliamo un titolo obbligazionario tranquillo (o ce lo propongo...) l’analisi da farsi dunque deve andare ben oltre al rating...onde evitare spiacevoli e inaspettate situazioni.


Saluti,

Matteo Franzoi

 
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