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12.00

Post n°48 pubblicato il 17 Novembre 2016 da FlautoDiVertebra

 

Fossi d'accapo quel gheriglio
per accosciarmi di luce obliqua
Issata dentro un pugno
di embrionale tepente
Avanzerei fiati alla tenebra
squagliati d'amniotico stupore
ma
c'è immoderato scuro da scontare
eccedente cuore d'abbandonare
smodata mente da obliare
L'uscio inanemente
mi resta al palmo
ad un passo soltanto
disgiunta luce
dai miei arti inferiori.

 
 
 

6.00

Post n°47 pubblicato il 12 Novembre 2016 da FlautoDiVertebra


E' quando si protrae l'attendere
che mi congiungo al silenzio
come rimboccarsi nelle iridi il plenilunio
In veridicità ingurgito gli orizzonti, tutti,
l'eclatante fragore del mare
e dell'esistenza unicamente il fulgore
Nella metamorfosi le parole
dimorano quest'orbe terracqueo
in un linguaggio che il mondo misconosce
Eppure la replica è la voce stessa
guadata dalla follia lungo il tragitto
Cristallizzarsi è il confine ultimo
tra il mare e noi
a due passi di distacco quando avanza
un perimetro che non conosce albore
Ciascheduno scopre le sagome del vuoto
mentre l'oggi si squama tra le vene
perseguendo l'alba
per ammantare la sua ignuda carne
alla mercé dei venti
Ma chissà, forse è il tempo che separa
a scombuiarci tutti
in cui qualunque cosa a partire della notte
pervicace s'ostina a reiterarsi luce

 
 
 

9.22

Post n°46 pubblicato il 03 Novembre 2016 da FlautoDiVertebra

 

Di questi fori d'ossa
ti serbo nel pianto,
al tepore degl'inverni saltati issati
e le tue frasche~braccia infrante
su questo cielo infetto,
i polsi, pugni in tasca, sull'anche battono
e decede il verso
spennellando un sogno pendulo
di capovolto sovvertito rigurgito
mentre mi dimezzi in parti impari
bulbi oculari e bocca,
un rifratto di carne soggiacente.

 
 
 

14.56

Post n°45 pubblicato il 19 Ottobre 2016 da FlautoDiVertebra

 

Lo strascico d'ecchimosi e
d'olezzi oleati trasuda dalle ossa
il sapore cuprico circuisce il fiato
strema ad un passo dal verbo.
Un atto d'ossequio al derma
un sentiero corposo
un montare e approdare tra le carni
rimescolando le viscere
negli aliti dei polpastrelli
avvinghiando ombre alla pelle sudata
con sguardi molli e smilze gocce a tallonarci.
Sono in letargia e
nei tagli dove bruca il languore
rieccheggia gravida la carne.

 
 
 

9.31

Post n°44 pubblicato il 12 Ottobre 2016 da FlautoDiVertebra

 

Nulla nebulizza al cospetto
delle lacrime che soffondiamo
da probi e iniqui.
Si reperisce rifugio
in questa rorida protezione
che ci lascia respirare privi d'ossigeno.
Tutto è adunato nella purificazione
di memorie che sanno ragguagliarci.
In assenza di ascose nebbie
palesiamo eternità nelle carezze
delle nostre imperiturità
tra le voci della pioggia
che tonferanno dopo noialtri.

 
 
 
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