Ci condurranno via giacenti.
Indirizziti a foderare il cielo.
Udiremo allontanarsi
il tramestìo accorto
al dire retto di noi.
Perchè scrutati in silenzio.
Qualcheduno si arresterà,
non visto, ignoto.
Dimenerà un sussulto
la dipartita della carne.
D'un tratto:
Un abbacinamento
un altro. Tra i tanti.
Soltanto pruriginoso interesse
per altra vita snervata
dal tempo.
Noi, così inconsulti di noi
e sempre così distanti da quello
che computavamo di avere.
Non ci siamo avveduti
che sin dal vagito originario
s'era avviato il corrodere
del tempo alla rovescia.
A crescere.
Chissà che non sia questo
che ci ha sviato.
Sono nata un giorno fa,
il cielo ascoso altrove.
Le mie pupille accorte alle pareti.
Alle sue brecce caustiche come astri.
E tu? Sei così certo
di essere vivo e vegeto?
Frattanto, intabarrami ho freddo.
Non vorrei ridestarmi
battendo i denti, rabbrividendo.
Hai scorto
come fa buio senza remore?
Inviato da: cassetta2
il 12/07/2020 alle 18:17
Inviato da: EMMEGRACE
il 20/11/2016 alle 16:47
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il 17/11/2016 alle 14:35
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il 17/11/2016 alle 12:33
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il 15/11/2016 alle 17:29